mercoledì 21 gennaio 2015

ART & CULTURE_Kris Ruhs New Series








È stata inaugurata sabato 17 gennaio alla Galleria Carla Sozzani di Milano la mostra dedicata a Kris Ruhs, pittore e scultore americano dall’estro eclettico e visionario.
Kris Ruhs vive a New York nell’epoca in cui la scena delle arti era dominata dal colore e dal minimalismo: Stella e Kusama usavano le forme sulla tela per espanderle al di fuori delle pareti e le vecchie guardie Pollock e Frankenthaler continuavano a inasprire la controversia fra l’espressionismo astratto e le nuove istanze del minimalismo.
Mentre, negli anni ‘80, gli artisti esploravano i processi per forzare l’evidenza delle due dimensioni con la relazione tridimensionale fra la tela, lo spazio e il soggetto, Ruhs ruppe le divergenze attraverso la costruzione di ‘schermi’ al di sotto dei quali si svelavano altre superfici.
Crede nel riciclo dei materiali per la loro intrinseca bellezza e molte di queste costruzioni erano - ed ancora sono - realizzate con materiali recuperati per strada. La mano dell’artista è concreta e visibile, un aspetto della realizzazione dell’opera che Ruhs continua ad adottare e non importa quale sia il mezzo espressivo, conferendo ad ogni opera una ‘umana e personale’ qualità inconfondibile.
Non significa che un’opera abbia una denominazione o un titolo che possa aiutare a guidarci nell’esperienza visuale. In queste opere le astrazioni sono come sempre rigorose, ma l’estensione della gamma dei colori e la delicatezza degli equilibri fra gli elementi, che catturano e fermano l’attenzione, ci trasportano in nuove e sottili relazioni con l’interesse di Kris Ruhs per la superficie e il fondo che continua ad affascinarlo.
Fino a tempi recenti, Ruhs ha usato soprattutto una tavolozza modernista con il bianco dominante, o, più precisamente, l’assenza di colore nelle costruzioni scultoree in cui la luce ha giocato un ruolo attivo con l’opera. La re-introduzione del colore drammatizza la significativa fondamentale realtà della superficie. Un processo che chiaramente dimostra il personalissimo atteggiamento esplorativo che guida il suo pensiero creativo.
Questi lavori non sono proprio tele, non esattamente dipinti, nemmeno sculture, piuttosto l‘artista continua a sfidare le suddivisioni per categorie.

Kris Ruhs – New series
Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10, Milano

Fino all’1 febbraio 2015

martedì 20 gennaio 2015

STYLE_L'uomo di Mario Dice



Mario Dice per l’uomo dell’autunno-inverno 2015/2016 presenta una collezione pensata e raffinata, duttile, ma apparentemente semplice, in realtà attentamente studiata cucita addosso ad un gentleman contemporaneo.
Capi sartoriali, come nel caso dei pantaloni classici di gabardin di lana che si arricchiscono di dettagli colorati come in un gioco del “vedo non vedo”.
Capi duttili quindi, come per il giaccone che all’occorrenza diventa un comodo caban e che ancora diventa una giacca grazie ai preziosi bottoni simili a piccoli lingotti di oro.
Giacche in seta cachemire o in lana cachemire, pantaloni rovesciati e in velluto/neoprene, camicie plissé per distinguersi.
Un uomo che sa giocare e divertirsi come quando sceglie le tute in nappa leggerissima o le felpe in cavallino, come anche quelle termosaldate e laserate in 3D con stampe animalier e geometriche usate anche per il jeans.
Capispalla importanti, morbidi che sembrano cuciti addosso ma non solo, ci sono anche il montone bianco optical, cappotti in nappa rigida o in camoscio a vestaglia.
Blouson Biker rivisitati, proposti in cachemire con impunture in pelle e anche in montone e, per i più coraggiosi, anche  tempestato da swarovski.
Colori ben definiti: il tutto nero, il tutto bianco, liscio, latteo, compatto, il blu navy e il cammello.


