giovedì 28 novembre 2013

LEISURE_Bags for Africa: l'evento










Grande successo per la IV edizione di Bags for Africa, l'asta benefica di borse organizzata da COOPI. La serata, svoltasi martedì 26 novembre presso la Triennale di Milano, ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Un evento unico, trionfo del connubio tra moda e solidarietà e che quest’anno ha sposato le cause di mamme e bambini del Niger e Ciad colpiti da malnutrizione.
Grazie alle 49 borse battute all’asta con grande professionalità e simpatia da Renato Pennisi  di Christie’s, sono stati raccolti 20.000 euro.
Ad accompagnarlo nella serata una madrina d’eccezione: la nota conduttrice televisiva Camila Raznovich che durante la serata ha lanciato numerosi appelli per ricordare la destinazione benefica dei fondi raccolti.
Con questi fondi COOPI, nei due Paesi africani, potrà garantire cibo di emergenza ai bambini malnutriti; gestire centri nutrizionali e riabilitare le strutture sanitarie locali; sensibilizzare le mamme sulle buone pratiche alimentari e accompagnarle nella gravidanza; aiutare le donne a costruire una relazione con i loro bambini fin dai primi giorni di vita.
Le borse che hanno riscosso più successo sono state quelle di Daniela Bentivoglio, Zagliani e Roger Vivier.
Oltre ai rappresentanti delle case di moda, hanno partecipato alla serata anche il Cavalier Boselli, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, Paola Saltari di Vanity Fair, Laura Morino Teso di Morino Studio.
Tra i presenti anche molti personaggi noti di Milano e del mondo della moda, tra cui Marinella Di Capua, Tania Missoni, Cristiana Versace, Gaia Trussardi, Alessandra De Marco, Federica Torti, Guido Bagatta.
L’evento è stato realizzato grazie a: YOBE Eyewear, Spazio Libia3 Porcelanosa, IDMC, VISCONTI BANQUETING, Ferrari.
Con il patrocinio di CNMI, Comune di Milano, Expo2015.

BOOK_Beppe Modenese: la sua vita in un libro



Beppe Modenese è stato il primo pr della moda italiana; ha inventato il made in Italy e la fashion week milanese; è il Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana: un uomo che ha posto le basi dell’italianità in termini di stile e gusto, portandola a livello internazionale quale punto di riferimento. Plausi riconosciuti a livello planetario già nel 1983 quando la testata Women Wear Daily lo definì “Italy’s Prime Minister of Fashion”, titolo che un anno prima gli aveva attribuito anche Adriana Mulassano. Questo e molto altro ancora, rivive oggi nella magiche pagine del libro b.m. Beppe Modenese, Minister of Elegance, edito Skira, che ripercorrono per immagini e aneddoti la meravigliosa vita, svelando molto della sua personalità. Eminenza della moda, Beppe Modenese si è sempre contraddistinto per la discrezione con la quale si è mosso e ha frequentato gli ambienti più prestigiosi della società: amico prima ancora che collaboratore di imprenditori e stilisti, fa parte di quella generazione che non ha bisogno di ostentate fatti e vissuto. Una vita, la sua, ricca di incontri speciali, colti con grande capacità e divenuti capisaldi nella storia della moda italiana. Correva l’anno 1952 quando conobbe Olga di Gresy e Giovanni Battista Giorgini, grazie ai quali comincia a lavorare nel negozio Il Ridotto di via Montenapoleone in cui convivevano antiquariato, artigianato, arte contemporanea e moda; nel 1954 incontra Piero Pinto, che gli sarà sempre al fianco, anche nei viaggi in giro per il mondo e nei quali sarà sempre ambasciatore della moda italiana; la stilista e regina delle pellicce, Jole Veneziani, è la prima ad affidargli le pubbliche relazioni, un mondo fino ad allora sconosciuto in Italia e di fondamentale importanza per Modenese per costruirsi i legami che ancora oggi può vantare. Segue un breve sipario televisivo con la trasmissione Vetrine, nella quale si occupa di antiquariato e moda. Beppe Modenese con il suo stile inconfondibile si reca a Parigi durante le sfilate dell’alta moda, conoscendo stilisti e direttori di prestigiose Maison; nel frattempo, sbarca negli Stati Uniti, ampliando ulteriormente la sua forma mentis. Il suo nome è sempre più importante, validato da abilità e competenze ancora oggi rare: diventa consulente per grandi aziende, consigliere fidato di numerosi stilisti…in poche parole, sinonimo di garanzia per chiunque abbia interessi nel mondo della moda.
Sulla scia di queste esperienze, Modenese sviluppa in Italia il concetto di manifestazione fieristica: è il 1968, infatti, quando organizza ModaParma, gettando le basi per la costruzione del sistema moda Italia e della centralità di Milano così come li intendiamo ancora oggi. Siamo agli albori degli anni ’70, epoca di trionfi economici senza eguali nonché del fenomeno del prêt-à-porter. Il capoluogo lombardo è in grande fermento: sta diventando il centro nevralgico della creatività, crocevia di tendenze e stili, dove si concentrano estri come quelli di Missoni, Krizia, Walter Albini, Cadette, Moschino, Armani e Versace. Tuttavia, manca una visione organica e d’insieme: et voilà che Modenese, il 3 ottobre 1979, tiene a battesimo il Centro Sfilate, progenitore di Milano Collezioni. Da lì in poi è stata un’ascesa continua. Di Modenese e della moda italiana, a validazione di quanto la sua figura sia stata emblematica per lo sviluppo del made in Italy. Dal 1987 al 2003 con lo Studio G.M. si occupa dell’ufficio stampa, le pubbliche relazioni e l’organizzazione di eventi della Camera Nazionale della Moda Italiana, con particolare riguardo per le manifestazioni Milano Moda Uomo, Milano Moda Donna e Roma Collezioni Alta Moda.
Il volume ripercorre questo magico mondo grazie a sei sezioni dedicate nonché ai preziosi contributi di alcuni tra le più importanti personalità dell’universo moda: da Franca Sozzani a Suzy Menkes, da John Fairchild a Cesare Cunaccia. A corollario, una ricchissima galleria fotografica in cui si vede scorrere sotto i nostri occhi incantati oltre mezzo secolo di storia: storia del costume, ma anche di un Paese.
La testimonianza romanzata di una delle vite più emblematiche del fashion internazionale, ma soprattutto un’eredità per noi tutti, in particolare per i giovani, i quali possono ritrovare nuovi stimoli per guardare oltre e non arrendersi, confidando nel proprio talento. Perché, come afferma lo stesso Modenese, “La moda non può mai fossilizzarsi, non può vivere sugli allori, non può accontentarsi di nostalgie”.

