lunedì 12 dicembre 2016

PEOPLE_Christian Louboutin


Materiali inediti – tra i quali, per esempio, la corteccia di palma per uno spettacolo a Pigalle - e tacchi scultura sono i tratti distintivi dell’estro calzaturiero di Christian Louboutin, creatore e artigiano insieme.  Lo stilista di scarpe dalle celebri suole rosso scarlatto. Una vocazione innata per il senso del bello, tradotta in linee e forme quintessenza di una trasgressiva femminilità, raffinata e conturbante al tempo stesso, elegante ma languida quel tanto che basta per innalzare le sue creazioni a oracolo del desiderio.
Nato a Parigi nel 1964, sin dalla tenera età sviluppa una sensibilità particolare per l’universo femminile crescendo attorniato dalle sue donne: la madre e le tre sorelle. Uno scenario che gli fa conoscere gli aspetti più segreti del magico mondo femmineo: ne diventa amico e complice, comprendendone le logiche e i linguaggi, messaggi subliminali per capirne le effettive esigenze e rispondervi con irresistibili tentazioni. Un’inclinazione naturale, quindi, sviluppata in famiglia e avvalorata dalla fascinazione subita in età giovanile dalla vita notturna dei nightclub. Le showgirl e il loro luccichio abbagliante gli ispirano le note più glamour di quelle che saranno le sue creazioni: a 16 anni i suoi disegni sono acquistati da una rinomata scuola di danza. Segue l’esperienza professionale, intrapresa con un primo praticantato al Folies Bergères e consolidata nella bottega di Charles Jordan in Romans. Lavora in seguito con Maud Frizon e con Chanel fino alla lunga e significativa collaborazione con Roger Vivier. Una tappa importante, questa con Vivier, perché segna inevitabilmente il futuro di Louboutin: trovando un paio di scarpe indossate all’incoronazione dello Scià Iraniano Mohamed Reza Pahlavi e delle décolleté di diamanti di Marlene Dietrich, comprende il suo destino, ossia disegnare veri e propri gioielli per piedi di dive e divine. Da qui in poi per la sua creatività visionaria e lungimirante non vi è più limite. Nel 1991 realizza e firma la sua prima collezione; l’anno successivo segue l’apertura del negozio di rue Jacques Rousseau nella Ville Lumière che annovera tra le clienti personaggi del calibro di Caroline di Monaco, Madonna, Nicole Kidman, Cher, Carolyn Bessette-Kennedy.  Le sue scarpe divengono per donne e celebrità sinonimo di sensualità e bellezza insieme; viene notato dal fashion system italiano e inizia a collaborare con gli stilisti più importanti: Chloé, Lanvin, Roland Mouret, Diane Von Furstenberg, Alexander McQueen, Viktor & Rolf. Per anni firma le fantasmagoriche calzature di Jean Paul Gaultier.
Nel 1998 vince il Fashion Footwear Association of New York Award, trofeo dell’anno per il miglior stilista di calzature e negli ultimi anni lancia la sua linea di borse abbinabili alle scarpe, caratterizzata da uno stile inconfondibile.
Inneggiando alla creatività più pura – “Con queste scarpe non si può pensare né di camminare, né tantomeno di correre, sono state realizzate per stare sdraiate”, questo il suo motto -, cavalca un ventennio celebrato proprio nel 2012 con una capsule collection di 20 modelli di scarpe e borse, l’inaugurazione della prima boutique online rivolta al mercato europeo, un libro edito da Rizzoli e un’interessante mostra al Design Museum di Londra. Ma non è tutto. Attratto dall’universo femminile in tutte le sue sfaccettature, a maggio del 2012 annuncia il lancio di una collaborazione con Batallure Beauty per la linea di cosmetici Christian Louboutin Beauté.
Qualche curiosità di Monsieur Louboutin: fonte di grande ispirazione sono l’amore per il giardinaggio e la passione per l’oriente; la suola rossa – “provocatrice d’invidie” – è stata al centro di una causa legale, con lo scopo di rivendicare la celebre nuance cromatica come patrimonio esclusivo della Maison; le sue creazioni sono state calzate - e lo sono tuttora - da schiere di celebrities, da Catherine Deneuve a Angelina Jolie, da Madonna a Victoria Beckham, passando per Sarah Jessica Parker, Blake Lively e Lady Gaga; grande amico della regina del burlesque, Dita Von Teese, ne personalizza le scarpe di ogni show; nel 2007 è stato impegnato nella mostra fotografica a tema fetish di David Lynch presso la Galerie du Passage di Parigi e per la cui realizzazione lo stesso regista ne ha richiesto espressamente la collaborazione: da qui la creazione da parte del genio dello stiletto delle fetish ballet heels, dal tacco vertiginoso a dir poco e dall’immancabile suola rossa, ça va sans dire; nel 2010 ha dedicato una sua calzatura, chiamata “Blake”, all’attrice e grande estimatrice del marchio, Blake Lively.

