giovedì 29 maggio 2014

ART & CULTURE_Mario Testino in mostra a Torino













"La mia collezione oggi è molto di più di una cassetta degli attrezzi visiva. È un resoconto che traccia il percorso che ho compiuto nel campo dell’arte: come è cambiato il mio modo di vedere e si è evoluto il mio gusto. Adoro l’idea del cambiamento: poter cambiare idea in un attimo è uno degli aspetti magici della vita…''. Questo è quanto afferma uno dei fotografi di moda più importanti del mondo nonché un grande collezionista d’arte: Mario Testino. A lui e alle opere provenienti dalla sua collezione privata la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli dedica la mostra “Somos Libres II”, curata da Neville Wakefield e visitabile sino al 14 settembre. Esposti, capolavori di Tauba Auerbach, Richard Avedon, Cecil Beaton, Glenn Ligon, Jonathan Monk, Ugo Rondinone, Cindy Sherman, Adriana Varejão e Andy Warhol. Già presentata nel 2013 al MATE (l’associazione culturale di Testino a Lima, in Perù), Somos Libres II assume nella tappa torinese una veste nuova, concentrandosi sulla tensione tra il medium della fotografia e la pittura astratta nella collezione dell’artista e svelando, in tal modo, il suo viaggio personale nel mondo dell’arte contemporanea. "L’arte è il mio nutrimento, mi svela cose nuove e aumenta la mia consapevolezza. È interessante, perché è un cerchio che si chiude: prendo ispirazione da qualcosa, poi vedo che la mia opera a sua volta ha ispirato un artista e la guardo entrare nel mondo dell’arte nella sua forma nuova e appropriata…'', afferma Testino.
Fil rouge dell’esposizione, la libertà creativa. Somos Libres, infatti, riprende l’incipit dell’inno nazionale peruviano – “Somos libres seamoslo siempre” (rimaniamo sempre liberi) – sottendendo all’indipendenza del Perù dalla Spagna e alla conseguente conquista del Paese della libertà di esistere e di (ri)-scoprire la propria identità. A tutto ciò afferisce la scelta delle opere esposte, ossia alla libertà da vincoli esterni che ispira gli artisti, consentendo loro di esprimere visioni, suggestioni e emozioni. Un io condiviso che diviene voce collettiva di istanze e valori, simboli esemplificativi di una società. Una tensione alla manifestazione dell’interiorità che supera ogni ostacolo e si manifesta in tutta la sua forza comunicativa ed emotiva.
La libertà creativa, pertanto, è la condizione necessaria e sufficiente per l’esistenza dell’arte e per la commistione tra le sue varie forme espressive. Nel caso della fotografia, l’obiettivo diviene l’occhio privilegiato attraverso il quale catturare istanti e cristallizzarli nel tempo, in una perfetta contrapposizione sincronica tra il dinamismo della vita e la staticità dell’immagine.
Il percorso espositivo inizia con alcune immagini di visite a studi d’artista scattate da Testino. L’idea di libertà, in questo senso, si percepisce immediatamente, non appena si varca la soglia, prima nello studio degli artisti e poi nell’arte che produce e rivela. Il nucleo centrale mette in contrasto il palcoscenico vuoto dell’astrazione con l’impulso figurativo della fotografia che rappresenta gli interessi e le influenze di Testino. Allo stesso modo, l’installazione stessa oppone alle opere, che sono tradizionalmente appese alle pareti, la fusione di impeto e impulso che rimanda alle pagine dei libri e delle riviste che costituiscono l’habitat principale della fotografia. All’interno di questa sezione, le immagini scattate da Testino sono presentate come pagine di una rivista tridimensionale.
Un viaggio per immagini nell’universo finora sconosciuto di Mario Testino e, per la precisione, nell’arte che lo ispira e che colleziona. Una visione intimista dell’artista, per il quale, fondamentale nel momento in cui si diviene collezionisti, è non avere fretta, bensì seguire con pazienza e devozione i cambiamenti del gusto. Siamo attratti solo dalle cose che conosciamo, perciò è importante non limitarsi: tutte le cose che ci piacciono, ci piacciono soltanto perché ci siamo trovati in loro presenza. Il gusto evolve ed è determinato solo dai nostri preconcetti. Imprescindibile, quindi, spingersi sempre oltre, per cercare sempre qualcosa di nuovo o, perlomeno, guardare il mondo in maniera nuova.

