giovedì 25 giugno 2015

ABOUT_Louis Vuitton e il viaggio











Correva l’anno 1854, anno della sua fondazione, quando la Maison Louis Vuitton si distinse per la sua creatività e dedizione nel mettere a punto innumerevoli invenzioni e innovazioni riguardanti l’arte del viaggio. Da lì in poi, nulla fu più uguale: il marchio divenne sinonimo di lusso, savoir-faire e prestigio e viaggiare si caricò di importanti significati al punto di assurgere a un vero e proprio stile di vita.
Tre le figure centrali di questa magica avventura: Louis, Georges e Gaston. Tre generazioni che, a loro modo, hanno plasmato l’evoluzione dei tempi, nel rispetto delle aspettative e delle esigenze dei viaggiatori: dai bauli alle borse da viaggio morbide ed eleganti, lo stile della Maison si è imposto quale punto di riferimento, condensando in sé talento, genialità, unicità ed estetica.
Epocali, sono per citare qualche invenzione, la serratura antiscasso brevettata nel 1880, la celebre sacca da viaggio Keepall, antesignana delle borse leggere, il baule guardaroba, il sac chauffeur, nonché la creazione di bagagli straordinari, volti a rispondere alle necessità più inusuali di clienti speciali del calibro di Savorgnan di Brazzà, Leopold Stokowski, il Maharaja di Baroda, Marthe Chenal.
Una devozione che la Maison ha custodito gelosamente nei secoli, scandendo la sua storia al ritmo di articoli unici e inimitabili che hanno contribuito a trasformare il viaggio in una vera e propria forma d’arte. Volendo riassumerli, si possono identificare 10 icone che sono rimaste impresse nel dna della Maison, definendone l’heritage ispirazionale al punto da divenire parte della memoria collettiva del bagaglio.

Wardrobe
Emblema del bagaglio rigido, i wardrobe sono un oggetto divenuto culto. Inventati nel 1875, sono nati sulla base di un’esigenza meramente pratica quale il trasporto di tutti gli effetti personali in un unico contenitore reso assai resistente dalla struttura in legno e dal rivestimento in cuoio o in tela impermeabile. Una volta aperto, questo baule verticale si compone di due parti attrezzate: l’appendiabiti, da un lato, e i cassetti, dall’altro. La versione femminile, inoltre, include attaccapanni ai quali appendere abiti lunghi nonché una serie di pratici scomparti per i cappelli.
I wardrobe garantiscono numerosi vantaggi tra cui l’arrivo a destinazione in perfetto stato di accessori e abiti e la serratura antiscasso la cui unica chiave è riservata a ogni cliente per la totalità dei suoi bagagli Vuitton.
E se non si utilizzano per viaggiare, possono divenire lussuosi e raffinati complementi d’arredo, assumendo una veste di design dal gusto irresistibile.

Steamer bag
Creata nel 1901, la Steamer Bag in origine era una borsa accessoria in tela e cuoio, abbinata al baule e veniva utilizzata come contenitore per la biancheria, complice l’elaborato sistema di chiusura che consentiva di non svelarne il contenuto. Rigida alla base e molto capiente, la Steamer Bag nel tempo si è imposta come bagaglio a se stante grazie all’accompagnamento alla tela Monogram. Interamente cucita a mano, ancora oggi per essere realizzata sono necessarie 15 ore di lavoro.

Keepall
All’inizio a ogni cliente che ordinava un baule o un bagaglio rigido venivano offerte borse complementari in tela rinforzata con cinghie di cuoio. Tra queste vi era la Keepall, ideata nel 1930 e affermatasi nel tempo un bagaglio a tutti gli effetti, complice l’evoluzione dei mezzi di trasporto, del modo di vivere e di viaggiare. Quando nel 1959 viene inventata la tela morbida Monogram, la Keepall si dota di un’anima propria. La sua praticità di utilizzo e la sua maneggevolezza fanno sì che diventi il bagaglio ideale per vacanze brevi o fine settimana per clienti che, in ogni caso, non vogliono rinunciare allo stile.