Biografia
Mario Dice nasce nel 2007 da un’idea dello stilista Mario Dice e di Gianluca Aquila. Un prodotto pret-à-porter per la linea “uomo e donna” da affiancare alla linea couture donna.
Dopo una carriera ventennale come designer per diversi brand, tra cui TRUSSARDI, KRIZIA, GATTINONI e CK, Mario Dice decide di proporsi con le proprie linee, forte dell’esperienza maturata nel corso degli anni all’interno delle più importanti maison italiane e internazionali.
La tradizione sartoriale appresa dalla collaborazione con SORELLE FONTANA e GATTINONI, unita all’innovazione stilistica, ne fanno uno stilista completo e visionario, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e ispirazioni e, al tempo stesso, attento alla praticità e al confort dei suoi capi.
Casual o raffinato, sobrio o divertente, elegante o dinamico: il suo estro creativo si contraddistingue per un sovrapporsi di stili contemporanei, unici e originali, che contempla uno sguardo al passato e al futuro. Per un mix vincente di vintage, rock, etnico, classico.

Segno distintivo delle sue collezioni, è l’utilizzo poliedrico della pelle, trattata come un vero e proprio tessuto. La ricercatezza nei dettagli, nelle linee e nei materiali, sono alla base delle sue creazioni, specie per i capispalla: non  semplici capi, bensì vere e proprie “icone”.

Press contact
Francesco Ladisa Communication, www.francescoladisacommunications.com, 340 3633520

martedì 13 gennaio 2015

LEISURE_Gastel in the road






Dal 14 al 21 gennaio, complici le sfilate maschili, Milano rende omaggio al genio creativo di Giovanni Gastel con la mostra en plein air “Gastel on the Road”, curata da Alessandro Cocchieri e organizzata dall’Associazione MonteNapoleone in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana e con la partnership di Canon.
Via Montenapoleone, crocevia di tendenze, lussi, e stili, diventa teatro privilegiato di questa rassegna di 27 scatti che raccontano la figura dell’uomo e la sua evoluzione dagli anni ’80 ad oggi. Da Ettore Sottsass a Roberto Bolle, la mostra ripercorre un trentennio di storia in termini di cultura, società e moda, rivelando il ruolo centrale dell’eleganza e dello stile per l’immagine maschile.
Una sorta di passerella che tra pop e glamour con la quale scandire e celebrare la carriera del fotografo di moda milanese, validandone l’indiscusso talento. A Giovanni Gastel, infatti, il plauso d’aver immortalato alcune delle pagine più emblematiche della storia della moda e i volti iconici che, con il loro stile e la loro raffinatezza, hanno lasciato un segno indelebile nel corso degli anni.
Un invito ad addentrarsi in questa eclettica galleria per essere catturati in un magico mondo dove tutto parla di unicità e buon gusto, dove si va oltre la mera apparenza immaginifica per arrivare alla vera resa formale di volti, corpi e fascino. Dove l’eleganza diventa l’autentico significato della vita, non lasciando spazio ad emulazioni o ostentazioni. Volti che parlano di sé e per sé, senza nulla dover aggiungere, complice un’innata e naturale inclinazione al senso dello stile tout court inteso. A Giovanni Gastel il merito d’aver catturato queste suggestioni e averle rese eterne, cristallizzandole in immagini dalla potente forza evocativa e dal magnetico fascino incantatore.