mercoledì 27 novembre 2013

LEISURE_Il Natale dei 100 alberi d'autore
















Come tradizione vuole, con il periodo natalizio arriva anche il consueto appuntamento “Il Natale dei 100 alberi d’autore”, quest’anno alla sua ventesima edizione. Un evento ideato e organizzato dall’Associazione Sergio Valente e destinato a unire moda, design e spettacolo per sostenere un progetto di solidarietà, complice la creazione di alberi originali, unici e fuori dagli schemi, a firma dei più grandi nomi del lifestyle italiano.
Ogni anno Sergio Valente chiama a sé stilisti, designer, artisti, architetti e imprenditori, chiedendo loro di dare libera interpretazione dell’albero di Natale: creazioni che vengono poi messe in vendita, destinando il ricavato ad associazioni benefiche e Onlus.
Quest’anno i proventi andranno all’associazione benefica “Lo vuole il cuore” Onlus, nata su ispirazione del Cardinale Francesco Coccopalmerio per garantire assistenza a famiglie e minori in difficoltà con un occhio, affinché aiuti i bambini profughi e orfani sbarcati a Lampedusa.
Boule di cristallo, led multicolor, cuscini etno-chic, angora ed eco-pelliccia, cachemire e seta sono solo alcuni dei materiali privilegiati per le opere che verranno presentate la sera del 29 novembre alle 18.30 durante il Charity Gala che si svolgerà presso il complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia a Roma e dove resteranno esposte anche nei giorni seguenti.
Ad oggi hanno aderito all’iniziativa: A.Testoni, Aant - Accademia Delle Arti E Nuove Tecnologie, Accademia Di Costume E Moda, Accademia Koefia, Agatha Ruiz De La Prada, Albino, Alv Andare Lontano Viaggiando, Angelo Marani, Anna Fendi Venturini, Antica Murrina Venezia, Antonio Grimaldi, Arnaldo Caprai Gruppo Tessile, Atelier Persechino, Blumarine, Borbonese, Brunello Cucinelli, Carlo Pignatelli, Caterina Balivo, Caterina Gatta, Chiara Boni, Ciani Emporio San Firenze, Co|Te, Cristina Ferrari Per Fisico, D'avossa Gioielli, Elementi Di Stile Di Flaminia Paglia Marzano, Emilio Pucci, Enrico Coveri, Enrico Miglio, Erika Calesini, Ermanno Scervino, Etro, Fabio Campoli Per Gian Marco Tognazzi, Fabio Grassi, Fausto Sarli, Ferdinando Codognotto, Flavia Padovan, Francesca Capaccioli Per Caterina Murino, Franco Ciambella, Fratelli Rossetti, Gabriele Fiorucci, Gallo, Gattinoni, Genny, Gian Paolo Giannotti, Gianmarco Chieregato, Gioielli Nana' By Talo', Gucci, Guerraz, Hydrogen, Intercoiffure Italia, Lello Esposito, Love Therapy By Elio Fiorucci, Luigi Scialanga, Marella Ferrera, Martino Midali, Missoni, Nanan, Nino Lettieri, Patrice Makabu, Raffaella Curiel, Raffaella Frasca, Re_Nate, Renato Balestra, Roberto Cavalli, Rossorame, Rougenoir, Roy Roger's, Salvatore Ferragamo, Seduzioni Diamonds Di Valeria Marini, Sergio Ciucci, Sofia Loren, Stella Jean, Stephanie Chinaglia - Fondazione Giorgio Chinaglia, Tosca D'aquino, Trudi-Sevi, V°73, Valentino, Via Delle Perle

