lunedì 30 giugno 2014

LEISURE_Be Fabulous











A Firenze si è da poco conclusa l’edizione numero 86 di Pitti Uomo. Tra sfilate e presentazioni, numerosi sono stati anche gli eventi a corollario come le mostre che hanno animato la scena mondana fiorentina durante il salone e, ancora di più, caratterizzeranno lo spirito culturale della città nei prossimi mesi. Tra queste, svetta “Be Fabulous”, una mini-retrospettiva dedicata all’artista Roxanne Lowit, ospitata presso la Aria art gallery e realizzata in collaborazione con la Steven Kasher Gallery di New York. Esposte, 40 fotografie tra opere vintage, moderne ed a colori in grande scala, a documentare la nascita del fenomeno delle celebrità negli ultimi quarant’anni.
Roxanne Lowit è la prestigiosa fotografa di quello strano mondo abitato dalle persone belle, ricche e famose. A lei va riconosciuto il plauso d’essere riuscita a catturare il momento perfetto, ritrarlo e conservarlo per sempre. La Lowit è la leggendaria fotografa che ha presenziato alle migliori feste e sfilate di moda degli ultimi trent’anni. Le sue opere documentano il fenomeno delle celebrità fin dagli anni '70, da luoghi mitici come lo Studio 54 di New York e Le Palace a Parigi ai club più in voga di oggi. Da Saint Laurent a Iggy Pop, da Kate Moss a Salvador Dalì, i suoi scatti testimoniano un mondo in cui agghindarsi ed uscire la sera era uno stile di vita. Tra gli anni ‘70 e '80, la Lowit è stata inoltre una delle prime fotografe di moda ad avere l’accesso ai dietro le quinte delle sfilate, dove grazie al suo candido realismo è riuscita ad elevare il concetto delle istantanee fotografiche ad arte di alto livello.
Con un archivio di oltre 200.000 negativi e diapositive a colori scattate durante centinaia di eventi di moda da Parigi, a New York, Milano e Londra, la Lowit è diventata la cronista dell’era del “fabulous”, proprio grazie alla grande passione per coloro che lei ama definire "people with magic".
Karl Lagerfeld definisce la Lowit "una storica della moda... testimone del matrimonio tra fama e vanità" e ancora “un confidente visivo al quale tutto si rivela”. Ora immersa nel jet set parigino Parigi, ora in piedi fino all'alba a New York, riesce sempre a rivelare la magia e la follia che risiede sotto tutto quel glamour e lo sfarzo. Nel suo libro “People: Life After Dark” scrive di aver sviluppato una “empatia del non giudizio”. L’artista non richiede mai una posa e di conseguenza i suoi soggetti civettano, flirtano, ammiccano e rivelano. La fotocamera diventa così una fonte di piacere sia per la Lowit che per i suoi soggetti. Tra i numerosi personaggi ritratti si distinguono Irving Penn, Richard Avedon e Helmut Newton; le top model Linda Evangelista, Christy Turlington e Naomi Campbell; i designer John Galliano, Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent; le trendsetter Anna Wintour, Diana Vreeland, Kate Moss e Andre Leon Talley. E molti, molti altri ancora.
Ha lavorato per riviste come Vogue (edizione italiana, americana, francese e tedesca), Harper Bazaar, Elle, Vanity Fair, Tatler, GQ, W, The New York Times. Ha realizzato numerose pubblicazioni di libri tra cui “Moments” (Vendome Press, 1993), “People: Life After Dark” (Assouline, 2001), e “Roxanne Lowit: Backstage Dior” (teNeues, 2009). Numerose, poi, le campagne pubblicitarie a sua firma, realizzate per nomi del calibro di Acura, Armani, Coca-Cola, DeBeers, Dior, Land Rover, Moët & Chandon e Vivienne Westwood. Le sue opere sono state esposte nei principali musei del mondo tra cui Il Metropolitan Museum of Art, il Whitney Museum of American Art, il Victoria & Albert Museum, il Warhol Museum ed il Museum of Modern Art di Mosca. Le sue fotografie sono parte della collezione permanente del prestigioso Fashion Museum di Kobe, in Giappone. Vanta inoltre esposizioni personali a New York, Parigi, Berlino, Amsterdam e Londra, oltre che mostre collettive a Gagosian Gallery, Colette, e Art Basel Miami.

