lunedì 31 marzo 2014

LEISURE_Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G










Oggigiorno, per abitudine, compiano gesti mirati alla cura della persona e della casa, avvalendoci di oggetti che diamo per scontati. Eppure, dietro tutto ciò, vi è un’infinità di storia, ricerca e sperimentazione. Tra le mura di un’ideale casa, allestita a Milano presso il Museo della Scienza e della Tecnologia, “pillole di scienza”, testimonianze, oggetti, documenti e video raccontano l’evoluzione delle nostre abitudini e delle tecnologie nel tempo in maniera accattivante e suggestiva, in un percorso in cui ci accompagna una delle aziende storiche del settore, Procter & Gamble, da 175 anni al fianco delle famiglie di tutto il mondo.

“Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G” è il titolo della mostra che offre uno sguardo su passato, presente e futuro per scoprire come è cambiato il nostro modo di lavarci, truccarci, raderci, ma anche pulire la nostra casa, cucinare, fare il bucato. Grazie a innovazioni che non sospettiamo e che in alcuni casi nascono in maniera assolutamente sorprendente, oggi risparmiamo tempo e fatica.
Un’esposizione che ripercorre la storia attraverso oggetti e gesti quotidiani e abituali. Un viaggio nel tempo a bordo della normalità, per dimostrare come le nuove tecnologie abbiano cambiato nei secoli il concetto di pulizia: dalla valorizzazione dell’aspetto "lucido" di mobili e pavimenti, all’apprezzamento dell’igiene reale. Pulire, in passato, significava impiegare molto tempo per reperire ingredienti e realizzare le ricette.
Dalla nascita degli apparecchi per lucidare e aspirare alla realizzazione del motore elettrico e del fornello a gas per cucinare, passando per il frigorifero, la lavatrice e la lavastoviglie. E senza tralasciare l’industria cosmetica, al fine di mostrarne gli aspetti meno frivoli quali la ricerca scientifica e tecnologia che, sempre di più, la avvicinano al settore farmaceutico, con cui condivide metodi di formulazione, controllo di qualità e confezione.
Occhiali a farfalla, un bocchino per sigarette, un fazzoletto di stoffa, una boccetta di profumo, un belletto in polvere factotum per gote e labbra, uno specchietto. Questo il contenuto di una borsetta da donna degli anni ’50 esposta nell’ambito della mostra. Fabbricata in lucite, materiale innovativo dell’epoca, in rilievo e dalla lucentezza simile al moderno plexiglass. Accanto vi è una borsetta moderna in ecopelle. Contiene uno smartphone, dei fazzoletti di carta, una c-c cream, mascara e rossetto e uno specchietto. I materiali e gli oggetti sono cambiati, non la vanità.
Negli stessi anni ’50, invece, lavare la biancheria era ancora un’operazione dura per molte donne. Nella prima metà dell’800 nascono le grandi lavanderie pubbliche in Francia con ‘liscivatrici’. In seguito si diffondono quelle individuali e diventano il regalo di nozze più ambito del 1870 per l’élite francese. A metà dell’800 un chimico francese, Antoine Cadet De Vaux, scrisse un trattato popolare per spiegare alle donne i vantaggi della lavatura a vapore per rendere il “bianco più bianco”. Era un dialogo fra una lavandaia e la sua signora. La lavatrice automatica, di forma squadrata e programmabile, si diffonde a livello popolare in Europa solo a partire dagli anni ’50, fino a conclamarsi nel 1960, una lavabiancheria in casa faceva risparmiare 17,5 ore settimanali di lavoro fisico individuale, 7 anni nell’arco della vita.
Il primo brevetto di un aspirapolvere con motore elettrico, invece, è stato depositato nel 1900 da una donna, Corinne Dufour, sulla quale si sa molto poco se non che vivesse in Georgia, anche se fu accreditato padre dell’invenzione un ingegnere inglese, Hubert Cecil Booth. Sfruttando un motore montato su un carro a gasolio parcheggiato in strada, Booth infilava un lungo tubo aspirante nelle finestre dei palazzi reali di Londra per pulire i tappeti della Casa Reale: era il 1901.
Il primo brevetto di rasoio di sicurezza, con una piastrina dentata inserita per non ferirsi, è del 1762 e nel 1901 King Kamp Gillette, imprenditore e inventore statunitense, lo perfeziona con la lama usa e getta. Nel 1903 Lord Gillette vende 51 rasoi e 168 lame, l’anno successivo 91 mila rasoi e 124mila lamette e, nel 1950, vende 70 milioni di rasoi. Nel 1929 un ingegnere milanese, Mino Pelizzola, brevetta invece un rasoio multiplex con 5 lame parallele. Sarà il progenitore del multilama e per venderlo usa alcuni testimonial dell’epoca per farsi pubblicità, inserendo nel foglietto allegato frasi sulla rasatura scritte da D’Annunzio, Marconi, Petrolini e Trilussa, ma non ha comunque successo, il rasoio costa 30 lire, troppo per l’epoca.
Complice un allestimento realizzato ad hoc, le conquiste dell’igiene vengono raccontate nella loro genesi, ripercorrendo l’avvento del make-up moderno, il progresso della rasatura e l’arrivo degli elettrodomestici, dei detergenti sintetici e della tecnologia per la cura della casa.

Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G
Fino al 15 giugno 2014
Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, via San Vittore 21, Milano

venerdì 28 marzo 2014

LEISURE_Chapeau Madame!















A Torino sono in scena i cappelli delle signore con la mostra “Chapeau Madame! Cappelli di signore torinesi 1920-1970”. Un volo pindarico che ripercorre 50 anni del secolo scorso, attraversando i decenni che più di tutti hanno comportato cambiamenti significativi in fatto di moda e stile. Fino al 1° marzo 2015, la Sala dei Tessuti di Palazzo Madama illustra la varietà delle forme più amate: le cloches degli anni ‘20, le forme classiche rivisitate, i baschi alla Greta Garbo e i volumi azzardati alla Schiaparelli degli anni ‘30; i modelli semplici e arditi realizzati con materiali poveri del tempo di guerra; le toques, le calotte fiorite, le piume e le velette degli anni ‘50, fino ai ballon di pelliccia e i cappelli a larga tesa della fine degli anni ‘60.
Complemento abituale del vestire della signora del XIX secolo, il cappello diventa nel Novecento accessorio indispensabile per le donne di ogni classe sociale. Negli anni ‘20 nascono una nuova immagine della donna e l’abito moderno: il cappello segue da vicino il mutamento, con la libertà e la fantasia consentite dalla sua funzione puramente estetica.
I cappelli provengono dalla collezione del Liceo Artistico Musicale “A. Passoni” di Torino, formatasi grazie a donazioni cittadine, e mettono in evidenza la particolare sfumatura di stile delle signore torinesi, note per l’eleganza aggiornata sul gusto internazionale, che si servono da modisterie di alto livello, come Vassallo e David, o acquistano a Parigi presso le case più prestigiose: Caroline Reboux, collaboratrice d Worth per l’imperatrice Eugenia, Maria Guy, sua allieva, la Maison Lewis, in rue Royale. Anche nei decenni successivi, le modisterie eccellenti, quali Cerrato, Maria Volpi, Chiusano e Rigo, Gina Faloppa, mantengono un rapporto privilegiato con la capitale francese e propongono, accanto alle proprie creazioni, modelli originali o copie su licenza di maison come Pierre Balmain, Christian Dior, Jean Barthet, Claude Saint Cyr.
Insieme alla mostra Palazzo Madama lancia il progetto Storie di moda. I mestieri della moda a Torino 1860-1960, mirato all’indagine sulle sartorie, le modisterie e le calzolerie torinesi. Il museo mira a coinvolgere il pubblico, chiedendo aiuto e collaborazione per censire e raccogliere documentazione e testimonianze sulle attività che hanno rappresentato un’eccellenza della creatività e dell’industria torinese. L’obiettivo è creare un nuovo archivio di comunità da rendersi disponibile sulle piattaforme web di Palazzo Madama: un modo per ritrovare momenti importanti della nostra storia e per condividerli con le nuove generazioni vicine e lontane.

Chapeau Madame! Cappelli di signore torinesi 1920-1970
Fino al 1° marzo 2015
Palazzo Madama – Sala tessuti
Piazza Castello – Torino
Ingresso: intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni. Visita guidata: € 4

