giovedì 31 ottobre 2013

ABOUT_Jole Veneziani: ipse dixit...e non solo



Jole Veneziani ha detto di sé…

Alta moda. Questa espressione altro non può essere se non sinonimo di perfezione tecnica, perfezione di proporzioni, ricerca costante, instancabile, di colori nuovi nella impercettibile loro vastissima gamma. Ricerca continua di materia nuova, di trame nuove, di fibre nuove, di disegni nuovi e conseguente valorizzazione del tessuto nel suo migliore rendimento di creazione”. (1967)

E’ un elemento oggi, la scarpa, di primaria importanza e necessità. Siccome il vestito è diventato zero, è necessario vestire dal di sotto. A furia di accorciare, un bel giorno avremo delle scarpe meravigliose, una bellissima collana e…la foglia di fico che sostituirà il vestito”. (1969)

Sono sempre stata testarda, ed ho sempre pensato a modo mio. Io me ne infischiavo della moda, in un certo senso.  Quando una mia cliente arrivava e mi chiedeva “che cosa si usa?” rispondevo piccata: “non deve proprio interessarle che cosa si usa. Lei deve soltanto cercare di mettersi addosso un abito adatto alla sua personalità”. La moda, infatti, è un fatto individuale, ed io mi sono sempre rifiutata di considerarla un imperativo ed un tiranno implacabile”. (1980)

“Ogni mia sfilata aveva il sapore di una “prima”, e le indossatrici erano ben consce del ruolo che spettava loro di interpretare. Ogni collezione aveva, naturalmente, dei motivi e dei colori nuovi da lanciare per una stagione. Tuttavia, io ero sempre fedele al mio motto di lasciare alla donna tutta la sua femminilità, senza costringerla in linee non adatte a lei. Ma il mio ideale di donna c’era, ed è sempre quello che è ancora, l’ideale per me: collo sottile, busto lungo, seno leggero, attaccatura delle braccia fluida. E poi sempre lo stesso imperativo: di giorno sobria, possibilmente in tailleur, il più possibile semplice. Di sera, invece, una gioia di colori e di luce, uno scintillio di tessuti. Insomma: festa”. (1980)

Non dimentichiamo che la moda italiana è una grande ambasciatrice all’estero. Siamo stimati, apprezzati. E anche copiati naturalmente. Ma questo non accadrebbe, se non ne valesse la pena. Infatti, nessuno, tenta di copiare ciò che è brutto o sbagliato”. (1980)

“Per me, creare in quel tempo tragico, costituiva una delle poche fonti di gioia. Le clienti arrivarono presto perché, nonostante tutto, Milano aveva ancora una sua vita elegante ed i suoi obblighi mondani”. (1980)




Jole Veneziani. Hanno scritto di lei…

Adriana Mulassano
“Se penso alla Veneziani ne ho un’immagine né pomposa, né ricca né fatua: fra i creatori di quegli anni è stata senza dubbio la più d’avanguardia.” (1989)

Bianca Maria Piccinino
“Ho conosciuto la Veneziani quando è nata la moda italiana: è diventata per me una grandissima amica e ricordare che proprio lei ha fatto il mio abito da sposa è una cosa che mi commuove moltissimo. Senza dubbio è stata la donna più ricca di vitalità, di gioia di vivere, di intelligenza ed umorismo che io abbia mai conosciuto”. (1989)

Beppe Modenese
“Jole Veneziani è per la moda l’inizio della moda italiana. Ha avuto un ruolo determinante in quella prima presentazione fiorentina ed ha continuato a giocare questo ruolo per molti anni”. (1989)

Elena Viola Capra
 “Jole com’era e com’è: un carattere, uno spirito, uno stile di vita che sono più grandi delle sue opere, che le prescindono, che si sarebbero imposti comunque, qualunque strada i capricciosi giochi del destino l’avessero indotta a imboccare”. (1982)

Maria Pezzi
“Le sue mani erano paffutelle, ornate preziosamente di rosse pelle e zaffiri; quelle “specialissime” mani per cui in tutti gli innumerevoli articoli a lei dedicati, in tutte le interviste, è sempre stata denominata “zampa di velluto”. Fui io a inventare questa definizione per lo stupore di vedere quelle mani palpare, accarezzare, sfiorare contropelo delle stupende pelli di zibellino, non solo con competenza ineguagliabile ma quasi con piacere sensuale. In fatto di conoscenza di pelli, di fantasia creativa, di ricerca di novità, di coraggio – un grande coraggio – Jole Veneziani è stata pioniera e forse non superata”. (1991)

