lunedì 27 marzo 2017

ART & CULTURE_I disegni di Gianfranco Ferré in mostra




Cremona, città di musica, di violini e di studio del suono, ma anche splendido centro del territorio di origine della famiglia materna di Gianfranco Ferré.
La Fondazione che porta il suo nome si fa protagonista, in sinergia e in collaborazione con l’Amministrazione della città, di un significativo ritorno alle radici, sempre vive nella memoria dello stilista, affettivamente molto legato a quest’angolo di Lombardia.
Un ritorno articolato in due momenti. In primo luogo, fino al 18 giugno 2017 la mostra “Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nei disegni” presenta oltre cento schizzi autografi dello stilista, esposti in gruppi sulla base dei affinità tematiche o cromatiche, per comunanza di tratti o di accorgimenti grafici, nello spazio straordinario del Centro Culturale Santa Maria della Pietà, in Piazza Giovanni XXIII, ambito di riferimento per fumetto, grafica, incisione e disegno. Il percorso espositivo include anche alcuni abiti, che sono autentica trasposizione del progetto e della poesia, espressi nei disegni, nella realtà: volumi e forme, lavorazioni, pizzi e ricami. Stilista e disegnatore, Gianfranco Ferré ha sempre riposto grande attenzione nei confronti del disegno. Dagli appunti di Gianfranco Ferré emerge l’importanza che il disegno ha sempre avuto per lui “Il disegno per me è anche consapevolezza del corpo, con le sue naturali necessità di movimento, nella convinzione che al presente esso abbia necessità di forme d’abito sempre più immediate ed essenziali. In una sintonia pressoché totale e quasi sorprendente con le linee e i tratti dei miei schizzi”. Ma non solo…il disegno rivelava di possedere una stretta affinità con l’architettura “nel mio percorso formativo l’esercizio al disegno è norma e pratica quotidiana. A questo devo la definizione di architetto della moda, che, confesso, qualche volta mi va un po’ stretta, perché mi insegue dall’inizio della mia carriera e soprattutto perché sottolinea maggiormente l’aspetto logico-razionale del mio lavoro, adombrandone invece la componente di passione, di fascinazione e di incanto, indispensabile per completare la determinazione progettuale”. E ancora, “spesso lo stimolo che mi spinge a disegnare è un’impressione, una suggestione che per qualche inspiegabile ragione rimane impressa nella mente più di altre e dà il via a un’idea, a un sogno. È l’emozione di un attimo che diventa segno su carta…una sfumatura di colore, il contatto tattile con un materiale, il fruscio di una stoffa, le movenze di una persona che capita di osservare mentre cammina…”. Non da ultimo “segni sulla carta come poesia: il disegno per me riesce a essere espressione individuale di aspettative, aspirazioni e desideri, legati al mio modo di intendere la bellezza, l’armonia e lo stile, più ancora che non la moda. Una poesia che fa di quest’ultima un mezzo per raccontarsi, per tradurre in immagini, manifestare nella realtà e condividere il mio mondo interiore”.
In seconda istanza, il 18 maggio, in omaggio a Cremona e alle sue Celebrazioni per i 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, padre del melodramma e della canzone, verrà organizzata la conferenza “Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nella musica”, dedicata al ruolo delle colonne sonore nelle sfilate. In altre parole, si spiegherà come, con l’aiuto di straordinari sound designer, lo stilista riuscisse a ottenere inediti arrangiamenti, mixaggi arditi, sonorità inattese e derivate da mondi diversi. Musica come parte complementare dell’emozione che scaturisce dall’abito.

Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nei disegni
Centro Culturale Santa Maria della Pietà, Cremona

