giovedì 28 marzo 2013

LEISURE_Roma, Spazio Louis Vuitton: un omaggio alle icone del cinema italiano








Arte e moda vantano un sublime legame, che ne esalta le rispettive specificità e, al contempo, genera un’inusuale liaison caratterizzata dall’amore per il bello nella sua autentica accezione.
Un amore validato dalle numerose contaminazioni stilose, che hanno eretto a protagonista la commistione di genere e specie di queste due discipline ed ora spintosi fino a lambire i confini della settima arte.
Complice l’ingegno e la lungimiranza di una delle Maisons più sensibili a questo legame – Louis Vuittonil cinema e la moda godono ora di un nuovo scenario in cui mostrare un loro nuovo volto comune, che rende omaggio ai capolavori italiani e alle loro rispettive interpreti, ponendo in risalto, di volta in volta, sfumature sempre diverse.
Dal 5 aprile prossimo, infatti, prende avvio il nuovo programma dello Spazio Etoile Louis Vuitton di Roma, che già dal titolo rivela il suo spirito evocativo: Roman Divas. Uno spirito in cui cinema e moda trovano celebrazione dei loro specifici valori e cantano all’unisono in un armonioso inno di esaltazione dell’arte nella sua totalità d’espressione.
Protagoniste di un simile e ambizioso progetto, le attrici romane che hanno fatto la storia del cinema italiano, divenendo le muse per le future generazioni di registi italiani ed internazionali. In particolare, cinque storiche attrici romane, di nascita o di adozione - Anna Magnani, Silvana Mangano, Virna Lisi, Monica Vitti e Ornella Mutiritratte in altrettanti episodi tratti dai film collettivi, le celebri commedie all’italiana d'autore, che osservarono e raccontarono la nostra società dagli anni Cinquanta agli anni Settanta.
Il nuovo programma “Roman Divas”, pertanto, è un omaggio a film, registi e attrici, tra i più cari al pubblico italiano e di cui si cerca di mettere in mostra gli aspetti salienti che ne hanno fatto la differenza, proiettandoli di diritto nell’olimpo della celebrità.
La spensieratezza di Roma degli Anni ’50 è raccontata nell’ironico e divertente episodio “Anna Magnani” tratto da “Siamo donne”, in cui l’attrice, diretta da Luchino Visconti, interpreta un’esuberante versione di se stessa. La macchina da presa di Mauro Bolognini, invece, indaga le relazioni e dinamiche di coppia in “Luciana”, tratto da “La mia signora” del 1964, in cui Silvana Mangano intreccia un flirt in aeroporto con uno sconosciuto; come nel film La donna” di Nanny Loy da “Made in Italy”, in cui Virna Lisi si confronta con le proprie scelte di vita. Ornella Muti e Monica Vitti, rispettivamente dirette da Mario Monicelli in “Autostop” da “I nuovi mostri” e Luigi Comencini in “L’equivoco” da “Basta che non si sappia in giro”, sono protagoniste di episodi in cui avventure e scambi di persone danno vita a finali inaspettati.
Un volo pindarico sulla bellezza del cinema italiano della seconda metà del ‘900, il periodo più florido per la settima arte di produzione romana, quintessenza di professionalità, competenza e, soprattutto, autenticità. Un culto divinatorio, che ha portato a realizzare pellicole passate alla storia e a creare vere e proprie dive prima ancora che icone di quello stile di vita che, in men che non si dica, avrebbe conquistato il mondo intero. Un’epoca florida per l’espressione cinematografica italiana, che ora trova celebrazione con questa speciale mostra: un’occasione unica per ripercorrere le tappe salienti e fissare nella memoria, come tanti fotogrammi, la perfezione stilistica e tecnica nonché l’amore incondizionato per l’arte tout court.