Maria Pia Alfonsi
“Perché “la Veneziani” è una di quelle rare persone nelle quali si può identificare tutta un’epoca”. (1972)

Biki
“La Veneziani rappresenta un nerbo saldo e insostituibile, sul fronte della Moda italiana. Appartiene alla prima linea.
Del resto, i fatti forniscono una facile conferma. Quante grandi sartorie hanno resistito come la sua? E non solo resistito, ma conservato sempre la posizione in prima linea?
Se si cerca una spiegazione a questo fatto abbastanza eccezionale, credo che la si possa trovare soltanto nel personaggio stesso della Veneziani”. (1963)

Dino Buzzati
“E’ stato, sulla passerella di Palazzo Pitti, un piccolo festival del miracolo economico, tanto dichiarato e spiritoso da non poter dare scandalo. Anche negli altri modelli, del resto, - mi hanno fatto notare gli intenditori – Jole Veneziani ha puntato sul lusso, con largo impiego dei tessuti più costosi come la vicugna e il cachemire. E gli elogi sulla linea e sul gusto sono stati un coro”. (1963)

mercoledì 30 ottobre 2013

LEISURE_Jole Veneziani. Alta moda e società a Milano


















Il mito di Jole Veneziani, stilista tra i fondatori dell’Alta moda italiana e pioniera del made in Italy nel mondo, rivive con un’esposizione vistabile fino al 24 novembre a Milano a Villa Necchi Campiglio – casa museo di proprietà del FAI - e composta da un’accurata selezione dei materiali dell’Archivio Veneziani.
Quello di Milano è il primo appuntamento di un progetto che, una volta terminato lo studio sul patrimonio dell’Archivio, si concretizzerà in una grande mostra itinerante che porterà l’Atelier Veneziani nelle capitali europee e del Far East.
Protagonista indiscussa lei, Jole Veneziani, la stessa che fiera e consapevole del suo talento, reinventò il concetto di pelliccia, imponendosi come una delle prime protagoniste dello stile italiano.In fatto di conoscenza di pelli, di fantasia creativa, di ricerca di novità, Jole è stata pioniera forse non superata”, avrebbe commentato la giornalista di moda Maria Pezzi. E ancora, “Se penso alla Veneziani ne ho un’immagine né pomposa, né ricca né fatua:
fra i creatori di quegli anni è stata senza dubbio la più d’avanguardia”, queste le parole di un’altra celebre firma della moda italiana, Adriana Mulassano. Per Beppe ModeneseJole Veneziani è per la moda l’inizio della moda italiana. Ha avuto un ruolo determinante in quella prima presentazione fiorentina del 1951 e ha continuato a giocare questo ruolo per molti anni”.
Un personaggio unico e inimitabile, al quale oggi viene reso doveroso e giusto omaggio attraverso una rassegna curata da Fernando Mazzocca, promossa dalla Fondazione Bano e dal FAI e caratterizzata dalla presentazione di abiti d’epoca, bozzetti e fotografie, oltre a filmati, documenti, oggetti di sartoria, scelti tra gli oltre 15.000 pezzi dell’Archivio Veneziani, acquisito nei primi anni Ottanta dalla fondazione padovana.
L’allestimento, studiato da Corrado Anselmi, è stato appositamente pensato per far dialogare in modo armonico le creazioni di Jole Veneziani con i ricchi ambienti di Villa Necchi Campiglio, combinando la storia della moda e del costume, con quella della Milano del Novecento.
Perché proprio Milano è stata la citta che accolse una giovanissima Veneziani quando, da Taranto, si trasferì con tutta la sua ricca e numerosa famiglia. E fu nel capoluogo lombardo dove, dopo aver tentato la carriera di giornalista e attrice, cominciò a lavorare per una ditta di pellicceria, sviluppando la sua vocazione per la moda e un fiuto da vera imprenditrice.
