venerdì 30 ottobre 2015

BOOK_Diana Vreeland: The Modern Woman


"Parte del mio successo come giornalista è dovuto alla mia audacia: non ho mai temuto di raccontare un evento, un fatto, un'atmosfera. Mi sono sempre immedesimata nel lettore finale. Era il mio lavoro. Credo di avere avuto sempre una visione chiara di cosa faceva piacere ai lettori: dare loro quello che... non sapevano di volere."
Nel 1936 Carmel Snow, direttore di Harper's Bazaar prese una decisione che cambiò per sempre la moda quando chiese a Diana Vreeland di entrare nella sua rivista. Diana Vreeland inaugurò la celebre rubrica "Perché no..?" E nel 1939, venne nominata la prima (ed unica) redattrice di moda del giornale - perché, come diceva spesso Richard Avedon, la Vreeland "inventava" la moda. Il libro Diana Vreeland: The Modern Woman documenta tre decenni di Bazaar, divisi anno per anno. Ogni sezione si apre con tutte le dodici copertine della rivista seguite da una selezione di immagini che testimoniano la visione innovativa di Diana Vreeland e i suoi continui lavori con celebri fotografi come Richard Avedon, Louise Dahl-Wolfe, Lillian Bassman, Martin Munkacsi e George Hoyningen- Huene.
Questa monografia permette di vedere come lo sguardo attento di Diana Vreeland e la sua collaborazione con Carmel Snow e Alexey Brodovitch, il leggendario direttore artistico di Harpers' Bazaar, abbiano cambiato l'immagine della donna moderna americana del ventesimo secolo. Con oltre 300 pagine e i commenti di sei tra i maggiori fashion leaders della moda di oggi, il volume Diana Vreeland: The Modern Woman ci racconta Diana Vreeland, un' icona senza tempo, fonte di ispirazione continua.

Diana Vreeland: The Modern Woman
The Bazaar Years 1936 – 1962
a cura di Alexander Vreeland, testi di Bruce Weber, Glenda Bailey, Edward Enninful, Tonne Goodman, Inez van Lamsweerde e Stefano Tonchi
300 ill colori e b/n, 304 pagine, copertina rigida, testi in inglese

Rizzoli International, Ottobre 2015

€ 65.00 

mercoledì 28 ottobre 2015

ART & CULTURE_Skin by Gian Paolo Barbieri


Gian Paolo Barbieri di diritto protagonista della scena culturale milanese con un’esclusiva selezione di lavori che attestano la sua cifra stilistica nonché l’impronta indelebile da lui lasciata nel mondo della moda. Alcuni di questi, inoltre, sono inediti e appartengono alla nuova pubblicazione “Skin”, edita da Silvana Editoriale. Teatro privilegiato dell’esposizione, lo Spazio Montebellotrenta che dal 10 novembre al 21 novembre ospita questa particolare retrospettiva, realizzata con il prezioso supporto di 29 Arts in Progress.
Un viaggio onirico nell’arte fotografica di Gian Paolo Barbieri, che ripercorre passato e futuro, soffermandosi sul presente con un nuovo lavoro quasi introspettivo, per così dire intimo e personale. Visioni metafisiche di ricordi, dediche, esperienze culturali di cui egli stesso, per tutta la vita, è stato allievo e interprete. È come se ora volesse regalare al suo strumento amato - la camera fotografica - la possibilità di reinventare immagini già acquisite durante la sua vita e che hanno segnato indissolubilmente il percorso visionario intrapreso.
Pertanto, non più istantanee di sensualità, ma descrizione di situazioni, momenti ed eventi fermati nella mente, ricordi di impressioni avute nei musei, esperienze da letture notturne.
 Skin diviene così poesia pura: una poesia per tanto tempo nella sua mente ed ora espressione figurata di un genio sublime e di un estro senza eguali.