Somos Libres II
Fino al 14 settembre 2014

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, via Nizza 230/103, Torino

mercoledì 28 maggio 2014

ABOUT_Dior nel mondo: aperta la boutique di Firenze



A Firenze, in via Tornabuoni, Christian Dior ha aperto le porte di un nuovo negozio. All’interno della torre medievale dei Gianfigliazzi, sotto le stupefacenti volte di un palazzo fiorentino, nel cuore della città rinascimentale, ritroviamo tutto lo spirito di Avenue Montaigne, con le sue classiche pareti modanate e l'arredamento neo-Louis XVI. Lo spazio, progettato dall’archistar Peter Marino, già ingaggiato dalle più importanti Maison di moda per la realizzazione di spazi charmants e unici, presenta le collezioni di abbigliamento donna, borse, calzature e accessori. Al piano terra, dedicato a borse e accessori, dominano i toni del grigio perla, uno dei colori amati del couturier, che brillano alle pareti grazie alle colonne di specchi con modanature retroilluminate e ai rivestimenti in legno pregiato. Una scala di ferro battuto porta al primo piano. Una sala ospita le calzature che fanno bella mostra di sé fra tende in velluto di seta, pareti in specchio e legno e comode sedute. Adiacente, un salotto intimista invita le clienti a scoprire il favoloso mondo Dior accomodandosi in accoglienti divani; sulla parete, una creazione calligrafica in pasta di vetro realizzata dall'artista americano Rob Wynne. Tratto saliente di questa zona moderna e luminosa, l’incontro tra l’eredità fiorentina e l’eleganza Dior. Disposto su due piani, la boutique riflette la quintessenza dell’estetica francese ed è impreziosito da dettagli architettonici che enfatizzano l’autenticità e la storia del luogo.

Dulcis in fundo, la posizione, non casuale, nella città medicea: di fronte, infatti, si trova il palazzo dei Ferragamo. L'occasione ideale per le due Maison di riesumare qualche bel ricordo, come nel 1947 quando Christian Dior e Salvatore Ferragamo si ritrovarono a Dallas per ricevere il prestigioso Oscar della moda, il primo per il New Look mentre il secondo per le calzature. Un incontro tra padri fondatori, protagonista di un omaggio speciale durante l’evento di inaugurazione che, nelle sale di Palazzo Antinori, ha visto la partecipazione delle più altolocate famiglie fiorentine. In vetrina è stata esposta in vetrina una foto dei due grandi creatori scattata durante la cerimonia. La serata è poi proseguita con un private dinner a Palazzo Antinori: al soffitto, un decoro floreale come quello della sfilata del prêt-à-porter primavera-estate 2014, untoxic gardenin cui piante di ogni sorta si mescolano a fiori in tessuto. Tra le pareti quattrocentesche in cui le tele e le tappezzerie raccontavano la storia del Rinascimento italiano, tradizione e modernità stringevano amicizia. 

martedì 27 maggio 2014

ABOUT_Prada Journal 2014


Per il secondo anno consecutivo e sulla scia del successo riscontrato nella prima edizione, Prada e Giangiacomo Feltrinelli Editore hanno unito i loro intenti per la realizzazione di Prada Journal, il premio letterario dedicato a nuovi scrittori di talento.
Rivolto gli scrittori provenienti da ogni parte del mondo, il concorso mira a valorizzare – e premiare – la capacità di indagare l’universo di immagini che ci circonda, rielaborandolo attraversi i codici della scrittura.
Nato come connettore trasversale tra moda e letteratura, il Premio Prada Feltrinelli nella sua prima edizione fotografava il mondo che ci circonda nel quotidiano, oggi, invece, intende mettere a fuoco la trasformazione che viviamo e che potremmo vivere: “Quali sono i segni di un mondo che cambia? E quale realtà è possibile indovinare? Guardare i dettagli in modo chiaro potrebbe darci la risposta”.
A completare una perfetta triade, quasi a fare da trait-union, Luxottica. Ancora una volta, infatti, gli occhiali da vista diventano lo strumento prescelto per indagare la realtà e le sue forme, producendo una riflessione che è solo il punto di partenza di un possibile cambiamento. Tutto assume un fascino indagatore tanto particolar quanto irresistibile. La ricerca si espande abbracciando tutto quello che è possibile immaginare, tutto quello che è possibile pensare e tutte le idee che, una volta acquisita nitidezza di forma e contenuto, possono essere scritte.
Il concorso, apertosi l’11 Aprile, terminerà l’11 Giugno.
La scelta dei vincitori sarà affidata ad una giuria composta da esponenti dell’editoria internazionale i cui nomi verranno svelati prossimamente.
Info: Prada.com/journal