Gastel on the road
Via Montenapoleone, Milano

Dal 14 al 21 gennaio 2015

lunedì 12 gennaio 2015

LEISURE_Bellissima al MAXXI







Emilio Schuberth, le Sorelle Fontana, Germana Marucelli, Mila Schön, ma anche Valentino, Simonetta, Roberto Capucci, Fernanda Gattinoni, Fendi, Renato Balestra, Biki, Irene Galitzine, Emilio Pucci, Fausto Sarli e molti altri ancora. Il meglio della moda made in Italy, quella autentica, che ha dato vita nell’immediato dopoguerra allo sviluppo di un concetto di stile unico nel suo genere, inconfondibile e, al tempo stesso, intramontabile. Oggi come allora, si tratta di nomi che riecheggiano nelle nostre menti, portando alla luce inestimabili abilità e capacità, madrine di raffinatezza ed eleganza.
Ma se è vero che la moda ha sempre dialogato con le molteplici forme d’arte, non vi è da meravigliarsi nel vederla dialogare con opere d’arte, con il cinema e i suoi divi, di via Veneto e della Dolce Vita.
Tutto questo – e molto altro ancora – è protagonista della mostra Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968 (visitabile fino al 3 maggio 2015), realizzata a cura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi e che, attraverso la lente privilegiata della moda, ritrae la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria (nel cinema, nell’arte, nell’architettura, nel teatro, nella fotografia), facendo rivivere al MAXXI le atmosfere e gli stili di un periodo che ha contribuito in modo unico a definire il carattere e lo stile italiani a livello internazionale. Main partner del progetto, Bulgari, da 130 anni emblema di creatività ed eccellenza.
Con un allestimento essenziale e contemporaneo curato dall’architetto Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Bellissima mette in scena una selezione di 80 abiti di autori che hanno costruito l’identità della moda italiana, evidenziandone temi e tratti distintivi. Dalle creazioni spettacolari che hanno illuminato i grandi balli e i foyer dei teatri del secolo scorso, accompagnate dalle abbaglianti espressioni dell’alta gioielleria, all’eleganza trattenuta degli abiti da mezza sera dal grafismo rigoroso del bianco e nero all’esplosione cromatica - sospesa fra orientalismo allucinato e pop art spaziale - tipica degli anni Sessanta; dalle invenzioni per le attrici della Hollywood sul Tevere (con gli abiti disegnati per Ava Gardner, Anita Ekberg, Ingrid Bergman, Lana Turner, Kim Novak, Anna Magnani) agli esiti della sofisticata ricerca formale frutto di alcune intense collaborazioni fra sarti e artisti. E poi i completi da giorno, i tailleur e i cappottini che raccontano di un lusso ricercato anche nel quotidiano.
A corollario, gli accessori –borse, scarpe, bijoux, cappelli – che completano l’immagine della moda italiana e hanno contribuito a lanciare la nostra artigianalità a livello internazionale. Tra questi, degni di nota quelli a firma Coppola, Toppo, Salvatore Ferragamo, Fragiacomo, Gucci, Roberta da Camerino.
Non da ultimo, i gioielli, da sempre ideale complemento degli abiti come espressione di gusto e personalità nonché emblema dei fermenti culturali di un’epoca. Bulgari, il gioielliere italiano più celebre nel mondo, espone una selezione di pezzi unici rappresentativi di un periodo chiave nella storia del Marchio a livello di sperimentazione e innovazione stilistica. Fra i pezzi in mostra, le iconiche creazioni Serpenti in oro con diamanti o smalti e una straordinaria collana degli anni ’50 in platino, rubini e diamanti per un totale di 70 carati.
In mostra, inoltre, le fotografie di Pasquale De Antonis, Federico Garolla, Ugo Mulas, autori straordinari che attraverso le loro immagini raccontato i fasti della moda italiana e i suoi paesaggi; riviste dell’epoca e documenti originali; filmati che ne rivelano la grande effervescenza.
A suggellare gli infiniti connubi tra la moda e l’arte tout court intesa ed espressa nei suoi molteplici linguaggi, infine, le opere di Carla Accardi, Getulio Alviani Alberto Biasi, Alberto Burri, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Paolo Scheggi, molte delle quali esposte grazie alla collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, testimonianza della sperimentazione e della grande vitalità creativa di un’epoca eccezionale.
Il dialogo con l’arte contemporanea, in particolare, è messo ben in evidenza da vb74, performance che Vanessa Beecroft ha progettato appositamente per l’inaugurazione della mostra sul tema dell’identità femminile.