Sempre fedele al suo “credo”, secondo cui l’immagine deve essere costruita sia dentro lo studio che in esterni, Gian Paolo Barbieri invita a un percorso che questa volta, a parte la solida qualità che fa di ogni foto un capolavoro, incita il nostro intelletto a rispolverare anche le nostre memorie.
Un disegno di Cocteau, un quadro di Gauguin o di Manet, eroi e semidei della mitologia greca, rivisitati da pitture o da statue del Rinascimento e del Barocco; ma anche dediche ad altri grandi fotografi, ricordi da scene di film importanti, personaggi che hanno lasciato un’impronta fondamentale nella nostra storia, ricreazioni di situazioni letterarie, si sviluppano e si dispiegano in un ventaglio di meraviglie, in una galleria dove la sua fantasia cavalca il Pegaso di un immaginario che ha sempre solide radici nella memoria, come se volesse dirci che nulla nella vita - e nulla particolarmente nell’arte - nasce da partenogenesi.
Così Gian Paolo Barbieri sviluppa le sue sensibilità: dalla soavità di un ritratto di Bronzino alla scena del primo atto di Don Giovanni, visto da Fragonard, dove ti pare sentire Donna Anna cantare con Mozart “non sperar se non m’uccidi ch’io ti lasci fuggir mai”; dalla sensualità nascosta ma non troppo dei dipinti di Bruce Sargeant alla divina amoralità della Salomè di Oscar Wilde dipinta da Léon Herbo, passando per la dolcezza della solitudine di Birdy di Alan Parker con Matthew Modine, le rivoluzioni sconvolgenti di Andy Warhol, la violenza quotidiana di Quentin Tarantino o di Trainspotting di Danny Boyle con Ewan McGregor, fino ad arrivare a personaggi reali come George Brummel e La Bella Otero, incurante spesso della verità descrittiva al punto da cambiare qualche volta il sesso o il colore della pelle ai personaggi, come alla Danae, al Minotauro o all’Adamo della sua Creazione. Una narrazione tutta sua, in perfetto stile Gian Paolo Barbieri, dove la dolcezza e la violenza si mescolano e si colgono sotto un unico aspetto: quello della bellezza.
Perché questo è l’unico aspetto che per il fotografo è legge.
 Nessuna tentazione verso la facile volgarità di effetto, ma tutto costruito dalla luce, tratto distintivo della sua arte. La luce, che con una maestria eccelsa egli usa per dipingere, scolpire e creare le sue immagini nello spazio.
 Immagini, che per quanto costruite al minimo particolare, non perdono mai l’essenza dell’istante, respirano la loro attualità e sentono la pulsazione della vita sotto la loro “pelle”.
Questo è il tocco del maestro. Far rievocare allo spettatore sensazioni, come “déjà vu”, attirarlo nel mondo del suo immaginario, farlo perdere in un labirinto di doppie esperienze, dove quella del creatore e quella dello spettatore si mescolano e originano emozioni, come in un teatro silenzioso, quando la sola immagine è sufficiente ad esprimere molto di più che di un testo declama.
Il tocco di Barbieri è quello che l’antichità ellenica ha eletto per secoli a dogma: la bellezza.
Così diventa testimone importante la foto del Narciso, anche Barbieri si guarda nello specchio d’acqua, preferendo suicidarsi dentro la sua stessa amata bellezza che tradire i suoi ideali.

Skin by Gian Paolo Barbieri
Dal 10 al 21 novembre 2015
Lunedì - Venerdì: 11.00 – 20.00 Sabato: 10.00 – 19.00
Altri orari su appuntamento.
SPAZIO MONTEBELLOTRENTA Via Montebello 30, Milano

Per gentile concessione 29 Arts In Progress
Uno speciale ringraziamento alla proprietà di Spazio Montebellotrenta per l’ospitalità e la gentile concessione dello spazio.