Fino al 18 giugno 2017

mercoledì 22 marzo 2017

LEISURE_Damiani in mostra a Milano



È uno straordinario viaggio nell’eccellenza del made in Italy quello che ha intrapreso oltre novant’anni fa Enrico Grassi Damiani, quando, nel 1924, aprì il proprio laboratorio orafo a Valenza. È un esclusivo viaggio nella storia della creatività italiana, attraverso i segreti dell’alta manifattura, quello che Damiani svela a Milano con una grande esposizione, in scena fino al 18 aprile a Palazzo Reale a Milano: un progetto dalla forte valenza culturale che, mettendo in mostra le preziose creazioni della maison per la prima volta riunite insieme, ripercorre le tappe più significative dell’evoluzione del costume italiano.
Nata nell’ambito di una collaborazione tra il Comune di Milano – Cultura e Damiani, la mostra si inserisce nella storia stessa del Palazzo che, ceduto dai Savoia alla città di Milano dopo la Prima Guerra Mondiale, fu inizialmente individuato come sede di un museo di arti decorative, un’idea in seguito abbandonata a vantaggio delle arti figurative.
Con un concept espositivo di grande impatto, Damiani accompagna i visitatori proprio alla scoperta del saper fare italiano attraverso i gioielli della maison, che rappresentano una delle più alte testimonianze dell’arte orafa italiana nel mondo. Sono pezzi unici nati dalla passione e dalla sapienza artigianale che il fondatore dell’azienda ha trasmesso ai nipoti, Guido, Giorgio e Silvia Damiani, così come i maestri orafi hanno tramandato alle nuove generazioni.
È un patrimonio artistico di eccezionale valore quello che Damiani presenta in mostra con un suggestivo percorso, articolato nelle Sale degli Arazzi al Piano Nobile di Palazzo, che un tempo ospitava gli appartamenti Reali. La storia del costume italiano si rivela, epoca dopo epoca, attraverso i gioielli della maison e i capolavori premiati con i più autorevoli riconoscimenti della gioielleria, per poi concludersi con un raffinato e inaspettato tributo alla regina Margherita, prima sovrana dell’Italia unita, che proprio a Palazzo Reale dimorò sovente durante il suo regno.
Nella prima sala, Damiani ribadisce il proprio ruolo di attento osservatore delle evoluzioni del gusto e di protagonista delle avanguardie artistiche di ogni epoca, raccontando attraverso dieci gioielli, ognuno ispirato a un decennio della storia dell’azienda e ripreso dai disegni originali, il contributo che la manifattura di qualità continua a offrire alla cultura italiana. Da Charleston, scelto per rappresentare gli anni ‘20, passando per Cascade (anni ‘30), Legend (anni ‘40), Tassel (anni ‘50), Optical (anni ‘60), Bloom (anni ‘70), Tribute (anni ‘80) Moonshine (anni ‘90) e D.Side (2000), la collezione si completa con Damianissima, simbolo del primo decennio del nuovo millennio. I gioielli Damiani sono pezzi di design che ancora oggi vengono ideati e realizzati interamente a mano, nei laboratori di Valenza.
Il viaggio nel savoir-faire italiano prosegue nella seconda sala della mostra. Complice l’allestimento dal grande impatto visivo, viene esaltato lo splendore delle 18 opere uniche della maison (fra cui Eden, Bloody Mary e Sahara) che, per le loro caratteristiche di qualità manifatturiera, innovazione e interpretazione stilistica, sono state premiate con i Diamonds International Awards, l’Oscar della gioielleria. Unico gioielliere al mondo ad aver vinto 18 volte questo prestigioso premio, Damiani continua a dettare scuola in termini di eleganza, stile, design e originalità, trasformando ogni gioiello in un’ispirazione illuminata.
A conclusione di questo meraviglioso viaggio, l’ultima sala con una speciale anteprima: una nuova collezione firmata Damiani, che rappresenta l’incontro perfetto fra la tradizione orafa di Valenza e il linguaggio del design contemporaneo, fra la storia italiana e la contemporaneità, fra l’ispirazione artistica e l’innovazione tecnologica. E’ la collezione Margherita che s’ispira alla consorte di Umberto I, a cui Enrico Grassi Damiani dedicò un gioiello nei primi anni del secolo e che rivive oggi in una nuova interpretazione. Realizzata riprendendo i bozzetti originali, la linea Margherita rievoca il patrimonio storico italiano e le origini di quel sapere artigianale che ha permesso a Damiani di diventare fornitore ufficiale della Real Casa Savoia. 

Un secolo di eccellenza e passione. L’evoluzione del costume italiano attraverso i gioielli Damiani.
Palazzo Reale, Milano
Fino al 18 aprile 2017

Ingresso libero

martedì 21 marzo 2017

LEISURE_Pierre Cardin.
Les Sculptures Utilitaires




“I miei mobili sono sculture. Mi piace lavorare come uno scultore, è la mia vita, la mia passione, la mia felicità e la mia gioia. La ragione del mio lavoro.” Pierre Cardin.
In occasione del Salone del Mobile 2017, la Galleria Carla Sozzani presenta “Pierre Cardin. Les Sculptures Utilitaires”, una mostra che rende omaggio al couturier, straordinario precursore di forme e idee, attraverso i progetti di design che negli anni Settanta ne hanno definito la visione.
Le “Sculptures Utilitaires” sono arredi e luci in cui Pierre Cardin, lo scultore della moda, traduce le sue figure geometriche, i tagli simmetrici, le curve, nell’arredo quotidiano. “Ragiono come uno scultore, creo una forma. È un procedimento per cui ciò che conta è la creazione di una linea che non c’era prima. E che è destinata a durare”, ama affermare lo stilista.  
Da questo percorso nascono forme futuristiche che conciliano le tecniche della lacca tradizionale e dell’ebanisteria con le geometrie elementari. La sua intuizione innovativa diventa struttura e componente estetica.
E continua Pierre Cardin: “Volevo dar forma a mobili come a sculture da poter guardare da diverse angolazioni come i corpi che vesto”.
Mobili spaziali, lampade lunari, oggetti funzionali come armadi, cassettiere, scaffali, sono progettati da più prospettive e la loro funzionalità viene quasi nascosta dalla superficie laccata.
Un’ispirazione che trova validazione nelle parole di Maurice Rheims de l’Académie française: “Una vera evoluzione si verifica nel design di Pierre Cardin, là dove l’idea di un mobile dà luogo a un’immagine scolpita. Di rado nelle arti decorative abbiamo potuto percepire come l’artigiano fosse toccato dalla grazia”.