Ad aprire l’esposizione vi è la ricostruzione di una giornata tipo di una donna dell’alta borghesia milanese, scandita da manichini che indossano i capi originali creati da Jole Veneziani, intenti nel preparare la tavola per il pranzo, giocare a carte, leggere una rivista. Jole Veneziani comprese come si andassero manifestando un desiderio di rinascita e la voglia di ritornare alle gioie della vita, anche negli anni più bui della seconda guerra mondiale. Nel 1937 aprì un laboratorio di pellicceria in via Nirone, cui si affiancava la sartoria nel 1943, e nel 1946 la produzione di Haute Couture, dopo aver trasferito definitivamente nel 1944 la sua sede al numero 8 di via Montenapoleone in una Milano ancora sotto le bombe e piena di macerie.
Proprio per far rivivere al pubblico lo spirito di quegli anni, a Villa Necchi Campiglio è stata ricostruita l’atmosfera dell’Atelier Veneziani di via Montenapoleone, con oggetti di sartoria e modelli originali accompagnati dalle foto d’epoca degli ambienti e da quelle delle modelle in sala prove. Un fermento creativo che condusse la Veneziani a partecipare alla storica - e prima - sfilata di moda di Villa Torrigiani a Firenze, nel 1951, che segnò la nascita dell’Alta moda italiana. Organizzata da Giovanni Battista Giorgini, l’evento vide la presenza dei cosiddetti ‘13 apostoli’, esponenti delle più importanti sartorie d’Italia - da Roma, Carosa, ovvero la principessa Giovanna Caracciolo, Alberto Fabiani, la principessa Simonetta Visconti, Emilio Schubert, Antonelli; da Milano, Jole Veneziani, Vanna, Noberasko, Germana Marucelli; Gallotti, ossia la Tessitrice dell’Isola, Pucci; da Firenze, il padrone di casa Giorgini - che seppero rompere il monopolio francese e aprire la strada al Made in Italy.
Per tutti gli anni ’50 e ‘60, il lussuoso atelier della Veneziani al numero 8 di via Montenapoleone non è stato solo la grande officina creativa di uno stile unico e universalmente apprezzato, ma anche un centro di aggregazione della mondanità milanese, grazie alle clienti celebri, attrici e regine del ‘bel mondo’, con cui lei, temperamento curioso e vivacissimo, intrattenne anche rapporti di amicizia. Da quelle sale dorate e risplendenti di specchi sono passate Josephine Baker, Marlene Dietrich, Maria Callas, Elsa Martinelli, Lucia Bosè, Wally Toscanini, Anna Proclemer, Giovanna Ralli, Paola Pitagora, Anna Bonomi Bolchini, Ljuba Rizzoli, Emanuela Castelbarco, Sandra Milo, Franca Rame, Ornella Vanoni.
Il percorso espositivo prosegue con la sezione che si focalizza sul personaggio Jole Veneziani. Sempre accompagnato dai modelli originali delle sue creazioni, il visitatore viene condotto sulle tracce della storia della stilista, attraverso un’accurata selezione di bozzetti originali, le testimonianze delle personalità che l’hanno incontrata, le copertine delle riviste che hanno immortalato lei e i suoi vestiti - memorabile quella di Life del 14 aprile 1952 -, i riconoscimenti ottenuti a livello nazionale e internazionale.
E ancora le fotografie della famiglia Veneziani, delle sfilate tenute in tutto il mondo e delle modelle celebri.
Vengono, inoltre, approfonditi alcuni momenti particolarmente significativi della sua carriera, come la consulenza per l’Alfa Romeo, per la quale studiò, sul modello delle case automobilistiche americane, carrozzerie e interni, realizzati a colori vivaci, o come il prestigioso incarico di “infiorare” la Scala per la prima del 7 dicembre, dove molte partecipanti andarono vestite proprio con i suoi magnifici abiti.
Non manca l’incontro con il cinema, il teatro e la televisione con un’apposita area nel percorso in cui verranno proiettati filmati d’epoca. A corollario della mostra, un album basato sulle foto d’epoca edito da Marsilio editori.

