giovedì 28 febbraio 2013

LEISURE_Un'ode alla carta!





An ode to paper EATING FASHION. Il cibo non è mai stato così di moda. Strano a dirsi, visto che i due termini sembrano universi imparagonabili se messi sullo stesso piano, eppure è proprio così. Corsi di cucina affollatissimi e inflazionate apparizioni televisive di chef e super chef a parte, il fashion food si rivela uno degli aspetti più interessanti nel panorama culturale contemporaneo, coinvolgendo due mondi che molto hanno da dire: la fotografia e l’editoria indipendente. Molteplici, infatti, sono le identità che la prima può assumere in relazione alla seconda. Urge, quindi, diffondere la consapevolezza e la coscienza di questa fascinosa realtà sia nei suoi contenuti che, soprattutto, nella forma visiva, dando importanza a un nuovo modo di comunicare, distante dai canoni più tradizionali.
Il progetto curatoriale ed espositivo An Ode to Paper prevede la ricerca e la selezione di progetti editoriali indipendenti, spaziando dai fashion magazine alle fanzine realizzate per mostre allestite in contesti domestici urbani, dal life-style al design, dal food all'architettura. In altre parole, un'ode alla carta nella nostra epoca digitale, come enunciato a gran voce dal titolo della mostra. Il primo appuntamento del 2013 – inaugurato in concomitanza di Milano Moda Donna - coinvolge Essen | A Taste Magazine, il primo magazine worldwide - attivo dal 2010 - a concepire il food in modo trasversale attraverso interviste e approfondimenti. Un prodotto editoriale sartoriale, si potrebbe definire, che si fa sedurre dal cambiamento, indagando tutte le forme di questa materia edibile. Corridor and Stairs, lo spazio espositivo e fotografico milanese di Mauro Grifoni, ospita fino al 25 marzo una selezione di scatti scelti tra gli editoriali di Fashion Food realizzati dai fotografi del magazine indipendente (Carolina Amoretti, Andrea Artemisio, Mara Corsino, Federico Garibaldi, Andrea Massaro, Nadia Moro, Silvia Puntino, Delfino Sisto Legnani). Il magazine ha cercato di creare un vero e proprio canale di ricerca formale e fotografica mai concepita prima come tale. Grandi fotografi del passato si sono misurati con la fotografia di moda legandola al cibo: Essen | A Taste Magazine ne fa un vero e proprio genere, affermando l'idea che Fashion e Food siano la chiave contemporanea per la definizione dello stile.
Per l'apertura della mostra, Essen | A Taste Magazine ha ideato uno special project dedicato alle "zine": incrEDIBLE zine. Ironia editoriale del cibo che, stampato e raccontato, questa volta si mangia. Realizzato con la collaborazione di Linda Troni, già food talent di Essentaste e ora food designer a pieno titolo, il progetto ha sperimentato una stampa su cibo 3D. Mangiarsi una ricetta, ora, non è più solo una metafora.


AN ODE TO PAPER/
EATING FASHION
Corridors and Stairs
Via Santo Spirito 17, Milano
Fino al 25 marzo 2013 