SPAZIO ETOILE LOUIS VUITTON
Situato al secondo piano della Maison Louis Vuitton di Roma e circondato dalle più belle creazioni Louis Vuitton e da una libreria dedicata al cinema e suoi miti, lo Spazio Etoile riprende il nome di uno degli spazi più cari ai romani: l’emblematica sala cinematografica “Etoile”. Costruita nel 1907, all’epoca d’oro dei film muti, con il nome di “Lux et Umbra”, rinominata “Etoile” negli anni ’70 , la sala fu la sede d’elezione e il punto di riferimento per la cinefilia romana, ospitando prime visioni, cerimonie, proiezioni eccezionali e eventi culturali, sino alla sua chiusura  nel 1991.
Nel gennaio 2012 Louis Vuitton ha riportato in vita “Etoile” nel rispetto della straordinaria storia dell’edificio, offrendo a tutti i visitatori la possibilità di assistere a proiezioni di cortometraggi d’autore su grande schermo, con una programmazione periodica, selezionata intorno a tematiche ben precise. 
Un omaggio della Maison alla capitale del cinema e alle leggende che Roma, l'affascinante città della dolce vita, la Hollywood sul Tevere, ha saputo creare nel tempo.

Roman Divas
Spazio Etoile Louis Vuitton, Piazza San Lorenzo in Lucina 41, Roma
Dal 5 aprile al 5 giugno 2013 

mercoledì 27 marzo 2013

BEAUTY_Scent of woman: profuse che parlano d'amore












Sono profumi che parlano d’amore quelli che si impongono nelle recenti collezioni olfattive, denotando una preponderanza da parte delle maisons a rendere protagonista l’affettività più autentica, sulle orme di un dolce stil novo che ritorna prepotentemente a scandire la sensualità nella sua accezione più sublime. Che si tratti di amore per un luogo particolare piuttosto che per elementi icona di uno stile, o ancora che sia enfatizzato in alcune delle sue peculiarità, prediligendo ora i risvolti più passionali ora un neo-romanticismo, sempre e comunque di amore si tratta. Il più nobile dei sentimenti, quello che tutto anima e tutto governa, che si spinge oltre le apparenze e le differenze alla volta di un canto all’unisono di quelle che sono le virtù dell’umanità. Che coinvolge e assorbe, che cattura e non dà tregua, che rapisce e ingloba in una dimensione evanescente, dove tutto assume una nuova configurazione, dominata da luce, colore ed emozione. L’amore per la vita generalmente intesa, che può riguardare, pertanto, persone ma anche luoghi ed epoche, tutto quanto, in altre parole, è in grado di suggestionare e animare di uno spirito nuovo, mai provato prima o, anche se provato, sempre diverso, divenendo fonte d’ispirazione della vita. Perché cambiamo noi, ma cambia anche il soggetto del nostro amore: quello che conta veramente, è viverlo senza preamboli, privazioni o limitazioni; viverlo e goderlo nella sua interezza d’essere e di spirito, facendo tesoro della bellezza e dell’intensità delle emozioni che ogni giorno ci regala e mettendole a frutto come uno dei grandi doni della vita. Perché ogni amore, come asseriva il sommo Dante, merita d’essere vissuto per la sua stessa ragione d’essere, senza aspettarsi nulla in cambio, bensì per il semplice piacere di scoprirlo man mano e ammirare la perfezione del creato.