lunedì 25 novembre 2013

LEISURE_Bags for Africa 2013 è vintage!



Come è ormai tradizione, anche quest’anno torna Bags for Africa. L’asta di beneficenza, organizzata da COOPI – Cooperazione Internazionale, si terrà il 26 novembre nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, a partire dalle 18:30. L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Milano ed EXPO2015, in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana, Christie’s Italia, Morino Studio e Vanity Fair.
All’asta hanno aderito 45 aziende che hanno donato una borsa in stile vintage. Questa quarta edizione ha un tema speciale per ricordare un periodo memorabile non solo per la moda, ma anche per COOPI fondata nel 1965.
Oltre ai big della moda, verrà battuta all’asta anche una mini-collezione di borse realizzate da Martina Maggiorelli con le artigiane del progetto COOPI in Marocco. Martina aveva vinto il concorso “Giovani stilisti per una moda solidale” organizzato nella passata edizione in collaborazione con lo IED moda Milano.
Le borse verranno battute da Renato Pennisi della casa d’asta Christie’s. Madrina della serata la conduttrice televisiva Camila Raznovich.
Per la prima volta quest’anno, sarà possibile contribuire alla raccolta fondi di Bags for Africa anche facendo una donazione per 10 paia di occhiali di YOBE Eyewear, ognuno dedicato a una donna africana e alla sua storia. L’occhiale diventa un invito simbolico a guardare oltre i confini, a leggere dentro ognuno di noi.
I fondi raccolti saranno destinati ai progetti di COOPI contro la malnutrizione in Niger e Ciad. Donne e bambini i principali destinatari degli interventi: la sfida è quella di combattere la malnutrizione da più fronti, attraverso il rafforzamento delle capacità locali di diagnosticare, prendere in carico e curare la malnutrizione acuta; la diffusione delle buone pratiche nell’alimentazione della famiglia e dei neonati; la promozione del ruolo della donna; la gestione immediata dei casi di malnutrizione.
Le aziende che hanno aderito a Bags for Africa IV edizione: Agatha Ruiz de la Prada, Alberta Ferretti, Alviero Martini 1^ Classe, Antonio Marras, Braccialini, L’Autre Chose, Benedetta Bruzziches, Brunello Cucinelli, Carta e Costura, Cinzia Rocca, Cividini, COSTUME NATIONAL, CO I TE, Daniela Bentivoglio, Daniela Gerini, Eduardo Wongvalle, Ermanno Scervino, Fratelli Rossetti, Gabs, Giancarlo Petriglia, Giuseppe Zanotti Design, Hogan, John Richmond,  Lorenzo Riva, Marta Ferri, Martino Midali, Mywalit, Moschino, Piquadro, Renato Balestra, Roberto Cavalli, Rodo, Roger Vivier, Salvatore Ferragamo, Santoni, StefanomanO, Stella Jean, THALÉ BLANC, Tiziana Fausti, Tod’s, Trussardi, Valentino Orlandi, V°73, Vivienne Westwood, Zagliani.
Sponsor: IDMC, Ferrari, Spazio Libia3 Porcelanosa, YOBE Eyewear, Visconti Banqueting.

Bags for Africa – IV edizione
26 novembre 2013 – ore 18.30
Salone d’Onore - Triennale di Milano, via Alemagna 6, Milano 