Insomma, Louboutin: un nome, una garanzia. Garanzia di femminilità e stile, trasgressione ed eleganza, intrigo e raffinatezza. Per osare in punta di tacco senza sussurri, ma esaltando le note più glamour di aspetti così forti, innata dotazione dell’universo femmineo.

martedì 29 novembre 2016

LEISURE_Isa Stoppi. The Book, l'evento

Gian Paolo Barbieri e Isa Stoppi

La mostra 

La mostra

Il libro

Isa Stoppi

Guglielmo Miani e Laura Morino Teso

Isa Stoppi, Adriana Glaviano e Cesare Cunaccia

Maria Mantero e Guido Taroni

Isa Stoppi, Laura Morino Teso e Gisella Donadoni

Grande successo lo scorso 24 novembre per la presentazione di “ISA STOPPI – The Book” (Silvana Editoriale). Con i testi di Cesare Cunaccia e a cura di Adriana Glaviano, il volume - che raccoglie in una biografia fotografica tutti gli scatti che i grandi maestri della moda, da Irving Penn a Richard Avedon e Helmut Newton, hanno dedicato alla modella e icona degli anni Settanta Isa Stoppi - è stato presentato in anteprima nazionale presso la Studio Barbieri dalla stessa Isa, accompagnata dall’amico di una vita Gian Paolo Barbieri, di fronte ad un parterre di celebrità e grandi nomi della Milano capitale della moda.
ISA STOPPI – The Book (272 pp. - 90,00 euro) con 200 immagini raccolte in una doppia edizione italiano-inglese verrà distribuito nelle migliori librerie italiane a partire da Dicembre 2016, mentre all’estero dal prossimo autunno 2017.
All’evento hanno partecipato personaggi “VIP”, trend-setter e personalità rilevanti ed autorevoli del mondo dell’industria, della politica, della finanza, del giornalismo, dell’arte, della cultura, della moda, dello sport e dello spettacolo tra cui Paolo Scaroni, Ermanno Daelli, Raffaella Curiel, Bob Krieger, Marco Glaviano, Guido Taroni, Maria Mantero e Guglielmo Miani.

giovedì 24 novembre 2016

LEISURE_Isa Stoppi. The Book



“Il primo ricordo che ho del progetto, divenuto oggi un bellissimo libro, è Isa che apre un armadio pieno di giornali e scatole di fotografie e mi dice: “Non so se ho abbastanza materiale per fare un libro”. Mi misi a ridere. C’era tanto, tanto di più, da far sognare per mesi”. Parola di Adriana Glaviano, curatrice del volume “ISA STOPPI The Book” (Silvana Editoriale), preziosa raccolta degli scatti più significativi dell’icona italiana di stile ed eleganza, a dicembre nelle migliori librerie (272 pp. - 90,00 euro), che verrà presentato in anteprima nazionale oggi, Giovedì 24 Novembre presso lo Studio Gianpaolo Barbieri a Milano.
Con i testi di Cesare Cunaccia, il volume è una testimonianza unica e preziosa della bellezza senza tempo di Isa Stoppi, ambasciatrice italiana di eleganza nel mondo, amica di Andy Warhol, presenza fissa dei salotti più in vista a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, ma è anche una miscellanea unica nel suo genere del lavoro dei più importanti fotografi nella storia della moda.
La cover di Gianpaolo Barbieri è pura magia, una visione di charme e bellezza che, nel suo appartenere alla storia della fotografia e della moda, incornicia con precisione assoluta un periodo storico in cui l'eleganza era un diktat assoluto. Sono gli anni della collaborazione di Isa con Vogue America e Harper's Bazaar, dalla metà degli anni ’60, mentore la mitica editor Diana Vreeland. Sarà proprio l’obiettivo di Gianpaolo Barbieri, incantato dalla sua bellezza e amico per tutta la vita, a sancire il successo di Isa Stoppi. 
A New York, che diviene presto la sua città di elezione, viene ingaggiata da Eileen Ford, la più importante agenzia di modelle newyorkese e internazionale, e lavora con i maggiori fotografi dell’epoca, da Irving Penn a Richard Avedon, Hiro, Henry Clark, Helmut Newton, Jacques Henri Lartigue e molti altri. Accanto a lei Veruschka, Alberta Tiburzi, Mirella Petteni, Benedetta Barzini, Marisa Berenson e tutte le leggendarie modelle italiane divenute icone di moda e di stile negli USA in quegli anni. Le amicizie personali e professionali sono moltissime e tutte preziose, da China Machado, una delle donne più carismatiche, autentica regina di New York, ad attori ed artisti molto importanti come Warren Beatty, Tony Curtis, e altri incontrati nei parties esclusivi di quei tempi.
Grandi e importanti anche le amicizie italiane, come Oliviero Toscani, e la coppia Anna Piaggi e Alfa Castaldi, lui fotografo e lei geniale editor, musa di fotografi e stilisti, da lei conosciuti nell’ambiente intellettuale e bohémien di Milano. E’ molto vicina a grandi stilisti come Gianni Versace e Walter Albini, veri talenti creativi, veri e indimenticabili amici, e al mitico Valentino.
Negli anni ’70 Isa torna in Italia, a Milano, per seguire il suo grande amore. Inizia un secondo periodo della sua vita: altrettanto straordinario è il suo percorso come madre, affrontato con felicità e senza alcun rimpianto, con qualche incursione nel campo della moda, lavorando a Vogue Italia dove si occupa di haute couture e attualità.