Speedy
Ideata negli anni ’30, la Speedy, sorella minore della Keepall, è facilmente riconoscibile per la sua forma semplice e capiente. Da subito si è imposta come borsa cult grazie alla sua leggerezza e adattabilità. Un’identità che ben presto le fa assumere un’ulteriore valenza: non più solo articolo da viaggio, ma raffinata ed elegante borsa da città, ideale per una donna moderna e dinamica.

Noé
Creata nel 1932 da Gaston-Louis Vuitton su espressa richiesta di un produttore di vini che necessitava di una borsa solida, ma elegante e in grado di trasportare cinque bottiglie di champagne, Noé è diventata un’icona, complice l’utilizzo della tela morbida Monogram che l’ha fatta diventare un desiderata delle donne.
Nel tempo le sue forme sono state rivisitate al punto da esistere oggi in più taglie e rivestimenti.

Alma
Nel 1934 la Maison diede vita alla Squire Bag, il modello che qualche decennio più tardi – per la precisione, nel 1992 – venne rivisitato con l’ideazione dell’Alma, una forma in perfetto stile Art Déco, capiente ed elegante al punto da imporsi in men che non si dica come uno degli emblemi Vuitton.
Declinata in forme e materiali differenti, l’Alma è anche protagonista di periodiche reinterpretazioni coincidenti con le collezioni e le relative sfilate piuttosto che con le collaborazioni artistiche che da sempre avvalorano l’aspetto culturale delle creazioni Louis Vuitton.

Amazone
Creata da Gaston-Louis Vuitton per proteggere il materiale fotografico di un viaggiatore, Amazone riprende il nome dalla foresta del Sud America, evocando atmosfere e luoghi lontani e invitando all’evasione. Dotata di angoli rigidi posti alla base, nel tempo è stata perlopiù adottata dalla clientela maschile.

Porte-documents voyage
Al pari della Steamer Bag e della Keepall, il Porte-Documents Voyage fu, in origine, uno dei bagagli complementari proposti insieme ai bauli rigidi e destinato a contenere cuscini in caso di esigenza. Abbandonando gradatamente la sua funzione originaria e rivestito di cuoio Épi o di tela Monogram, si è trasformato in un porta documenti, carte e appunti, riscontrando il favore di un pubblico sia femminile che maschile.

Alzer
All’apparenza sembra una valigia tradizionale. In realtà, una volta aperto, questo bagaglio rivela un interno robusto, strutturato e spazioso. A caratterizzarlo, le serrature rinforzate, lo scompartimento separato e le cinghie interne. Le sue dimensioni ne consentono l’utilizzo anche nel caso di un soggiorno di qualche giorno. Da sottolineare che il rivestimento in Monogram ne consente la personalizzazione al fine di rendere la valigia unica nel suo genere.

Zéphyr

Pratica ma al tempo stesso elegante. Dal look retrò ma all’avanguardia. E soprattutto, comoda da portarsi appresso, complici le quattro ruote. Innovativa nella sua funzionalità in quanto si tratta della prima valigia realizzata in Monogram termo-compressa, una tecnologia che associa la durata e la resistenza alle abrasioni alla capacità di assorbire gli urti. L’interno è concepito secondo le medesime logiche dei bauli dove ogni particolare risponde a un’effettiva esigenza del viaggiatore.

lunedì 22 giugno 2015

STYLE_Eleventy SS2016

Modelli in Eleventy SS16 e i soci fondatori del gruppo Marco Baldassari e Paolo Zuntini

Modello in Eleventy SS16

Modello in Eleventy SS16

Andrea Berton per il lunch Eleventy con i soci fondatori Eleventy, da sinistra:
Paolo Zuntini, Andrea Scuderi e Marco Baldassari