L’Archivio Veneziani.
È il 2007 quando questo progetto, rivolto alla conservazione e alla tutela della memoria artistica della creatrice di moda Jole Veneziani, prende forma. Un progetto che ha visto la Fondazione Bano impegnata in un intenso lavoro di catalogazione e inventariazione del materiale proveniente dallo storico atelier della famosa stilista, grazie alla collaborazione col Corso di Laurea in Cultura e tecnologia della moda dell’Università di Padova e l’Università IUAV di Venezia. Con oltre 15.000 pezzi tra abiti, tessuti, disegni, fotografie e accessori, l’Archivio Veneziani, pervenuto a Federico Bano, Presidente dell’omonima fondazione, nei primi anni ‘80, è ancora oggi oggetto di ulteriori approfondimenti.
L’obiettivo è di conservare e tutelare la memoria storica di questa grande sarta che è stata uno dei protagonisti del made in Italy e indiscusso esempio di creatività, entusiasmo e imprenditoria femminile, e del suo atelier. Questo materiale, soprattutto il nucleo delle oltre duemila fotografie realizzate spesso da grandi fotografi, costituiscono anche una straordinaria documentazione, per i personaggi, i luoghi e le situazioni rappresentati, della storia e della società italiane tra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Sessanta.
L’archivio non vuole essere solo questo, ma anche un’opportunità di crescita, di studio e testimonianza ‘viva’ di un momento così importante della Moda Italiana e della sua creatività. Per tale motivo ha aderito al progetto “Archivi della moda del Novecento”, elaborato da ANAI e del Ministero per i beni e le attività culturali.

Jole Veneziani - Alta moda e società a Milano

Villa Necchi Campiglio, via Mozart 14, Milano
Fino al 24 novembre 2013
Orari: dal mercoledì alla domenica, 10-18 (ultimo ingresso alle 17.15)
Ingresso villa + mostra: adulti: € 11,00; bambini (4-14 anni): € 4,00 – Iscritti FAI: € 4,00
Info: tel. 02.76340121 – www.fondoambiente.it

martedì 29 ottobre 2013

STYLE_Gucci p/e 2014













È una donna forte, decisa, eclettica; seducente e sensuale per natura; spontanea e mai costruita quella pensata da Gucci per la primavera/estate 2014. Le linee sono morbide e scivolate, si arricchiscono di capi tipici del guardaroba sportivo completamente trasformati e resi femminili attraverso i codici Gucci. Abiti preziosi, eleganti e scaldati da un ricercato decorativismo. Per un nuovo concetto di opulenza, vissuto con nonchalance.
Le silhouettes sono un tripudio di grafismi. Il nero disegna linee geometriche ammorbidite dalle iridescenze del colore del lamé e delle fantasie. Dettagli tecnici chiudono ogni look. Spacchi vertiginosi, tagli improvvisi, scollature e trasparenze accentuano la femminilità. Ogni capo racconta un’interpretazione deluxe. Materiali preziosi e lavorazioni artigianali ridisegnano capi basici. Maxi T-shirt in camoscio traforato con inserti di nastri, in rete e jacquard, laminata, con intarsi di pelle. Bomber in camoscio. Trench e tuta in seta plissé. Nuove proporzioni e lavorazioni trasformano i gym pants in dettagli di stile. Kimono in seta con profili in pelle o con fantasia jacquard. Di ispirazione per la vestibilità di abiti e giacche. Nuova lunghezza sotto al ginocchio per i cocktail dresses a vita bassa. Taglio kimono anche per gli abiti lunghi aperti da tagli profondi e inserti di rete.
La sera diviene un elogio alla fisicità etera. Nuove tuniche. Con pantaloni. In chiffon nero illuminato da ricami di paillettes iridescenti che richiamano disegni Art Nouveau. Linee decostruite interrotte da trasparenze, scollature e spacchi per accentuare una sensualità consapevole.
Gli accessori completano un look già molto prezioso. Il black bambù è il protagonista delle nuove borse, impreziosite da lunghe frange. Maxi clutch, shopper e piccola tracolla. Total black o colorate. In pitone, camoscio o pelle. Il dettaglio tecnico dell’elastico nero caratterizza tutti i modelli di scarpe illuminate dal colore e impreziosite dal tacco a cono sfaccettato in metallo lucido. Bracciali dalle forme rigide in plexiglass colorato come i maxi occhiali dalle forme lineari.