Profumo d’amore e di donna, quintessenza di quell’adorata femminilità in grado di catturare i sensi e condurre a un elegante intrigo. A questo devono essersi ispirate le maisons nella creazione delle loro nuove note profumate.
Yves Saint Laurent ha caricato di significato la sua liaison amoureuse con la sua Parigi, mettendo a punto la fragranza Paris Premières Roses, caratterizzata dalla spensierata freschezza del fiore dei fiori, sublimato da mughetto, violetta e peonia. Una storia d’amore, quella tra il couturier e la Ville Lumière nata trent’anni fa con le languide note di un profumo divenuto un cult – Paris – e celebrata tre decenni dopo con un’edizione esclusiva, fresca e delicata. Una fragranza attuale seppur fedele all’esprit couture: tradizione e modernità insieme, proprio come lo stile Saint Laurent. Un bouquet parfumé in sintonia con il mood della Maison, che celebra la rosa quale emblema della femminilità per antonomasia. Una rosa reinterpretata nelle sue note più fresche, luminose e splendenti, sublimata nelle sue caratteristiche dagli altri fiori: il mughetto esprime le note cristalline, la wild rose rimanda alla rugiada, la peonia all’abbondanza, la violetta, invece, è un tocco vellutato e i fiori d’arancio sono la sensualità. A rinforzare l’aspetto voluttuoso, muschi e legno di sandalo.
Da una Parigi elegante e raffinata a una Berlino di carattere. Una fragranza tutta giocata sulle dicotomie quella di Serge Lutens, in cui gli estremi trovano singolare armonia in note olfattive che rivelano lo spirito della città tedesca ed evocano, al contempo, l’iconica Marlene Dietrich. Per Serge Lutens, Berlino è sempre stata caratterizzata da un’atmosfera fumosa e sofisticata, quintessenza degli più classici ossimori della Germania della prima metà del ‘900 e che ora trovano validazione della fragranza La fille de Berlin. Una visione lucida e affascinante quella di Lutens, che si ritrova anche nelle sue fotografie raccolte nel libro “Berlin à Paris”, un viaggio attraverso un mondo visionario dove gli scatti rivelano un’estetica colta e sofisticata. Nei suoi connotati più umani, Berlino assume così le fattezze di Marlene Dietrich, personalità disinvolta che affronta e scandalizza, che ama declinare il maschile al femminile, che sa unire in capo a sé estremi altrimenti inconciliabili. In termini olfattivi, tutto ciò può essere riassunto in una rosa furente e speziata, cipriata e persistente. Eros e Thanatos si mescolano, raggiungendo un’equilibrata perfezione d’essere, complice la forza dirompente del loro carattere, la stessa che può essere ritrovata nella mistura olfattiva di Lutens, quintessenza di forza e intensità, carattere e personalità.
Dall’Europa agli Stati Uniti: un volo pindarico reso possibile dalla fragranza di Elizabeth Arden, 5th Avenue NYC. Difficile definire New York, un febbrile andirivieni di traffico e folla, un perpetuo confluire di culture, un crocevia di vitalità. Un’anima imprendibile, la sua, tradotta in note profumate da Elizabeth Arden grazie a una nuova fragranza che aggiunge NYC al nome del celebre profumo 5th Avenue. Racchiuse in una bottiglia simile a uno skyscraper, di dispiegano nell’atmosfera note di bergamotto, quasi ad evocare la brillantezza delle luci di Manhattan, pesca e mela golden, vibranti quanto la sua vitalità. Il ribes nero e il gelsomino notturno siglano il magnetismo sensuale. A suggellare il tutto, ambra dorata, vaniglia e note di muschio vellutato. Il nuovo 5th Avenue mantiene l’essenza di quello originale, ri-portando in vita lo stile e il carattere della City. Un omaggio di Elizabeth Arden alla città che ha fatto la sua fortuna: proprio sulla Quinta strada, infatti, si trova la più celebre Red Door.
Amore passionale, invece, chez Gucci con la fragranza Guilty Black, mix di contrasti – dolce vs speziato su tutti – nonché un inno alla seduzione estrema. Un ritorno al lato più dark, misterioso e fascinoso, nell’evocazione concertata di femminilità e sensualità. Un’invocazione di quel lato proibito e, per l’appunto, colpevole. Se le prime due versioni di questa fragranza targata Gucci (Guilty e Guilty Intense) esaltavano la provocazione, Guilty Black celebra l’intrigo della passione ad alto tasso di pericolosità. E lo fa ricorrendo al sapiente mix di contrasti tra dolce e speziato – frutti rossi e pepe rosa, lillà e patchouli – che, inevitabilmente, tende a infinito il limite della potenzialità espressiva. Un profumo pensato per una donna avventurosa, conturbante e determinata, pronta a raggiungere con lucida precisione quello che vuole. Una donna che ama sorprendere, suscitare meraviglia, incantare col suo fascino e lasciare un ricordo indelebile negli altri.