Nell’ambito di Milano Moda Uomo, presentazione de luxe della collezione spring-summer 2016 per il marchio Eleventy, emblema di italianità, savoir-faire, raffinatezza e confort. A fare da cornice, lo showroom milanese in Corso Venezia, mentre a coccolare gli ospiti, lo special lunch curato da Andrea Berton.
Per la prossima stagione calda, Eleventy s’ispira ai Teddy Boys londinesi degli anni’50 che introdussero il concetto del vestire bene sempre, creando un proprio stile ispirato ai dandy di età edoardiana.
I loro punti fermi: giacche dalle tonalità scure, pantaloni a sigaretta, panciotti ed una grande attenzione ai dettagli.
È così che diventano protagonisti dell’estate Eleventy i blazer dall’anima sartoriale in pied de poule, principe di galles, chevron o in pelle taglio a vivo e i pantaloni dalla gamba dritta, eleganti nel loro essere informali. Ma soprattutto gilet e panciotti, proposti in tanti tessuti, anche camouflage tono su tono o in pelle traforata o in denim, da indossare sopra t-shirt e sotto giacche-cardigan in maglia di spugna, nella versione sportiva.
Ricordano, invece, l’anima rock dei Teddy boy i chiodi in nappa lavata nera e dalle zip importanti, da portare su jeans a sigaretta, discretamente usurati e macchiati di vernice, abbinati a scarpe in cuoio e a catene in pietra vulcanica, per un look moderno.
Ma l’uomo Eleventy sa essere elegante anche nel tempo libero, proprio come vuole il dna del brand di menswear. La proposta Fitness prevede l’inserimento di pantaloni con tessuti formali, come le lane e i cotoni, reinterpretati in versione jogging con coulisse in vita, polso in jersey sul fondo, da abbinare a felpe con cappuccio. Fanno parte di questa linea i trench colorati gommati con spacchi laterali, gli spolverini in stile marinaro, le sahariane in cotone spalmato, le polo e le t-shirt in cotone effetto spugna, monocromatiche o a righe.
E per l’uomo sempre in viaggio, Eleventy propone la linea no iron: abiti, giacche e pantaloni realizzati con lane pregiate sottoposte ad un particolare trattamento che ne migliora la resistenza agli agenti atmosferici e all’isolamento termico, rendendoli, per l’appunto, NO IRON e mai stropicciati.
Per quanto concerne le nuances, si va dal nero del Rock ai solari rosso e arancione del Roll, fermo restando i classici beige, cammello, moro, blu scuro, blu denim e verde militare. Per la linea fitness, invece, via libera ai colori naturali fino ad arrivare ai grigi e ai blu mélange.
Ancora una volta Eleventy ha mantenuto fede ai suoi valori: eccellenza, stile, eleganza e praticità. Nel rispetto di un codice vestimentario di un moderno dandy, devoto alla raffinatezza e, al tempo stesso, sempre più aperto alla ricercatezza informale dei capi che indossa.

Fondato nel 2007 da Marco Baldassari, Paolo Zuntini e Andrea Scuderi, nel giro di pochi anni il brand ha raggiunto eccellenti risultati, frutto della scelta strategica dell’azienda di salvaguardare e valorizzare le eccellenze locali, attive in settori specifici, promuovendo un Made in Italy autentico. In vista, l’apertura di nuovi monomarca con i quali validare l’immagine del brand e avvalorarne valori e ispirazione.