Pierre Cardin. Les Sculptures Utilitaires
Dal 4 aprile al 1° maggio 2017
Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10, Milano
Tutti i giorni, 10.30 – 19.30; mercoledì e giovedì, 10.30 – 21.00. Aperture speciali – Salone del Mobile 2017: 3 – 9 aprile 2017, cocktails 19.00 – 21.00
  


Pierre Cardin, biografia
Pierre Cardin, 1922, di origine italiana e di formazione francese, è stato il primo designer
a creare il prêt-à-porter nel 1959 sfilando dai grandi magazzini Printemps; il primo a creare la collezione moda per l’uomo nel 1960; il primo ad andare in Giappone, in Cina e in Russia aprendo boutiques; il primo ad applicare le licenze nella distribuzione di prodotti che non fossero solo abbigliamento, il primo ad allestire mostre e il primo a vestire ogni ambito del vivere, dagli occhiali ai ristoranti, dalle navi agli aerei.
Profondamente attratto dal mondo del teatro e del cinema, Cardin ha lavorato con Jean Cocteau e Jeanne Moreau, fino ad aprire nel 1970 a Parigi, l’Espace Pierre Cardin, dedicato
al teatro, al cinema e alla danza, e a fondare nel 2000 il Festival Château Lacoste in Provenza.
Nel 2006 ha disegnato le coreografie di Marco Polo per l’Opera di Pechino. Nel giugno 2016 Pierre Cardin ha prodotto Dorian Gray al Teatro La Fenice di Venezia e ha disegnato i costumi. Nel novembre dello stesso anno ha luogo la sfilata Pierre Cardin per settanta anni di Design all’Institut de France a Parigi. Nella primavera 2017 presenterà il libro «Seventy Years of Design» di Jean-Pascal Hesse, Assouline editore.

Tra i molteplici riconoscimenti, i tre Gold Thimbles dalla Haute-Couture di Francia nel 1977, 1979, 1982; la Legione d’onore nel 1982, la nomina ad Ambasciatore Onorario dall’Unesco nel 1991 e a Membro dell’Académie des Beaux Arts nel 1992, Goodwill Ambassador FAO nel 2009, il Legend Award della città di New York nel 2010, il Leone d’Oro della Regione Veneto nel 2012, l’ Ordine dell’Amicizia della Federazione Russa nel 2014.

mercoledì 15 marzo 2017

BOOK_Come mi vesto oggi?



La raffinata ed elegante Ines de la Fressange torna in libreria con la nuova e tanto attesa pubblicazione “Come mi vesto oggi? Il look-book della Parigina”, realizzata in collaborazione con Sophie Gachet.
Una guida per tutte coloro che vedono nei consigli di Ines il miglior alleato della donna contemporanea. In banca, al lavoro, a cena con l'ex, o semplicemente per stare bene con se stesse: ma sempre e comunque a proprio agio con garbo e raffinatezza. Il segreto? Il fatto di poter contare su un guardaroba strutturato sulla base di pochi capi base, da reinventare e reinterpretare con occhi sempre nuovi. In tal modo, Ines riesce a creare 50 favolosi look per 50 occasioni.
Pertanto, è sufficiente possedere pochi ma irrinunciabili "ingredienti" e seguire le "ricette", i consigli su come trasgredirle e adattarle meglio a noi. Un cilindro magico, quello di Ines e della giornalista Sophie Gachet, dal quale estrarre idee nuove e originali, strizzando l’occhio allo stile.
Come mi vesto oggi? Il look-book della Parigina conserva l’ironia a cui l'autrice ha abituato con la sua scrittura. In più questa guida, quasi una sorta di calendario perpetuo, risponde a tutte le domande su come essere stilose senza troppa fatica. Per avere classe bastano una camicia bianca e un paio di pantaloni neri…e la classe della Parigina, ça va sans dire.
Ines de Seignard de la Fressange è nata l'11 agosto 1957 da una delle più antiche famiglie aristocratiche francesi. All'età di 17 anni intraprende la carriera di modella e rapidamente rientra nella categoria delle indossatrici più talentuose e celebri al mondo, sfilando sulle passerelle internazionali per conto di grandi firme come Christian Dior, Jean-Paul Gaultier e Christian Lacroix, fino a diventare nel 1983, grazie a Karl Lagerfeld, musa e ambasciatrice della maison Chanel. Oggi, oltre che modella, Ines de la Fressange è donna d'affari, direttore artistico di una maison propria, testimonial per importanti brand come Roger Vivier e L'Oréal, giornalista e scrittrice.

Come mi vesto oggi?
Il look book della Parigina

Ines de la Fressange e Sophie Gachet

L’ippocampo Edizioni
160 pagine, 150 ill, 17,5 x 26 cm,
€ 25,00