venerdì 29 aprile 2016

LEISURE_Kerrie Hess per Ladurée






“Illustrare le scatole della Maison Ladurée è stato per me un connubio perfetto. Questo mi ha subito riportato a Parigi e all’epoca in cui ci ho vissuto. Attraverso i miei disegni, ho voluto riprendere la bellezza e la tradizione Ladurée con i suoi colori pastello iconici, così come la moda e la fantasia” - Kerrie Hess.
La scatola “Paris” di Kerrie Hess per 8 macaron è declinata in 3 colori e disponibile nelle boutique Ladurée da fine aprile


giovedì 28 aprile 2016

LEISURE_African Catwalk



La Galleria Carla Sozzani presenta African Catwalk / Passerella africana, una selezione di fotografie di Per-Anders Pettersson curata da Alessia Glaviano, Vogue senior photo editor, in occasione del nuovo libro pubblicato da Kehrer editore. Il pubblico potrà visitarla da oggi sino al 5 giugno 2016. Da segnare in agenda, inoltre, la presentazione della pubblicazione che avverrà negli stessi spazi il 31 maggio alle 19.00 alla presenza degli autori.
Per-Anders Pettersson, fotografo svedese pluripremiato, racconta una nuova e inaspettata visione del continente africano. Per la prima volta il backstage della moda emergente africana viene documentato in esclusiva. Le immagini di questa serie sono state scattate in quindici diversi paesi africani tra il 2010 e il 2015 e rivelano un aspetto del continente africano inaspettato. African Catwalk, la "passerella africana" di Pettersson, non solo supera gli stereotipi sulla moda africana, che include solitamente stampe animalier e disegni etnici, ma si confronta con il nostro "sguardo occidentale", quasi una "percezione distorta" in cui l'Africa non è che un continente devastato da guerre dilaganti, povertà, malattie e conflitti etnici.
In Congo, Nigeria e Ghana, "Gli uomini sanno molto bene come vestirsi," dice il fotografo Per-Anders Pettersson. Per molti anni Per-Anders ha lavorato in Sud Africa, dove seguiva le manifestazioni politiche di una giovane democrazia. Uno sguardo attento, il suo, su una realtà molto particolare, che gli ha consentito di entrare in stretto contatto con la società africana e le sue dinamiche. Un rapporto consolidato e confidenziale, che gli ha consentito di vedere prima degli altri la diffusione delle sfilate stavano tra la classe media nera emergente e d’élite. Dal 2009 nasce così il suo interesse per la moda africana. Da allora è un continuum: di immagini, ispirazioni, suggestioni ed emozioni. Fotografie che hanno immortalato la moda africana e, in particolare, il suo significato per la società.  
Per-Anders Pettersson (1967) è un fotografo svedese con sede a Città del Capo in Sud Africa. Ha documentato avvenimenti straordinari e notizie di attualità internazionali: la fame in Etiopia, le guerre civili nella Repubblica Democratica del Congo, l'epidemia di Hiv/AIDS in Botswana e Sud Africa. Le sue immagini hanno vinto i più importanti premi e riconoscimenti: World Press Photo, PDN, POY, NPPA, CARE, CHIP, Unicef Photo of the Year, American Photography, Commarts. Ha esposto in tutto il mondo e nel 2013 ha pubblicato "Arcobaleno Transit", un libro sulla democrazia in Sud Africa.
Alessia Glaviano è una figura di spicco nel panorama della critica fotografica internazionale, senior photo editor di Vogue Italia, L’Uomo Vogue e Web Editor
di Vogue.it. Ha curato una serie di interviste ai Maestri della fotografia per il sito di Vogue Italia, diventate, inoltre, un cult per tutti gli appassionati di immagine e trasmesse anche sul canale Sky Arte. Alessia Glaviano è anche responsabile del canale PhotoVogue, una piattaforma innovativa in cui, con la curatela di un Photo Editor di professione, gli utenti possono condividere le loro fotografie.