Da note dark ad altre soft il passo è breve, soprattutto se proposto da Valentino con Valentina Acqua Floreale, un omaggio all’universo femminile, complice un bouquet frizzante e fresh. Perché essere felici è un diritto di tutte. Dalle note di testa all’insegna di bergamotto e neroli, si passa a un cuore di mimosa, il fiore che annuncia la primavera con il suo lato poudré dai sentori di miele, combinata con tuberosa e gelsomino, per arrivare a un fondo dominato dal patchouli, legno che dona sensualità. Un inno alla femminilità, rivolto a una donna elegante e romantica, emblema del lusso all’italiana. Ispirato ai giardini romani, ricchi di luce, colori e odori inebrianti, porta alla mente le note di un brano classico, rilassante e quieto ed evoca le note cromatiche di un giallo brillante e caldo, l’oro dell’estate, sottofondo privilegiato per l’entrata in scena di un abito primaverile, in seta leggera e colori pastello, firmato Valentino, ça va sans dire.
Stessa vena ispirazionale chez Dior, che ha rivisitato il profumo couture degli esordi, Miss Dior, realizzandone una versione eau de toilette che distilla romanticismo in una miscela olfattiva nuova e luminosa. Nel 1947, Monsieur Dior aveva chiesto ai suoi “nasi” Paul Vacher e Serge Heftler-Louiche di fare un profumo che sapesse d’amore. Il risultato fu un accordo profumato che evocava la scia raffinata delle donne eleganti della Belle Epoque. Un mood anche alla base della nuova versione edt, che racconta in modo quasi romanzato la vie en rose di tutti gli innamorati. Note floreali e di arancia sanguigna vestono il bouquet, combinandosi con aromi luminosi, essenza di neroli di Tunisia, rosa turca e patchouli indonesiano. È così che Miss Dior si fa ancora più espressiva, dando corpo a tutte quelle sensazioni tipiche di una donna innamorata, quali la leggerezza, la profondità, la voglia di giocare.
Jean Paul Gaultier, invece, ribadisce il suo culto divinatorio per la femminilità. E quale migliore occasione se non i 20 anni di Classique, sua fragranza icona? È il 1993 quando lo stilista crea una fragranza che, letteralmente, mette in scena la donna, trasfigurandola. Citando i canoni della femminilità, li stravolge nella loro espressività, creando un rapporto tesi-antitesi-sintesi nel mondo del profumo. In un simile rimando di discipline e forme artistiche, Gaultier crea il flacone più curvilineo della storia della profumeria, destinato a divenire un must. Oggi come allora, Classique è pensato per una donna che incarna pienamente l’ideale di femminilità: libera e seducente. Una donna che ama e si fa amare.
Un ritorno al passato per Chanel e la fragranza 1932, ultimo capitolo di Les Exclusifs, mitica serie di sillage couture. Un omaggio all’estro visionario di Mademoiselle Coco, che, nel 1932 per l’appunto, decise di realizzare la sua prima collezione di Haute Joaillerie, “Bijoux de Diamants”: stelle, comete, lune, perle, zaffiri rosa, ma, soprattutto, diamanti. Un raggio di luce nel buio di quegli anni tristi e difficoltosi, con il quale regalò sogni e meraviglia. Una preziosa intuizione, caratterizzata da linee morbide e sontuose, ma senza ostentazioni o fronzoli. Oggi, a distanza di 80 anni, la Maison ha deciso di celebrare questa magnificenza, realizzando una collezione di pezzi inediti (ottanta) che evocassero la storica raffinatezza e una nuova fragranza. Essenziale e prezioso come il diamante, il gelsomino è il cuore di 1932: un fiore bianco e prezioso, a forma di stella, il cui aroma, combinato a tenui note di iris e muschio, si posa con delicatezza sul collo al pari di un prezioso collier.
Un amore per la vita, invece, quello proposto da Giorgio Armani con le fragranze Acqua di Giò e Acqua di Gioia, che sintetizzano emblematicamente il senso dell’amore: quello per la vita nella sua totalità e nel diritto di esistere. Un messaggio che suona come un appello, complice la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per l’emergenza idrica sposata dallo stilista, Acqua for Life, supportata quest’anno da Sean Penn. L’acqua come bene primario per la vita, anzi, come essenza stessa. Da qui, l’intenzione di agevolarne l’accesso a tutte quelle popolazioni che, ancora oggi, per raccoglierla devono percorre chilometri. Protagoniste dell’iniziativa, le due fragranze targate Giorgio Armani: all’acquisto di un profumo si donano 100 litri di acqua potabile, 50 con un like su facebook e altri 50 con un check-in sull’app Foursquare. 