Otto le sezioni espositive attraverso le quali cogliere la complessa e cangiante immagine della moda italiana in una sorta di racconto ideale fatto da tante storie esemplari che hanno dato forma e consistenza all’affermazione dell’etichetta “made in Italy”. In Arty l’atelier è presentato come luogo di produzione culturale e, quindi, come testimone - soprattutto nel corso degli anni ‘60 - di atmosfere scandite dalla complicità fra creatori di moda e artisti. Emblematici in questo senso i casi di Roberto Capucci, Germana Marucelli, Mila Schön: creatori che utilizzano il progetto dell’abito come spazio di riflessione sui linguaggi della contemporaneità e che coltivano il dialogo con gli artisti per trasformarsi in interpreti visionari delle forme del loro tempo. Si procede poi con Giorno, sezione in cui i completi da giorno, i tailleur, i cappottini sono l’altra faccia dell’alta moda, quella meno appariscente che ci racconta di un lusso ricercato che non ha bisogno delle occasioni uniche per manifestarsi. Sono gli oggetti che definiscono gli immaginari urbani della modernità. I dettagli costruttivi combinati alla qualità italiana dei tessuti, le lavorazioni artigianali che si innestano su quelle industriali, impreziosendole, sono alla base delle soluzioni formali che caratterizzano questi abiti. Il viaggio dell’alta moda è anche l’esplorazione di questo territorio, che permette ai grandi sarti italiani, fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, di mettersi in gioco e sperimentare. È il percorso vero l’alta moda pronta, verso il prêt-à-porter.
La mostra prosegue con Bianco e Nero, principio progettuale alla base di alcuni fra gli abiti in mostra che rappresentano le più riuscite manifestazioni dell’alta moda italiana fra gli anni ‘50 e ‘60, intesa non come luogo che celebra atmosfere elitarie, ma come eccezionale laboratorio creativo, spazio per la messa a fuoco delle poetiche dei creatori italiani. Essenziale e grafico, il bianco e nero diventa la radiografia attraverso la quale leggere le qualità degli abiti che maggiormente sperimentano nuove soluzioni formali, lunghezze inaspettate, accostamenti inediti fra i materiali. La storia racconta che la moda ben presto ha stretto profondi legami con la settimana arte e proprio nella sezione Cinema rivivono queste atmosfere. L’atelier delle Sorelle Fontana è lo scenario del film di Luciano Emmer Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), e sempre delle Sorelle Fontana sono gli abiti che sfilano nella sartoria torinese del film di Michelangelo Antonioni Le amiche (1955). Ma anche Fernanda Gattinoni, Emilio Schuberth, e poi Valentino, Fabiani, Tiziani: sono alcuni dei nomi che si legano al glamour delle attrici della dolce vita. Le attrici italiane e quelle internazionali diventano clienti affezionate delle grandi sartorie romane e questi creatori diventano il referente privilegiato per i guardaroba personali di icone come Ingrid Bergman, Ava Gardner, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Audrey Hepburn, Anna Magnani, Silvana Mangano, Kim Novak, Elizabeth Taylor. La mostra prosegue con Gran Sera, dove regina è l’interpretazione sartoriale dell’unicità propria delle grandi occasioni: l’abito di alta moda è lo strumento che scandisce l’incedere sul tappeto rosso, che anima i foyer dei grandi teatri la sera della prima e i saloni dei palazzi nobiliari durante i grandi balli. Ardite sperimentazioni che trovano la loro validazione con gli abiti da cocktail. In questa sezione la mostra ripercorre le linee tipiche di queste occasioni: “a vetro soffiato”, “alternata”, “solare”, “a boule”, “a scatola”, “a stelo” fino all’arrivo nel corso degli anni ’60 di pantaloni, scarpe dalla punta allargata e dal tacco basso e ispessito. Ma la moda italiana guarda anche oltre, non fermandosi al Belpaese. È così che rimane affascinata dall’oriente e dagli esotismi, al punto di tradurre questa attrazione in  applicazioni e ricami elaborati e preziosi: motivi floreali, arabeschi e astrazioni geometriche diventano scintillanti campiture della silhouette, posizionate su collo, polsi e orli, e arrivano a invadere l’intera superficie dell’abito. Ma non è tutto. Quest’attrazione, infatti, non si esaurisce nella decorazione: nel 1960 il Pijama Palazzo, ideato da Irene Galitzine insieme al suo giovane collaboratore Federico Forquet, riscuote un grande successo alle manifestazioni di moda fiorentine. Dulcis in fundo, la sezione Space, dove paillettes, frange, placche in alluminio, disegni geometrici a rilievo che modulano e animano le sintetiche forme degli abiti la fanno da padrone. Il luccichio metallico diventa l’emblema delle visioni del futuro e di quell’estetica anni ‘60 proiettata verso un domani alla moda. È l’alta moda che si accorge dei giovanissimi, che accompagna i balli sincopati e le pose iper-grafiche delle modelle di “Vogue” e che dai palazzi barocchi della nobiltà romana si sposta sulla pista del Piper Club e fra le scenografie in bianco e nero dei varietà in televisione. 

Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968
Fino al 3 maggio 2015
a cura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi
progetto allestitivo di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Guido Schlinkert
Galleria 5 
Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo ∙ Via Guido Reni 4A - 00196 Roma 

giovedì 8 gennaio 2015

LEISURE_WHITE gennaio: le aree speciali



La location Tortona 27 ospita marchi dell’avanguardia fashion e numerose aree speciali.
 Prime fra tutte è quella di Adidas Originals, che ritorna a White con le linee Adidas Originals Blue Collection, Superstar, Tubular e presenta in anteprima esclusive capsule collection progettate con brand di ricerca come Neighborhood e Hyke. Riconfermano la loro presenza anche Reebok con Reserve, la collezione street e active che comprende il remake di modelli iconici del colosso americano, insieme a importanti focus della nuova stagione. Ritorno in grande spolvero anche per Nasir Mazhar, il marchio dell’omonimo designer londinese che si è imposto con il suo stile sport-inspired. Special area per il brand Patagonia eccellenza dell’abbigliamento outdoor. Un’area speciale, inoltre, per Collection Privée?, forte della sua recente affermazione sui mercati asiatici. La sapienza artigianale del made in Italy è protagonista nell’area dedicata a Alberto Fasciani, il brand marchigiano fondato nel 1950, mentre è ancora squisitamente contemporary l’allestimento di Fattore K, lo showroom multimarca milanese, che rappresenta marchi del calibro di Todd Snyder + Champion, Champion Reverse weave, Nemen, Bevilacqua shirts, Archivio by Romano Ridolfi, Big Uncle.
Dall’America approdano a White per la prima volta il brand di sneakers Etonic e il label di calzature style college Walk Over. Riconferma la sua presenza alla manifestazione il brand italiano Parajumpers che presenterà una capsule della ricca collezione, risultato della collaborazione con un designer giapponese.
Nella location Tortona 27, inoltre, trovano spazio anche le aree Wok Room, Bottega Backdoor & La Ferramenta, dedicate a brand di ricerca dal sapore spesso streetwear, curate da White in collaborazione con omonimi retailer conosciuti per l’estrema ricerca, per avvicinare il pubblico dei buyer internazionali ai brand contemporary.


Sempre a Tortona 27, infine, l’onore di ospitare l’evento “La tradizione, Il valore, Il bello” che inaugurerà il salone nella mattina di Sabato 17 e sarà dedicata a Faliero Sarti, marchio conosciuto in tutto il mondo per le splendide sciarpe e per i preziosi scialli, che celebrerà a White il suo ventesimo compleanno. Uno speciale allestimento ripercorrerà le tappe salienti della sua storia, quella di uno dei brand più rappresentativi della tradizione e dell’eccellenza italiana che dai tessuti preziosi ricava accessori da sfoggiare per vanità, emozione, o solo per piacere.
Vocazione avant-garde, invece, per il Basement di Tortona 27, da sempre nucleo vitale della ricerca e dello stile White. Una vera e propria galleria di ricercatezze che, nell’imminente edizione di gennaio 2015, propone l’ultima collezione di Joe Chia, il designer di Singapore, autore di blazer e giacche impermeabili oversize, che mixano il nylon alle fibre naturali come la seta e il lino. Nella stessa area sono accolti anche AD Ann Demeulemeester, con la sua modernissima collezione di calzature uomo-donna, Masnada, il marchio etico italiano fondato nel 2007 da Angelo Iannello, la collezione di borse del designer Filippo Fanini e il total look siglato Serienumerica. Ritornano anche Lucio Vanotti, con le sue sofisticate creazioni concettuali, Ermanno Gallamini, che utilizza tessuti rari e nobili e il marchio di calzature Peter. Arrivano, invece, dalla Germania il label new entry Milieu e dalla Francia Marc Le Bihan con i suoi capi di abbigliamento senza tempo.

Last but not least, White Glasses, lo spazio dedicato agli occhiali di ricerca che mette in vetrina alcuni marchi più rappresentativi di un settore in netta affermazione nel panorama del fashion. I brand Andy Wolf Eyewear, IC! Berlin, Maki Sunglasses porteranno a White le ultime news, accanto a quelle firmate di Saturnino Eyewear e agli innovativi occhiali del marchio Spektre Sunglasses.

White
Via Tortona 27 e 54, Milano
dal 17 al 19 gennaio 2015