Gruppo Prada
Il Gruppo Prada è uno dei leader mondiali nel settore del lusso, attivo con i marchi Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe nella produzione e commercializzazione di borse, pelletteria, calzature, abbigliamento e accessori di alta qualità. Inoltre, sulla base di accordi di licenza, il Gruppo opera nel settore degli occhiali, dei profumi e della telefonia cellulare. I suoi prodotti sono venduti in 70 Paesi del mondo attraverso 540 negozi gestiti direttamente (DOS) al 31 gennaio 2014 e una rete selezionata di grandi magazzini di lusso, negozi multimarca e in franchising. Informazioni sul Gruppo Prada sono disponibili sul sito www.pradagroup.com

Giangiacomo Feltrinelli Editore srl
La casa editrice Giangiacomo Feltrinelli, fondata nel 1955, è oggi una delle principali sigle editoriali italiane con oltre 8.000 titoli in catalogo, 270 novità annue e un listino vivo di 3000 titoli circa. La casa editrice intende confermare con il suo catalogo e con le sue scelte editoriali la continuità di una tradizione civile e politica, il gusto e la necessità dell’innovazione, della sperimentazione, dell’apertura a nuove frontiere e a nuove avventure editoriali. Alla Feltrinelli spetta il merito di aver fatto conoscere in Italia gli autori e le opere più significative della scena editoriale internazionale; è anche l’editore dei premi Nobel Nadine Gordimer, Imre Kértesz, José Saramago, Doris Lessing, Herta Muller, Muhammad Yunus. Fra gli autori italiani in catalogo, Roberto Saviano, Antonio Tabucchi, Alessandro Baricco, Erri De Luca, Stefano Benni, Maurizio Maggiani, Chiara Gamberale, Cristina Comencini, Simonetta Agnello Hornby per la letteratura. Nell’area saggistica spiccano i nomi di Umberto Galimberti, Enrico Deaglio, Eugenio Borgna, Carlo Ginzburg, Massimo Recalcati, Gian Antonio Stella. Oltre alle principali collane di saggistica e narrativa, e alla collana tascabil Universale Economica Feltrinelli, la produzione della casa editrice si è in anni relativamente recenti arricchita con le collane di narrativa di viaggio, narrativa per ragazzi, varia e home cinema.

Luxottica Group S.p.A.

Luxottica Group è leader nel settore degli occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi, con oltre 7.000 negozi operanti sia nel segmento vista che sole in Nord America, Asia- Pacifico, Cina, Sudafrica, America Latina ed Europa e un portafoglio marchi forte e ben bilanciato. Tra i marchi di proprietà figurano Ray-Ban, il marchio di occhiali da sole più conosciuto al mondo, Oakley, Vogue Eyewear, Persol, Oliver Peoples, Alain Mikli e Arnette mentre i marchi in licenza includono Giorgio Armani, Bulgari, Burberry, Chanel, Coach, Dolce & Gabbana, Donna Karan, Polo Ralph Lauren, Prada, Starck Eyes, Tiffany e Versace. Oltre a un network wholesale globale che tocca 130 Paesi, il Gruppo gestisce nei mercati principali alcune catene leader nel retail tra le quali LensCrafters, Pearle Vision e ILORI in Nord America, OPSM e Laubman & Pank in Asia-Pacifico, LensCrafters in Cina, GMO in America Latina e Sunglass Hut in tutto il mondo. I prodotti del Gruppo sono progettati e realizzati in sei impianti produttivi in Italia, in tre, interamente controllati, nella Repubblica Popolare Cinese, in uno in Brasile e in uno negli Stati Uniti, dedicato alla produzione di occhiali sportivi. Nel 2013, Luxottica Group ha registrato vendite nette pari a oltre 7,3 miliardi di Euro. Ulteriori informazioni sul Gruppo sono disponibili su www.luxottica.com