martedì 26 marzo 2013

LEISURE_Il calzolaio prodigioso: fiabe in mostra al Museo Ferragamo





C’era una volta un magico creatore di scarpe….potrebbe essere questo l’incipit della mostra “Il calzolaio prodigioso – Fiabe e leggende di scarpe e calzolai”, curata da Stefania Ricci, Sergio Risaliti e Luca Scarlini, ospitata dal 19 aprile 2013 fino al 31 marzo 2014 a Palazzo Spini Feroni, sede del Museo Salvatore Ferragamo.
Incipit ma anche cuore di questa esposizione più unica che rara, che esplora l’universo delle calzature attraverso le pagine di una fiaba e il racconto di miti e leggende, raccontando la vita di Salvatore Ferragamo. Un’esperienza multisensoriale, che si avvale dei contributi di autori e artisti, come gli esperti di narrativa per ragazzi Antonio Faeti e Michele Rak, lo studioso di cinema Alessandro Bernardi, gli scrittori Hamid Ziarati, Michele Mari ed Elisa Biagini, che, per l’occasione, hanno scritto nuove favole, il compositore Luis Bacalov che ha composto una nuova partitura musicale, i fotografi Simona Ghizzoni  e Lorenzo Cicconi Massi, che hanno immortalato le scarpe della Maison rendenole fiabesche. Ma non solo…l’opera Messenger di Annette Lemieux è stata avvicinata al mito di Mercurio; quella di Carol Rama alla versione più hard di Cenerentola; quella di Daniel
Spoerri a Pollicino. Altri artisti hanno voluto creare nuove opere prendendo ispirazione da fiabe diverse: Liliana Moro da Pelle d'Asino; Ann Craven da Cenerentola, Il Gatto con gli stivali, Alice nel Paese delle Meraviglie e Il Mago di Oz; Timothy Greenfield-Sanders da Il Mago di Oz; Liu Jianhua da Cenerentola; Jan Svankmajer da Scarpette rosse. La favola, inoltre, è resa nella sua versione contemporanea grazie al fumetto: Frank Espinosa - autore di famosi fumetti come Rodcenko - ha realizzato la storia illustrata dell'avventura di Salvatore Ferragamo.
A corollario, una sezione dedicata alle sculture di Mimmo Paladino, una con le illustrazioni di Frank Espinosa e una con i cortometraggi di Francesco Fei, Mauro Borrelli e Rick Heinrichs (scenografo premio Oscar per il film Sleepy Hollow). Esposte, inoltre, opere d’arte e libri, tra cui il manoscritto di Federico Garcia Lorca, La zapatera prodigiosa, per la prima volta in mostra in Italia.
Dettagli tecnici a parte, il concept dell’esposizione sembra essere proprio nell’intenzione di mettere in mostra la fantasia, in un gioco sottile e sublimato di contraddizioni apparenti con cui esibire fisicamente ciò che essa rappresenta. E così, in men che non si dica, le leggende prendono vita: si possono guardare oltre che ascoltare, invitando il visitatore a un magico viaggio nella storia della scarpa, tema che ha sempre affascinato gli scrittori di fiabe. Si rammenti, infatti, che calzare le scarpe, a livello semantico, è un segno di ricchezza e di potere. Un valore simbolico reso tale dal lavoro e dalla maestria di abili calzolai e ciabattini, che hanno fatto dell’artigianalità un segno distintivo, caratterizzato da un sapore senza tempo, ravvivato da un’irrefrenabile passione di fare e insegnare. Un viaggio mesmerico che porta alla scoperta della vita di Salvatore Ferragamo, soprannominato a ragion veduta “il calzolaio dei sogni”: una storia che racchiude in sé tutti gli ingredienti di una fiaba, che nasce dalla passione per un sapore antico, dagli insegnamenti di altri calzolai o ciabattini, da una lunga esplorazione di un mondo in cui le scarpe conservano poteri affascinanti e misteriosi. Una storia tutta da scoprire e vivere nelle sue peculiarità, apprezzandone ogni minima sfumatura, anche la più nascosta, per la comprensione di uno dei personaggi chiave dello stile italiano tout court inteso. 