African Catwalk di Per-Anders Pettersson

28 aprile - 5 giugno, 2016

Tutti i giorni, 10.30 – 19.30 mercoledì e giovedì, 10.30 – 21.00

Galleria Carla Sozzani, 10 Corso Como, Milano

mercoledì 27 aprile 2016

ART & CULTURE_So Far So Goude



Disegnatore, designer, fotografo, regista. Jean-Paul Goude  è uno dei più brillanti creatori di immagini nel panorama creativo contemporaneo, capace di spaziare con agilità dalla moda alla fotografia, dalla pubblicità allo spettacolo dal vivo. Artista precursore, manipolatore d’immagini ma anche illustratore e direttore artistico, Jean-Paul Goude è prima di ogni altra cosa un genio creatore, capace di dar vita ad uno stile, un universo, quasi una mitologia personale.
Un’ispirazione, la sua, che si inserisce in un filone particolare, che trova la sua ragion d’essere nella grafica pubblicitaria e nelle implicazioni che essa ha avuto con riferimento alla nostra cultura, prima fra tutte la formazione dell’immaginario visivo. Fin dagli anni ’60 Jean-Paul Goude ha raffigurato le sue muse tramite l’utilizzo di tecniche originali al punto che le sue creazioni sono divenute opere d’arte e simbolo di un’intera epoca.
Opere d’arte che divengono ora protagoniste della mostra “So Far So Goude” visitabile sino al 19 giugno 2016 al PAC di Milano. Più di 230 fotografie esposte ripercorrono l’universo onirico dell’artista che ha saputo trasformare semplici campagne pubblicitarie in veri e propri punti di riferimento in termini di stile, plasmando la fisicità delle modelle che lo hanno ispirato, Grace Jones e Farida Khelfa in primis. Un universo femminile declinato attraverso i colori, modellato, amplificato, sublimato e divenuto negli anni il leitmotiv del suo lavoro.
Dalle copertine della rivista Esquire alla New York di Warhol, dalla pubblicità per le grandi aziende e per le più importanti case di moda fino alla direzione artistica dell’eclatante sfilata sugli Champs-Élysées in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Francese a Parigi nel 1989, J.P. Goude ha saputo cogliere lo spirito del suo tempo per connotarlo attraverso un’espressione definitiva, unica originale. Un’espressione divenuta la cifra stilistica del fotografo, quintessenza di potenza del linguaggio e forza della fantasia, e ora fil rouge dell’esposizione ospitata al PAC: il visitatore, infatti, sarà immerso in un’atmosfera magica e, al contempo, misteriosa, emblema di uno stile senza tempo e metafora visiva dell’epoca moderna.

So Far So Goude – Jean-Paul Goude
PAC, via Palestro 14, Milano

Fino al 19 giugno 2016

martedì 26 aprile 2016

PEOPLE_Ferdinando Scianna



Ferdinando Scianna è uno dei fotografi italiani di maggior rilievo. Dopo un primo periodo dedicato agli studi di lettere e filosofie all’università di Palermo, nel 1963 s’imbatte in un incontro decisivo, che gli cambierà la vita: conosce, infatti, lo scrittore Leonardo Sciascia con il quale inizia un’amicizia profonda e duratura. Un legame che lo segnerà profondamente anche dal punto di vista professionale, portandolo a esplorare le contaminazioni tra le diverse forme culturali. Numerosi sono i lavori svolti a quattro mani, a partire dal saggio introduttivo scritto dall’autore nel 1965 per Feste religiose in Sicilia, il libro vincitore del premio Nadar con cui un giovanissimo Scianna si presenta al mondo della fotografia.
Sin da piccolo ha ritratto la gente della sua città, ma solo molti anni più tardi – per la precisione nel 2002 – avrebbe recuperato quelle immagini già belle e importanti (con ritratti di Jorge Luis Borges, Alberto Sordi, Maurizio Calvesi, Alberto Lattuada, Alfonso Gatto, Henri Cartier-Bresson, tutti in visita in Sicilia) in un libro accompagnato dalla mostra Quelli di Bagheria.
Complice Feste religiose in Sicilia, si trasferisce a Milano. Nel 1967 viene assunto a L’Europeo in qualità di fotoreporter e inviato speciale, mentre dal 1974 come corrispondente da Parigi, città dove rimane per dieci anni, approfondendo un’altra amicizia significativa per la sua vocazione professionale, quella con Henri Cartier-Bresson, che lo presenta all’agenzia Magnum di cui diviene membro associato nel 1987 e definitivo dopo due anni. Continua la sua attività di reportage pubblicando diversi libri, fra cui svettano, nel 1977, Les Siciliens e La Villa dei Mostri e nel 1988 Kami, importante documentario sulla realtà di un villaggio boliviano – e la monografia Le forme del Caos. Si avvicina alla moda nel 1987, su suggerimento di Dolce & Gabbana per i quali realizza alcune campagne, la prima delle quali è il back stage di una sfilata. Pubblica su Grazia, Stern, Marie Claire, Vogue, Moda. Nel 1989 realizza il volume Maglia, incentrato sull’industria della maglieria italiana con testi di Guido Vergani.
Il suo approccio stilistico si caratterizza per una precisa e determinata contaminazione tra fotografia di moda e reportage, introducendo elementi diversi e accostando realtà lontane come la tanto amata Sicilia, fiera del suo sapore antico, e quel mondo della moda – patinato e glamour – che la recupera.
Ambienta i suoi set fra la gente comune, nella penombra dei negozi di barbiere e dei bar dove le tende a filo sembrano tenere fuori il caldo, nei mercati e nelle strade.
Sono tutti elementi sottolineati dal suo ricorrente utilizzo del bianconero, deciso e raffinato, che si ritrovano in Marpessa, un racconto (1993), ma soprattutto in Altrove, reportage di moda (1995). Nella sua fitta attività, non si dimentica di curare le ricerche – Dormire, forse sognare è del 1997 – accompagnate da un’intensa attività espositiva, e il ritratto: fra il 1989 e il 1999 escono le sue monografie su Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Jorge Luis Borges, edite da Sciardelli.