Be Fabulous
Fino al 7 settembre 2014

Aria art gallery, Borgo Santi Apostoli 40, Firenze

venerdì 27 giugno 2014

STYLE_Giancarlo Petriglia + luisaviaroma









Metti una mente creativa con un’adorabile propensione per la moda venata da una deliziosa connotazione artistica, e l’esclusività di un retailer online di lusso, punto di riferimento per fashion lovers alla ricerca esclusive limted edition. Il risultato può essere solo che stupefacente, soprattutto se i soggetti rispettivamente coinvolti sono Giancarlo Petriglia e luisaviaroma.
Una collaborazione inedita che ha dato vita a una capsule collection di bags e clutches so exclusives. Fonte di ispirazione, l’artista brasiliana Beatriz Milhazes e le sue opere di arte pop: da qui, Giancarlo Petriglia ha realizzato una stampa digitale multicolor su vitello vegetale, arricchendola con preziosi ricami fatti a mano in cristalli, ceramiche e pvc e utilizzata per personalizzare due modelli icona dello stilista, la borsa asimmetrica Clari e la mini-bag Dado con tasca staccabile che diventa clutch, acquistabili in esclusiva sul sito www.luisaviaroma.com.


Giancarlo Petriglia nasce a Milano e fin da piccolo dimostra avere una spiccata attitudine particolare nei confronti della moda accompagnata da una grande sensibilità artistica. Compie i suoi studi presso la NABA di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti, e da qui, passa immediatamente a lavorare all’interno dell’ufficio stile di Trussardi, dove resterà in qualità di direttore artistico per 8 anni. Dopo una stretta collaborazione accanto a figure di riferimento nell’universo luxury, come Nicolas Ghesquière, Vincent Darre’, Mariuccia Casadio, solo per citarne qualcuna, decide nel Settembre del 2011 di metter mano alla propria linea di borse, firmandola con il suo nome. La collezione S/S 2012 riscontra subito il favore del mercato, soprattutto grazie alla sua marcata identità data dalla lavorazione artigianale dei pellami, curata da esperti manifatturieri del settore. Giancarlo si qualifica come finalista e vincitore nella categoria accessori all’edizione 2012 del concorso Who is on Next?, promosso da Vogue Italia ed AltaRoma ed è oggi creative director del progetto Piquadro Opera.