Oggi Isa vive tra Milano e Ibiza, suo luogo dell'anima, accanto al mare che ha il colore dei suoi occhi.

mercoledì 23 novembre 2016

PEOPLE_Roger Vivier



Cosa può venire in mente pensando a un bellissimo paio di scarpe dall’inconfondibile fibbia squadrata in punta, con due celeberrime iniziali – R.V. – impresse con un carattere sì arzigogolato quanto femminile? Senza troppe esitazioni, il pensiero corre a Monsieur Roger Vivier e alle sue mirabili creazioni, quintessenza di un senso del bello e dello stile più autentico, racchiuso in una raffinatezza e un’eleganza pressoché uniche.
Convinto sostenitore del fatto che si debbano scoprire le forme antiche per reinterpretarle alla luce del nostro tempo, Roger Vivier ama attualizzare le sue calzature con quei piccoli accorgimenti legati a uno stile di vita decisamente più dinamico, che impone un passo frenetico e un utilizzo meno formale anche dei modelli più preziosi, un tempo riservati solo alle rare occasioni cerimoniali.
Una definizione piuttosto semplice di uno stile che ha contraddistinto la storia della calzatura con modelli inconfondibili alla vista così come impareggiabili nel confort e, in ogni caso, perfetta summa esplicativa del cuore delle sue creazioni.
Scultore della scarpa, indomito inventore e fantasioso sperimentatore, nel corso della sua carriera artistica ha scritto le pagine più importanti della storia della moda, realizzando creazioni divenute icone ed entrate di diritto nell’Olimpo dei divini. Modelli che, oggi come allora, godono di un fascino unico, reso tale dalle forme sublimi, dai materiali di altissima qualità e dalla manifattura eccellente. Virgola, Cancan, Pulcinella, Guignol sono solo alcuni dei nomi di battesimo - coniati dallo stesso Vivier - dati a creazioni talmente prestigiose da essere accolte nelle sale del Victoria and Albert Museum di Londra, del Metropolitan di New York, del Museo delle Arti e della Moda di Parigi.
Definito a ragion veduta il “Fragonard” e il “Fabergé” delle calzature, Roger Vivier ha potuto vantare una clientela prestigiosa, composta da dive cinematografiche del calibro di Ava Gardner e Catherine Deneuve così come da teste coronate, tra le quali svetta la Regina Elisabetta per la quale aveva realizzato uno speciale modello in occasione della sua ascesa ufficiale al trono nel 1953.

Parigino di nascita, respira sin da piccolo lo charme dell’estetica più nobile, assaporandone le caratteristiche autentiche e plasmando su di esse uno stile tutto suo, figlio di una naturale predisposizione al bello. Dopo aver frequentato l’Ecole des Beaux Arts, quasi casualmente scopre il mondo della calzatura, complice l’esortazione di alcuni amici a disegnare una collezione stravagante. Inizia così una lunga carriera che lo porta a collaborare con Pinet e Bally in Francia, con Rayne e Turnet in Gran Bretagna, con Miller e Delman negli Stati Uniti. Ed è proprio una scarpa ortopedica, disegnata per Delman e da lui scartata – per essere poi realizzata da Elsa Schiaparelli – a lanciare negli anni ’40 la moda della zeppa. Rimasto in America durante la guerra, apre con Suzanne Remi, in Madison Avenue, un negozio da modista, che ben presto diviene un punto di ritrovo immancabile per tutti coloro che seguono la moda. Nel 1947 rientra a Parigi: l’incontro con Christian Dior si rivela cruciale per il proprio destino. Il couturier, infatti, gli affida la parte stilistica dedicata alle calzature. Nel tempo, dal “su misura” Vivier passa a un concetto di moda allargata, realizzando linee di prêt-à-porter. Dopo dieci anni di sodalizio con la Maison Dior, nel 1957, decide di mettersi in proprio, dando vita a quel marchio dalle inconfondibili sigle puntate che ha calzato i piedi di dive e divine, facendo sentire un po’ tutte principesse di un mondo incantato.