Nel 2001 raccoglie i suoi scritti pubblicati su diverse testate italiane e francesi nel volume Obiettivo ambiguo, dove, accanto allo spirito polemico, emergono composte notazioni poetiche. A testimonianza del suo spirito artistico multiforme.

venerdì 22 aprile 2016

LEISURE_WHITE e i guest designer di giugno

Semicouture

Semicouture

Semicouture

Sankuanz

Sankuanz

Sankuanz

WHITE WOMEN’S COLLECTIONS+MENSWEAR, il salone di riferimento sulla formula pre-collezioni donna e su una selezione maschile di ricerca, annuncia i due guest designer dell’edizione che si svolgerà dal 18 al 20 giugno 2016: ERIKA CAVALLINI SEMICOUTURE per le pre-collezioni donna, il designer cinese SANKUANZ per il menswear. Due nomi che rispecchiano il brand mix del salone, che lavora da sempre sull’attenta selezione di aziende che puntano sull’eccellenza del prodotto, ma senza rinunciare alle novità e sperimentazione con i marchi avant-garde.
Vista la crescita del fenomeno pre-collezioni donna, espone al White il nuovo progetto SEMICOUTURE, sotto la direzione della designer Erika Cavallini. Un brand interamente made in italy cui sarà dedicata un’importante special area. SEMICOUTURE è pensato per chi ama la moda artigianale e la reinterpreta in chiave moderna e pop, vestendo in maniera trasversale ragazze che vivono in ambienti urbani accomunate da un’indole fashion e donne che pensano a capi da indossare in ogni momento della loro giornata, con un deciso tocco di freschezza e modernità. Con l’idea di SEMICOUTURE, la stilista riparte dalle proprie origini – così come lascia chiaramente intendere il nome – e più precisamente dal marchio di esordio del 2009. Non a caso l’etichetta rimanda espressamente a quella originale del “capo No.1”: il vero inizio della storia di SEMICOUTURE. Il Made in Italy. “Ho deciso di presentare la seconda stagione Spring Summer 2017 del mio nuovo progetto SEMICOUTURE a White, in uno spazio dedicato ed esclusivo che racconta il mood del mio total look di ispirazione fresco e femminile arricchito da contaminazioni che arrivano dal mondo Sportswear e Militare.”, ha dichiarato la designer del brand in occasione della presentazione della collaborazione con White Milano.
Per il menswear, invece, WHITE continua la ricerca nella moda cinese con SANKUANZ, brand creato da Shangguan Zhe, classe 1984, che dopo aver studiato graphic design, si è laureato nel 2007 presso la Xiamen University. L’anno successivo ha deciso di lanciare SANKUANZ, il suo marchio di abbigliamento maschile, presentato a livello internazionale a partire dal 2013. Ha partecipato nel 2014 all’Internationl Woolmark Prize ed è stato finalista del LVMH Prize nel 2015. Il giovane designer fa parte di una generazione prolifica che ha vissuto grandi cambiamenti sociali e storici in Cina. Ossessionato da un immaginario futuribile, il designer - influenzato dai vasti flussi informativi e virtuali portati da Internet - ha maturato un’estetica genderless e dal gusto pop, grazie al mix di grafiche e forme decostruite. Silhouette oversize in contrasto con tagli sartoriali, stampe giocose, colori audaci e l’uso della grafica per mettere in discussione le logiche dell’abbigliamento maschile. SANKUANZ reinterpreta l’abbigliamento menswear con una voce ribelle, attraverso l’accostamento di frammenti dell’arte contemporanea con l’abbigliamento sportivo vintage e le uniformi eleganti. I suoi outift non convenzionali l’hanno reso una sorta di eccentrico “enfant terrible” nel panorama della moda cinese molto amato dalle celebrity come Chris Brown, Rita Ora, Hairwave Killer e J Balvin. La sua collezione maschile verrà esposta in una special area dedicata con un’installazione curata dal designer che ha così commentato: “Sono davvero onorato di aver ricevuto l’invito come guest designer a WHITE dove presenterò in anteprima a Milano la collezione SANKUANZ SS17 con il desiderio di condividere la creatività e la cultura della Cina contemporanea. Un viaggio che sarà molto stimolante e ricco di sorprese”. 
Nel ripensare un concetto di “salone”, WHITE s’impone sulla scena internazionale e nel tessuto metropolitano milanese come un contenitore di idee e di servizi per offrire ai suoi visitatori un insight privilegiato sui brand di prossima tendenza e sul presentare aziende con un focus attento sul prodotto di alta qualità.