www.eleventy.it

lunedì 8 giugno 2015

ART & CULTURE_Fashion as Social Energy








Fashion as Social Energy affronta il rapporto tra arte e moda, intese come forme di energia sociale, capaci di catalizzare desideri, ansie, esigenze, ossessioni e spinte critiche del presente.
L’esposizione presenta il lavoro di quattordici artisti internazionali particolarmente sensibili alle trasformazioni in corso nella contemporaneità: Luigi Coppola e Marzia Migliora, Rä di Martino, Mella Jaarsma, Kimsooja, Claudia Losi, Lucy+Jorge Orta, Maria Papadimitriou, Michelangelo Pistoletto, Kateřina Šedá, Nasan Tur, Otto von Busch, Wurmkos e Bassa Sartoria, Andrea Zittel.
Nelle opere in mostra l’abito non rappresenta solo la possibilità di un’identificazione individuale e sociale, ma stimola riflessioni su molti fenomeni attuali, quali la mobilità e la migranza, l’ibridazione etnica, la caducità della bellezza, la frammentazione delle comunità e delle relazioni tra individui, le condizioni del lavoro in un mondo globalizzato, la possibilità di sottrarsi al ciclo fagocitante del consumo, le potenzialità delle pratiche di condivisione.
Così, quando interpretata dagli artisti, la moda racconta l’esperienza del presente e, tra etica ed estetica, si fa attivatrice di energie creative e sociali, di forze propulsive in grado di scardinare abitudini, di minare le convenzioni e di generare nuove visioni e possibilità.
Fashion as Social Energy costituisce quindi una piattaforma per una riflessione profonda sul nostro presente e sul nostro possibile futuro.
La mostra è curata da Anna Detheridge, critica e teorica delle arti visive e presidente di Connecting Cultures, e Gabi Scardi, storica dell’arte e curatrice. I temi della mostra saranno oggetto di incontri, performance e serate conviviali che animeranno Palazzo Morando durante i tre mesi di apertura al pubblico. L’esposizione e le iniziative collaterali sono organizzate da Connecting Cultures, in collaborazione con il Comune di Milano, con il patrocinio di Regione Lombardia e della Camera Nazionale della Moda Italiana e in partnership con Ermenegildo Zegna nell’ambito di Expo in Città.
Connecting Cultures è un’agenzia di ricerca non profit con sede a Milano, fondata da Anna Detheridge, attiva nell’ambito delle arti visive. Inizia la propria attività nel 2003 con la mostra “Arte pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni” inaugurata a Biella presso Cittadellarte. Cura progetti pubblici che accompagnano la rigenerazione del territorio e la formazione interdisciplinare. Attualmente è impegnata in un progetto culturale multidisciplinare dedicato al tema della moda etica e consapevole. Il primo importante appuntamento è rappresentato da out of fashion, masterclass di alta formazione sulla cultura della moda consapevole, etica e innovativa, in partnership con realtà di prestigio quali London College of Fashion e Fondazione Gianfranco Ferré. La mostra Fashion as Social Energy è il secondo appuntamento di questo importante progetto di ricerca.

Fashion as Social Energy
Palazzo Morando – Costume, Moda, Immagine, via Sant’Andrea 6, Milano

Dal 29 maggio al 30 agosto 2015

giovedì 4 giugno 2015

LEISURE_Gian Paolo Barbieri in mostra a Taormina







Esposte alcune tra le sue immagini più emblematiche, che celebrano la moda nella sua accezione autentica, premiandone la creatività e la bellezza. Un viaggio attraverso gli oltre quarant’anni di carriera di Barbieri, che ha immortalato e interpretato per immagini lo stile di firme del calibro di Valentino, Giorgio Armani, Missoni, Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Dolce&Gabbana. In mostra anche il côté internazionale, approcciato grazie alle molteplici collaborazioni con le edizioni francesi, americane e tedesche di Vogue che lo hanno visto lavorare al fianco di Yves Saint Laurent e Vivienne Westwood.  
L’esposizione ripercorre le differenti sfumature della fotografia di moda, dalla seduzione alla provocazione, dal mito all’eleganza. Fotografie per riviste di moda, ritratti in studio, scatti eseguiti durante pause sul set restituiscono un affresco variopinto del mondo della moda e la sua dimensione sospesa tra realtà e immaginario.
Tra le dive e le modelle messe in posa Audrey Hepburn, Jerry Hall, Monica Bellucci, Vivienne Westwood, Veruschka, Ann Andersen, Anjelica Huston.
Una sezione della mostra, inoltre, è dedicata alle immagini scattate nei paradisi tropicali di Tahiti, Madagascar e Seychelles, luoghi e realtà lontane, dove Barbieri è riuscito con il suo gusto impeccabile a coniugare la spontaneità delle persone alla meraviglia dei paesaggi.
La mostra resterà allestita a Palazzo Corvaja in Piazza Vittorio Emanuele II a Taormina fino al 20 giugno 2015.

Gian Paolo Barbieri, il regista della moda
Palazzo Corvaja, Piazza Vittorio Emanuele II, Taormina

Dal 13 al 20 giugno 2015