Gian Paolo Barbieri
Gian Paolo Barbieri nasce a Milano nel 1938, in una famiglia di grossisti di tessuti. Proprio nel grande magazzino di tessuti di suo padre acquisisce quelle competenze che gli saranno utili per sviluppare il senso di fotografia di moda classicamente inteso. Come per altri grandi, è il teatro ad esercitare un potente fascino sulla sua fantasia, tanto da farlo iscrivere alla scuola di recitazione del Teatro Filodrammatici, tra il 1956 e il 1957. Il cinema americano degli anni ’50 costituisce per lui una base importante: i drammi di Tennessee Williams o attori come James Dean, Marlon Brando o ancora Lana Turner e Ava Gardner, donne bellissime illuminate da una luce tutta particolare che le rendeva ancora più affascinanti. Ed è sempre la settima arte a dargli il senso del movimento e l’occasione di portare la moda italiana in esterno, dandole un’anima diversa. Frequenta la Roma della “Dolce Vita”, dove per mantenersi fotografa le starlette emergenti. Dopodiché si trasferisce a Parigi dove incontra il fotografo di “Harper’s Bazaar” Tom Kublin a cui fa da assistente per un periodo breve ma intenso. Tornato in Italia, nel 1964 apre uno studio a Milano e comincia a lavorare nella moda, facendo campionari. La sua cifra stilistica è da subito inconfondibile, raffinata e visionaria tanto da meritarsi la pubblicazione di  servizi fotografici, su “Novità”, la rivista che in seguito, nel 1966 diventerà “Vogue Italia”. Da questo momento comincia a collaborare con la Condé Nast, pubblicando anche su “Vogue Paris” dal 1973. Nel 1968 vince il Premio Biancamano come migliore fotografo italiano e il settimanale “Stern” lo inserisce tra i quattordici migliori fotografi di moda nel panorama internazionale. Realizza campagne pubblicitarie per marchi importanti come: Elizabeth Arden, Chanel, Dolce & Gabbana, Mikimoto e tanti altri, in cui riesce a trasformare ciò che ritrae in immagini ideali, con richiami continui al cinema anni Trenta e Quaranta. A lui il plauso d’aver ideato e realizzato con Valentino il moderno concetto di pubblicità di moda, creando set ad hoc per campagne che andavano a riprodurre e interpretare le collezioni degli stilisti (celeberrimo il caso delle montagne di semolino che dovevano evocare le dune del deserto da cui svettava una meravigliosa Mirella Petteni in Valentino). Negli anni ’80 lavora a stretto contatto con il mondo della moda, collaborando con Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Giorgio Armani.  Negli anni ’90 compie diversi viaggi in paradisi tropicali come Tahiti, Madagascar, Seychelles e Polinesia, da cui nascono dei meravigliosi libri fotografici in cui racconta luoghi e realtà lontane con il suo impeccabile gusto. Nonostante le foto siano in esterno e siano spesso immediate o fugaci, sono così “perfette” da sembrare fatte in studio. Gian Paolo Barbieri riesce ad unire la spontaneità di quella gente e di quei luoghi all’eleganza e allo stile tipici della sua cifra, combinando sapientemente la spontaneità della fotografia etnografica e il glamour della fotografia di moda. Fotografie considerate vere e proprie opere d’arte tanto da essere scelte da David Bailey per essere esposte all’interno del Victoria and Albert Museum di Londra e nel Kunsforum di Vienna.

29 Arts In Progress
29 Arts In Progress, galleria londinese che si propone come piattaforma globale per tutti gli operatori dell’arte contemporanea. Con la filosofia e la missione di contribuire attivamente allo sviluppo dell’arte contemporanea nel mondo e ponendosi quale ambassador della diversità e contaminazione culturale che l’arte permette, 29 Arts In Progress garantisce i più elevati standard organizzativi e artistici nel business dell’arte, sostenendo la crescita di artisti contemporanei di talento attraverso l’attenta cura di inedite esperienze artistiche nell’ambito delle mostre temporanee e permanenti che organizza in tutto il mondo.
Attraverso tali esperienze, 29 Arts In Progress è la piattaforma che avvicina artisti, curatori e gallerie d’arte, offrendo servizi di qualità a collezionisti, intermediari e investitori interessati all’acquisto di opere d’arte uniche.