giovedì 27 marzo 2014

LEISURE_Milano Vintage Week



Dal 9 al 13 aprile si svolge la prima edizione di Milano Vintage Week, la mostra mercato del vintage di qualità realizzata in collaborazione con A.N.G.E.LO. Un'occasione unica per acquistare capi e accessori d'annata, ma anche per immergersi nella storia del costume e dell'arredo degli ultimi sessant'anni.
Un’iniziativa che si rivolge a un pubblico sensibile al tema ed eterogeneo nella sua composizione, che in quest’occasione potrà approfondire la conoscenza dell’argomento: dai collezionisti e addetti ai lavori agli appassionati e simpatizzanti del genere.
I più prestigiosi espositori di vintage con la migliore selezione possibile di abiti, accessori, gioielli, tessuti, oggetti e arredi; un ricco calendario di appuntamenti e incontri a tema; due mostre esclusive, curate da A.N.G.E.L.O., lo storico marchio di Angelo Caroli da sempre punto di riferimento del settore e sinonimo di esclusività.
Al piano terra, sarà allestita la mostra Un foulard per sempre, che racconta la storia del costume con istantanee di seta in formato 90x90; al primo piano, invece, nella Galleria degli specchi, sarà esposto il magico mondo della sposa d’antan con gli abiti e gli accessori della selezione speciale Vintage in love.
Sempre al primo piano, la Vintage Experience Lounge farà da cornice agli incontri sul mondo vintage: stile, make-up, cucina, bon-ton con la possibilità di provare in prima persona l’esperienza di un trucco o un’acconciatura retro.
Sulle pareti, foto di collezioni private riproporranno lo stile dell’epoca e ne definiranno l’atmosfera raccontando, al tempo stesso, come la produzione del secolo scorso possa accostarsi al gusto contemporaneo, creando sinergie inaspettate, giochi di affinità e contrasto.
L’obiettivo della manifestazione è quello di riscoprire un sistema di valori senza tempo – primi tra tutti l’unicità dello stile, l’originalità dei modelli, l’esclusività dei capi - e creare un fil rouge tra passato, presente e futuro, in modo da comprendere il significato più vero e profondo del termine vintage, senza dimenticare le esigenze contemporanee di riuso, riciclo e recupero.
Una tendenza, quest’ultima, che è una sfida al passare degli anni ma anche e soprattutto un omaggio alla nostra cultura e alla storia del costume.

Espositori
A.N.G.E.L.O. | corso Garibaldi 59 - Lugo (RA) | tel. 0545 35200 | www.angelo.it
Agenda Vintage | via Grandi 159 Modena | tel. 338 3385085 | www.happybooks.it
Cappi Vintage | via Malcantone 1 - Schivenoglia (MN) | tel. 0386 58225
Casta Diva | via Barbiero 8 - Mogliano Veneto (TV) | tel. 338 5002227
Collezione Privata | via San Secondo 34c - Torino | tel. 011 7641622 | www.collezioneprivata.net
D.G.P. Élite Vintage | via Scurreria 8r - Genova | tel. 010 2473418 | www.pescetto.it
Elizabeth the First | via dei Sabelli 211 - Roma | tel. 06 60671571 | www.elizabeththefirst.com
Mania Vintage | via F.lli Bronzetti 11 - Milano | 02 87088040 | www.maniavintage.it
Punti di Vista di Stramare Lucio | via Sacconi 1m - Crespignaga di Maser (TV) | tel. 0423 55185 | www.puntidivi.eu
Shabby Chic | via Argine Po 649 - Castelnovo Bariano (RO) | tel. 320 0836825
Street Doing Vintage Couture | via dei Servi 88r - Firenze | tel. 055 0944741
Tara Vintage | Strada S. Michele 5 - Brà (CN) | tel: 335 1778625 | www.taravintage.com
Telma Vintage | corso Garibaldi 34 - Milano | tel. 393 8898178 | www.facebook.com/telmavintage
Venturino Archivi Tessili | via sant'Evasio 23 - Asti | tel. 0141 595946 www.venturinovintageasti.com

Milano Vintage Week
via Giovanni Battista Piranesi 4 presso lo showroom Riccardo Grassi
dal 9 al 13 aprile 2014
Ingresso 3 euro

martedì 25 marzo 2014

LEISURE_Kate Moss a Bologna








Classe 1974. All’attivo, più di 300 copertine. Protagonista di scandali ed eccessi, ma, tuttavia, icona indiscussa di una generazione grunge, poco incline a sposare i canoni estetici tradizionali e piuttosto devota a trasgredire dictat di opulenza e perfezione: Kate Moss.
Scoperta e lanciata a 14 anni, in men che non si dica ha scalato le tappe del successo che l’hanno consacrata nell’Olimpo dei divini. Musa ispiratrice ma anche trend setter, ha lanciato mode e tendenze con il suo stile, mix&match di eleganza e trasandatezza. Queen of Cool, come è stata soprannominata, è ora protagonista di una mostra a Bologna, Kate Moss: The Icon, presso la galleria Ono Arte Contemporanea, visitabile fino al 1 maggio 2014.
A celebrare il mito della straordinaria modella, 30 scatti di fotografi del calibro di Albert Watson, Chris Levine, David Ross, Jurgen Ostarhild, Roxanne Lowit e Satoshi Saikusa.

Kate Moss: The Icon
Fino al 1 maggio 2014
Bologna, Galleria Ono Arte Contemporanea