giovedì 26 giugno 2014

ART & CULTURE_LE PORCELLANE
di Marino Nani Mocenigo





Correva l’anno 1936. Nino Barbantini presentò a Ca’ Rezzonico una mostra dedicata alle porcellane di Venezia e Nove, documentando un aspetto fino ad allora poco noto della grande stagione del Settecento veneziano. Infatti, pur provenendo da musei e da collezioni private di tutta Italia, gran parte delle opere venivano proprio da Venezia: il prestatore più generoso, un veneziano, il conte Marino Nani Mocenigo, una figura emblematica di collezionista che aveva dedicato la propria esistenza a riunire oggetti in porcellana; un’ossessione che gli avrebbe valso presso i concittadini l’affettuoso epiteto di “conte cicara”.
Alla sua scomparsa la moglie decise di ricordarne la memoria rendendo accessibile quella collezione messa insieme con tanta passione. Le porcellane furono così esposte a Ca’ del Duca dove prese forma un minuscolo ma raffinatissimo museo purtroppo non più visitabile da tempo.
Fieri di quest’heritage e complice la curatela di Marcella Ansaldi e Alberto Craievich, i membri della famiglia hanno deciso di esporle eccezionalmente nelle sale di Ca’ Rezzonico: in mostra, 338 pezzi riferibili alle più importanti manifatture europee, di cui circa un centinaio, fra i quali alcuni splendidi esemplari di Vezzi, due rare caffettiere di Hewelcke e molti dei gruppi figurati, sono realizzati dalla manifattura di Pasquale Antonibon a Nove e da quella Geminiano Cozzi a Venezia. A quest’ultima appartiene anche il delizioso Geografo, forse il pezzo più noto della collezione.
Accanto a questi si possono ammirare alcuni degli esemplari più celebri usciti dalla manifattura di Meissen, modellati da Johann Joachim Kändler e da Peter Reinicke, come Il Baciamano Polacco, La Cinesina, il Cacciatore, oltre ad alcuni sfolgoranti esemplari di servizi da tavola prodotti dalla manifattura sassone nella prima metà del Settecento: il servizio a decori d’oro oppure quello in pasta bianca con nature morte di frutta.
Assieme a Meissen si trovano alcune testimonianze di pregio della produzione di porcellana in area germanica: una rarissima parte di servizio a cineserie compiuta a Vienna da Claudius Innocentius Du Paquier, oltre ad esempi di Ludwigsburg, Frankenthal, Höchst, Berlino.
A chiudere la selezione, un nutrito gruppo di tazze e piattini della manifattura imperiale di Vienna del periodo Sorgenthal, tutte caratterizzate da una sfolgorante cromia e da un’audace scelta di motivi ornamentali.

Dal 14 giugno al 30 novembre 2014

Ca’ Rezzonico, Venezia

martedì 24 giugno 2014

ART & CULTURE_L’arte vista attraverso lo sguardo di Ileana Sonnabend






Esposta periodicamente (una selezione delle opere più preziose, infatti, è sempre presente nel percorso permanente del primo piano), la raccolta comprende una settantina di lavori di artisti che Ileana Sonnabend (1914 – 2007) – con Peggy Guggenheim, forse la più grande talent scout della seconda metà del XX secolo – scoprì e valorizzò in mostre memorabili nelle sue gallerie, dando spazio ai linguaggi della più avanzata sperimentazione: dal Neo Dada alla Pop Art, dalla Minimal Art all’Arte Povera, dal Concettuale al Neo Espressionismo, fino all’arte fotografica contemporanea. 
Spiccano i nomi di grandi protagonisti del ‘900, come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, ma anche Robert Morris, Sol Lewitt, Anselm Kiefer e Jeff Koons, con anche alcuni interessanti lavori mai esposti prima nella sede veneziana, tra cui None Sing/Neon Sign (1970) e Eat Death (1972) di Bruce Nauman e Inflatable Flower (Yellow), 2011 di Jeff Koons.
La mostra Da Rauschenberg a Jeff Koons – Lo sguardo di Ileana Sonnabend, realizzata a cura di Gabriella Belli e Antonio Homem, in collaborazione con The Sonnabend Collection Foundation, inoltre, presenta un nucleo di opere d’arte povera italiana, ben rappresentata nella collezione Sonnabend da artisti oggi assai famosi che, come è noto, sperimentarono nella loro ricerca materiali “poveri” (naturali, organici, industriali), assunti nella loro espressività primaria e immediatezza sensoriale come si può vedere nelle straordinarie opere di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis.
In occasione della mostra, coerentemente con la volontà di fare di Ca’ Pesaro un museo dinamico, capace di riflettere sulle proprie collezioni e di offrire sempre nuove occasioni di conoscenza al suo pubblico, in Sala 15 – l’ultima del percorso espositivo della Galleria d’Arte Moderna – viene dedicato un focus di particolare interesse sul movimento spazialista veneziano, fiorito sull’impulso del più ampio Movimento Spaziale, le cui basi teoriche furono poste, come noto, da Lucio Fontana  nel “Manifiesto blanco” stilato a Buenos Aires nel 1946

Da Rauschenberg a Jeff Koons
- Lo sguardo di Ileana Sonnabend
Fino al 4 gennaio 2015

Ca’ Pesaro, Venezia