giovedì 21 marzo 2013

STYLE_Mare, sole, amore by Dolce & Gabbana































Mare, sole, amore. Tre capisaldi per un fatto a mano dal sapore rigorosamente made in Italy, che molto recupera della tradizione e della cultura, facendo di quell’heritage sicula, tanto cara alla coppia di stilisti, oltre che una vera e propria vocazione, un’imprescindibile fonte d’ispirazione. Un’ispirazione unica nel suo genere, che balza all’occhio istantaneamente, caricandosi di valori e rimandando a un tempo che fu, costellato di stimoli e suggestioni, al punto tale da divenire la cifra stilistica di Dolce & Gabbana.
Per la primavera-estate 2013, gli stilisti propongono una donna elegante, lussuosa ma al tempo stesso decisa e consapevole della propria femminilità, che ricerca nella tradizione i fondamentali del suo stile, curando ogni dettaglio e prediligendo tutti quei capi e accessori che in sé racchiudono un concentrato di storia, declinato in visioni, interpretazioni e istanze.
Il legame col territorio si dispiega in tutta la sua forza, imponendosi in modo dirompente con stampe coloratissime che evocano i carretti e i pupi siciliani; o ancora, disegni che rimandano alle maioliche di Caltagirone, declinate su robe chemisier così come su calzature dall’indiscutibile fascino. La collezione è tutta un colore e le stampe lasciano spazio soltanto a righe strepitose, declinate in una bicromia che evoca, per l’appunto, il leitmotiv della collezione - mare, sole, amore -, strizzando l’occhio agli ombrelloni e alle sdraio dei lidi balneari. A completare il tutto, foulard portati come fasce e bandane annodate in testa, maxi orecchini prendenti che riproducono, ancora una volta, elementi cari alla tradizione sicula come pupi e teste di ceramica, sandali scultura “carretto” o in midollino sia alti che bassi, bag che affondano la loro natura d’essere nella più profonda tradizione Dolce & Gabbana.
Una sublimazione dell’estate che culmina con l’altissima artigianalità di capi in paglia, uncinetto di rafia, ricami di corallo su paglia: lavorazioni utilizzate per abiti, gonne e bustier effetto scultura in midollino ispirati ai tipici cesti siciliani.
Le forme e le proporzioni dominanti sono le linee a trapezio e ad A, riportando così la mente, in un attimo a un bon ton di altri tempi, che prevedeva per ogni ora ed ogni occasione della giornata una precisa mise. Nuove educande, quindi, che camminano avvolte dall’aura di un lusso sfumato, complice l’utilizzo di materiali e tessuti preziosi che nobilitano anche il capo più semplice e informale: rafia, crochet di rafia e rafia stampata, rafia ricamata con coralli la fanno da padrone insieme a doppia organza di raso, organza goffrata e rete di organza, cotone a effetto grezzo stampato, cotone e lino stretch, broccato d’oro e stampato.
Che si tratti di mise per una garbata matinée piuttosto che per una preziosa soirée, è evidente un sano e autentico recupero della tradizione siciliana e delle sue reminiscenze culturali, attualizzata nelle più correnti forme interpretative che garantiscono una convivenza armonica tra passato e presente, in un ideale connubio spazio-temporale che proietta in una dimensione rarefatta e magica.