Spazio Montebellotrenta è parte di un elegante palazzo dei primi del ‘900, circondato da un delizioso giardino, in zona Brera, nel pieno centro di Milano. Un accurato lavoro di rinnovamento ne ha prima riportato alla luce la bella struttura originaria, con le sue ampie aperture sul giardino privato, per poi, successivamente, dotarlo di un sofisticato up-grade tecnologico di ultima generazione progettato completamente a scomparsa, allo scopo di non alterarne superfici e volumi.
La climatizzazione degli ambienti, gli effetti musicali e l’illuminazione risultano così perfettamente integrati nelle geometrie minimali del soffitto luminoso, creando di volta in volta atmosfere personalizzate.
Il pavimento in marmo avorio, con le sue cornici scure a contrasto, e una scala in ferro dalle linee déco conferiscono agli ampi interni un elegante sapore retro.

Progettazione e ristrutturazione a cura dello Studio 8&A architetti, fondato da Anna Barile e Antonio Ottoboni

lunedì 26 ottobre 2015

LEISURE_Snoopy and Belle icone fashion a Milano






Nel loro viaggio intorno al mondo, Snoopy e sua sorella Belle hanno fatto tappa lo scorso weekend a Milano. Dopo New York, Stoccolma, Amsterdam e Parigi, la coppia di Beagle più famosa del pianeta si è fermata anche in Italia, nella città glamour per antonomasia, con la mostra “Snoopy & Belle in Fashion”. Teatro privilegiato, il prestigiosissimo Palazzo Cusani.
L’esposizione, dedicata alla moda di Snoopy, icona senza tempo della grande famiglia dei Peanuts, insieme a Belle, celebra, in chiave contemporanea, l’evento che trent’anni fa appassionò le più grandi firme della moda internazionale: Gianni Versace, Armani, Gucci, Oscar de la Renta, LL Bean, Missoni, Oleg Cassini e molti altri ancora furono chiamati a creare per loro un look personalizzato. Oggi come allora, la mostra ritorna con una nuova gamma di modelli e di stilisti prestigiosi – DKNY, Calvin Klein, Marant, Johnson, Kole, DSquared, Opening Ceremony, Ungaro, Von Furstenberg per citarne solo alcuni - che hanno adoperato la propria creatività e il loro personalissimo estro per realizzare abiti esclusivi e originali.
E così, durante il weekend appena passato, appassionati e cultori hanno potuto ammirare tale meraviglia, immergendosi in un mondo in bilico tra sogno e realtà e vivendo un’esperienza unica.
Snoopy e sua sorella Belle sono nuovamente in viaggio alla volta dell’Oriente: prossime tappe, Osaka, Hong Kong, Shanghai e Tokyo. Dopodiché vireranno verso il Sud America, incantando e divertendo con il loro stile senza tempo generazioni di pubblico cresciute insieme a loro.  


Quasi 65 anni fa, Charles M. Schulz ha creato un beagle di nome Snoopy e lo ha reso noto in tutto il mondo. In oltre mezzo secolo di strisce, raccolte, merchandising e cartoni animati, i PEANUTS hanno raggiunto mezzo mondo con 355 milioni di lettori, 1400 titoli tradotti in 26 lingue, 200 quotidiani: quest’anno Snoopy e i Peanuts vengono celebrati oltre che dalla mostra internazionale, con la prima uscita cinematografica, Snoopy & Friends, con la regia di Steve Martino, nelle sale italiane dal prossimo 5 novembre.