venerdì 22 novembre 2013

PEOPLE_Barbara Vitti – Una vita per l’eleganza






Premiata con l’Ambrogino d’oro – la massima onorificenza del Comune di Milano – per “aver fondato una figura professionale e un ruolo importante nella moda”, Barbara Vitti è una delle signore del fashion system milanese e internazionale. Nel corso della sua lunga carriera ha curato l’immagine e la comunicazione di grandi personaggi come Valentino, Versace, Armani e, soprattutto, è stata ed è al centro dei grandi cambiamenti che hanno segnato il destino del made in Italy nel mondo. Parlare di lei è come ripercorrere un’epoca, cristallizzando il passato e, sincronicamente, fissando l’attualità e disegnando il futuro.
Figlia d’arte – la madre, infatti, era giornalista di moda – comincia sin da ragazza a seguire le sfilate. Ben presto, però, pur continuando a tenere rubriche su alcune riviste di moda, capisce che il suo destino è altro e comincia così a dedicarsi alle pubbliche relazioni, un ambito d’attività che proprio nei tardi anni ’60 iniziava a farsi strada. Si sta sviluppando un universo vivace e in continuo fermento, progenitore del fecondo periodo creativo che dagli anni ’70 caratterizzerà la moda italiana: è una realtà di grande energia, con intelligenze splendide e personaggi meravigliosi. Proprio in quegli anni Milano si appresta a divenire capitale del fashion, ruolo indiscusso che ancora oggi la contraddistingue a livello mondiale.
Correva l’anno 1967: le maisons sfilavano a Firenze e Rosita e Ottavio Missoni mandarono in passerella le modelle senza biancheria intima, evidente limite estetico alle loro celeberrime creazioni in maglia. Uno scandalo che li costrinse a lasciare il capoluogo fiorentino e a scegliere Milano quale sede deputata ad ospitare le presentazioni delle loro collezioni. In men che non si dica, furono raggiunti da molti nomi emergenti. Si stava mettendo in atto una sfida senza eguali, al buon esito della quale contribuì Beppe Modenese: a lui, infatti, il plauso d’aver creato le sfilate milanesi nel senso attuale del termine, trasferendo la Camera Nazionale della Moda da Roma a Milano. Furono anni di grande fermento artistico e creativo, che all’ombra delle guglie del duomo portarono alla nascita del prêt-à-porter, un’eccellenza squisitamente italiana.
Barbara Vitti nel corso della sua carriera ha avuto il piacere di lavorare a stretto contatto con tre degli stilisti italiani che hanno segnato le prime orme della moda made in Italy: Gianni Versace, Valentino e Giorgio Armani. Tre incommensurabili talenti, seppure differenti, ai quali va riconosciuto d’aver creato moltissimo, in primis lo svecchiamento da un certo provincialismo in un momento in cui le sarte ancora si recavano a Parigi per copiare i tagli da riproporre poi nel Belpaese. Versace, il primo ad avere l’intuizione di portare modelle straniere in Italia, era uno spirito vivace ed eclettico, estremamente curioso, attento ai giovani e all’avanguardia. Armani, dal canto suo, è in grado di concepire intere collezioni già sui fogli da disegno, complice l’innato talento per il disegno. Valentino, invece, si è sempre distino per il suo estremo perfezionismo: dotato di una precisione assoluta, con un solo sguardo è in grado di individuare anche un centimetro di troppo sugli abiti. In particolare, Barbara Vitti della sua collaborazione con il couturier italiano, ricorda con piacere la sfilata a Voghera, il paese natale dello stilista e nella piazza del quale venne presentata la nuova collezione. Era un momento particolare per la moda italiana, un tempo in cui si avvertiva il bisogno di un contatto diretto con il pubblico, con il quale dialogare e dal quale trarre ispirazioni. Una mossa azzardata, quella di utilizzare una piazza come location per una sfilata, che si rivelò azzeccatissima: 14mila persone applaudirono la collezione e il suo creatore.
Per Barbara Vitti la moda deve sempre partire dalla gente, dalle tendenze che percorrono la società. Anche per i più grandi stilisti, pertanto, è importante vivere la realtà quotidiana per poi rielaborarla secondo le proprie idee ed il proprio gusto. Non si può pensare di fare moda se non si conosce il contesto in cui si vive così come se non si vanta un certo rapporto con la città. Armani, ad esempio, si è sempre impegnato in tal senso, uscendo insieme al socio Sergio Galeotti dai canoni classici con la creazione di simboli per i giovani e la rottura degli schemi comunicativi. Basta solo pensare al suo gigantesco murale che impreziosisce uno degli angoli del centro milanese: creato a Cinecittà, proiettando la foto su un grande telo e poi ricopiandola, sembrava un’iniziativa che potesse dar vita a numerosi scetticismi, ma una volta allestito divenne uno dei simboli della città.
Quello tra Milano e la moda è un rapporto indissolubile, caratterizzato da due entità che si compensano, validandosi nei contenuti e nelle istanze. Secondo Barbara Vitti, il capoluogo lombardo è il posto giusto perché la moda non è fatta solo di tessuti, ma anche di infrastrutture e aziende: una compartecipazione di fattori che determina il successo del fashion italiano. Infatti, nonostante la competizione con Parigi e New York, Milano mantiene salda la sua identità, distinguendosi per le abilità e i talenti che da sempre può vantare.