lunedì 26 maggio 2014

BEAUTY_Dior: la parade des Extraits







Si chiamano Miss Dior, Miss Dior Original, Diorissimo, Poison e J’adore. Le loro scie avvolgono in una nuvola di sensualità le donne di tutto il mondo, ragazze maliziose o femmes fatales, affascinanti seduttrici o giovani donne frizzanti. Oggi François Demachy, profumiere-creatore esclusivo della Maison, rivisita queste cinque fragranze iconiche mettendo a punto gli Extraits Dior. Eredità della tradizione di alta profumeria, l’estratto di profumo è l’espressione più pura ed essenziale di una fragranza; richiede una scrittura virtuosa e le materie prime più nobili. Coltivati con la massima attenzione nelle terre migliori, raccolti rigorosamente a mano, i fiori dei profumi Dior vengono trasformati in assolute opulente e voluttuose o in essenze evanescenti e delicate. Per ottenere un solo chilogrammo di essenza sono necessarie tremila rose. Ed è proprio a partire da queste materie prime rare e preziose che François Demachy compone questa magica parade des extraits, consapevole del fatto che l’estratto è l’idea olfattiva sublimata dall’accordo. Et voilà che intorno a un cuore di assoluta di rosa di maggio si schiude via via il bouquet sensuale di J’adore, in cui dominano l’ylang-ylang delle Comore e l’assoluta di gelsomino Sambac. Il rivoluzionario chypre verde caratterizza Miss Dior Original, il primissimo profumo della Maison presentato nel 1947 in contemporanea alla prima sfilata, con la sua essenza di patchouli dell’Indonesia e le sue note di muschio di quercia. Il chypre floreale contraddistingue invece Miss Dior, il suo alter ego contemporaneo, in cui l’assoluta di fiore d’arancio si sposa con l’assoluta di gelsomino dell’Egitto. La fragranza mitica di Diorissimo è inconfondibile per il suo accordo di mughetto, in cui si uniscono l’essenza di ylang-ylang e l’assoluta di gelsomino. Infine la diabolica firma speziata di Poison, in cui l’assoluta di rosa di maggio abbraccia le note sensuali di coriandolo, di vaniglia e dell’assoluta di tuberosa.
A completamento di un simile rigoroso e sofisticato procedimento di esecuzione, flaconi couture, riconoscibili per la loro linea femminile, contraddistinti dai dettagli sartoriali.
Veri e propri abiti in vetro, piccoli capolavori di savoir-faire, concepiti su misura per la femminilità che evocano: un flacone tagliato come un tailleur, inciso con un motivo pied-de-poule e decorato con un delicato fiocco di satin per la fresca e impertinente Miss Dior; un’anfora le cui curve sensuali ricordano quelle della linea En 8 della prima sfilata di Christian Dior e un collier dipinto con oro fino per la femminilità solare e disinvolta simboleggiata da J’adore; un abito porpora dall’aspetto di un frutto proibito e un sigillo di cera nera per la sconvolgente tentatrice che incarna la donna Poison… Flaconi d’eccezione, nati nei laboratori Dior di Saint-Jean-de-Braye, in Francia, a pochi passi da Orléans, che nascono questi flaconi d’eccezione. Le dames d’atelier che danno il tocco finale agli Extraits Dior sono depositarie di un savoir-faire unico e di gesti esperti tramandati di generazione in generazione, proprio come gli artigiani degli atelier di haute couture della Maison. Per realizzare questi profumi-gioiello nell’assoluto rispetto della tradizione, sigillano i flaconi secondo la tecnica particolare del baudruchage, che si avvale della baudruche, una sottile membrana di origine naturale che garantisce una tenuta perfetta. Con un abile gesto, annodano poi al collo un delicato filo d’oro o d’argento prima di riporre nello scrigno di carta gli Extraits Dior, pronti a firmare la femminilità di ogni donna.

Presentandosi come delicati scrigni di carta, Les Extraits Dior  sono l’espressione di una filosofia da profumiere: uno spirito Dior che traspare nei più piccoli dettagli, che impregna il profumo in ogni singola fase di realizzazione, dalla sua creazione alla scelta accurata delle materie prime, dall’arte dell’imbottigliatura alla delicatezza della confezione.
 Questa filosofia, incentrata sull’eccellenza, anima la Maison da lunga data. Correva l’anno 1947, era il 12 febbraio: quel giorno Christian Dior presentò la sua prima fragranza in contemporanea alla sua prima collezione e si definì “couturier-parfumeur”, dimostrando che l’alta moda e l’alta profumeria sono le due facce di una stessa femminilità, mosse dalla stessa esigenza di lusso alla francese.

 Oggi è François Demachy, profumiere-creatore esclusivo Dior, a perpetuare il patrimonio unico del couturier-parfumeur, incarnando il gesto creativo della Maison. Un passaggio del testimone ideale tra due persone che rivelano d’avere molto in comune, primo tra tutti un luogo: Grasse, terra d’eccezione dell’alta profumeria situata nel sud della Francia. È in questa località, a Colle Noire per la precisione, che Christian Dior si trasferì nel 1951 per coltivare le sue amate rose; proprio lo stesso posto in cui François Demachy è cresciuto e ha imparato a conoscere i fiori. Ed è sempre lì che vengono coltivate le rose e il gelsomino, i fiori che costituiscono la firma dei profumi della Maison, in territori accuratamente selezionati per la passione dei coltivatori e la qualità unica della produzione. Ed è lì infine, nei campi di fiori, sotto il sole del sud della Francia, che ha inizio la storia unica dei profumi Dior.