martedì 13 ottobre 2015

LEISURE_Il Design etico a Milano


Con una selezione di circa 40 brand tutti di ricerca, sperimentazione e rigorosamente Made in Italy, inaugurerà giovedi 15 ottobre a Milano in piazza Gae Aulenti la tappa conclusiva targata Expo 2015 di Natura Donna Impresa, il progetto nato nel 2010 (organizzato da Paola Sammarro, Caterina Misuraca, Valentina Martin e Riccardo Grazioli) che negli anni ha messo in rete e dato visibilità ad oltre 200 donne di tutto il Paese. Nella nuova agorà milanese del Fashion e della Finanza sarà l’evento più importante della Moda Etica e del Design Green.
300mq di esposizione e valorizzazione del “saper fare” al femminile, tra sperimentazioni di nuovi materiali per creare outfit speciali: pelle di pesce, corteccia di cocco, sughero, bamboo, canapa. Bijoux innovativi per forma e concept e arredi di eco-design dal tratto unico e singolare. Novità edizione Expo, area dedicata al food, con sapori della tradizione italica.
Il Temporary Shop sarà allestito in una suggestiva Location nella nevralgica piazza (tra lo store della Swatch e la Banca Unicredit) e si presenterà come il più sperimentale dei “cantieri”. Un vero e proprio hub tra nuove proposte in fase di start up e realtà già affermate e tutte in linea con i principi della sostenibilità, nel senso alto del termine, quindi della tracciabilità e trasparenza dei processi produttivi. Dalla scelta degli allestimenti alla location il leitmotiv sarà: benvenuti nel il cantiere open e in progress del nuovo Made in Italy!
I brand protagonisti sono: I 4 Chicchi,13 Ricrea, Milena Andrade, Gabriella Campanella, Il Cannolo, Deaoliva, Le Delle Santi, Descart, Essevì, Monica Gray, Valentina Laganà, Adriana Lohmann, Maggiolina Milano, Messaggi da Indossare, Minnie’s Jewels, NVK Design, Paglia Milano, Parteattiva, Prigen Cosmesi, Rebirth Italy, Ricreando Design, Adela Romero, Cinzia Rossi, Salesalato, Irene Sarzi Amadè, Angela Simone, Trequattrosette, Natsuko Toyofuku, Francesca Tronca, Toto Verien, Laura Zeni, Daniela Ponti Creazioni, Eugenia Scaglioni, Perego&PeregoVini.

Natura Donna Impresa, negli anni è stato contenitore di mostre, innovazione e racconti di vita. Per questo motivo, con orgoglio, presenta la partecipazione speciale del marchio di eccellenza sardo Edilatte costola di EDILANA pluripremiata da riconoscimenti prestigiosi in Italia e nel mondo per la Sostenibilità con al vertice Daniela Ducato. Direttamente dal Padiglione Italia di Expo 2015 l’azienda realizzerà site specific a Natura Donna Impresa una suggestiva e poderosa installazione omaggio al Paese Italia: IL DESIGN SENZA GUERRA. Omaggio al Design Italiano e a Gae Aulenti che ha dato all’Architettura e al Design una connotazione “femminile” riconoscibile in tutto il mondo. Altresì in occasione del 16 ottobre, Giornata Mondiale FAO dell’Alimentazione l’opera di Edilatte sarà un forte messaggio al mondo per un consumo responsabile del cibo, attraverso le parole dell’architettura.
Lo spunto di riflessione arriva anche attraverso l’esposizione di un altro progetto, promosso dall’Associazione no profit SBLU_spazioalbello con l’installazione “Non di solo pane...” basata sul concetto “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Infine, ma non per ultimo, ci sarà la partecipazione straordinaria di NOVACIVITAS con una suggestiva installazione di Edilizia Green.

Orari di apertura con ingresso libero e gratuito:
Giovedì 15 ottobre dalle 16 alle 23

Venerdi 16 e sabato 17 dalle ore 10.30 alle 22.30
Domenica 18 dalle ore 10.30 alle 21.00

Info

www.naturadonnaimpresa.com - info@naturadonnaimpresa.com