mercoledì 27 febbraio 2013

STYLE_Fedra: la borsa icona di Tiziana Fausti








Mai come ora si fa vivo nello spirito creativo di marchi e Maisons il recupero della tradizione, un dogma a cui affidare la cifra stilistica di un’epoca come quella attuale che, arrivata oltre l’umana concezione del concepibile, deve inevitabilmente fermarsi e guardare indietro a un passato fatto di gloria e prestigio, recuperandone i tratti esistenziali quali tesoro prezioso da custodire e far rivivere nei giorni nostri, attualizzato nelle forme ma intatto nella sostanza.
Spesso recuperare la tradizione vuol dire attingere ai propri archivi, rileggendone le peculiarità – tessuti, forme, tagli, volumi - e donando loro nuova vita. In altre parole, scovarne i dettagli salienti e reinterpretarli.
Talune volte, però, recuperare la tradizione significa raccontare la storia di famiglia, vuoi affidandola a un diario, vuoi raccogliendola nelle pagine di un libro o, ancora, trasformandola nella sceneggiatura di un film.
Vi è poi chi, come Tiziana Fausti, proprietaria dell’omonimo e prestigioso multibrand di Bergamo, ha deciso di narrarla in una borsa, facendo tesoro dei ricordi delle lunghe giornate trascorse in campagna con il padre e dell’ispirazione proveniente dal mondo dell’equitazione da lei frequentato sin da piccola. Nasce, così, una borsa capiente, che sprigiona un’allure hunting tramite una serie di piccoli ma significativi dettagli: l’infilatura a mano di una fettuccia nel bordo esterno, che reinterpreta particolari delle capezzine sulla fronte del cavallo; i manici lunghi, da spalla e da braccia; la tracolla interna, che rielabora le cartucciere per portarla a bandoliera. Last but not least, a siglare il recupero della tradizione tout court, l’essere sfoderata, tranne che per alcuni pellami, come sfoderata era la prima borsa in cuoio realizzata dalla famiglia.
Una famiglia che, dal dopoguerra, ha fatto della pelletteria e della sua evoluzione il fulcro della propria attività, sviluppando un nuovo modo di intendere il negozio, vero tempio votivo in cui trovare articoli di qualità e avanguardia. Una vocazione alla base dello spirito critico con cui Tiziana Fausti apre il suo primo negozio: correva l’anno 1979 e in soli 16 mq prendeva vita il culto per gli accessori, una devozione antesignana del più recente spazio bergamasco (China Red) e di quello di prossima apertura in terra elvetica nella città di Lugano. 
Perché questo è un mondo prediletto, al quale oggi si aggiunge, di diritto, la borsa icona, Fedra, numerata e timbrata, a sigillarne personalità e qualità e a dimostrarne la grandissima cura con cui è creata, impiegando pellami dalle lavorazioni pregiate. Un prestigio validato dalla versione deluxe, realizzata in limited edition con pelli di cocco Louisiana, appartenenti all’archivio di casa da oltre trent’anni.
Un modello iconico, declinato in vari pellami e realizzabile in 18 cromie diverse tutte nei toni mat, quintessenza della prestigiosa heritage della Pelletteria Fausti. Partendo dalla valorizzazione del background famigliare e della tradizione produttiva nel settore, questa borsa gioca molto su un’immediata riconoscibilità, conferita da un mood e un dna che garantiscono le sembianze di uno stile senza tempo. Pensata per una donna sportiva, dinamica, cosmopolita, che viaggia e lavora senza però disdegnare il côté chic e femminile, Fedra prende ispirazione dalla selleria anni ’40 e dal mondo dell’equitazione e della caccia, strizzando l’occhio alla più pura tradizione anglosassone in quest’ambito.
Il risultato, una borsa icona dallo stile inconfondibile, complici alcuni elementi che ne siglano l’autenticità quali: il rivetto personalizzato con il logo TF e costruito riprendendo quello ereditato dal bosso della cartuccia a fiocchi; l’ispirazione ai primi coloni d’America, resa possibile dalle forme in perfetto stile vecchia America, riprese nella foggia ma ripulite per non sembrare troppo western; la tracolla interna, che permette di portarla a Bandolière nel ricordo evocato delle redini, e le lunghe maniglie da spalla, che consentono una versatilità d’utilizzo nonché un’alternativa funzionale;  la presenza, nel bordo esterno, dell’infilatura a mano di una fettuccia di cuoio, grazie alla quale reinterpretare i dettagli delle capezzine della fronte del cavallo.
La versione iconica nasce sfoderata, riprendendo la tradizione del primo modello di famiglia. Tuttavia, vi è la possibilità di foderare alcuni pellami con drill di cotone italiano 100% tramato che, attraverso serigrafature e lavaggi, assume una texture macchiata, quasi camouflage, con un logo effetto vedo non vedo appena accennato in modo da non essere mai a contrasto. Al fine di garantirne funzionalità e praticità, all’interno è stata inserita una mini clutch, ossia una sorta di tasca completamente staccabile, che viene ripiegata a mano e fermata con un cinturino in modo da renderla irresistibile accessorio per la sera.
Fedra è pensata in vitello rullato liscio molto opaco: un aspetto materico che gli conferisce la solidità del cuoio, ma, nello stesso tempo, la morbidezza di questo pellame. Il colore must have è il gianduia, seguito da nero, testa di moro, cognac e verde militare. Ma non è tutto…una Fedra per ogni occasione e ogni esigenza verrebbe da dire dal momento che sono previste numerose varianti di pellami. Et voilà! che diventa preziosa nella versione in cavallino di mucca selvaggia, grazie a un trattamento agli oli di Marsiglia che rende il pelo rasato e, al contempo, lucente come quello di purosangue da corsa. I colori disponibili – e solitamente insoliti nel cavallino – sono il maculato, il senape brillante tendente all’oro, il ciclamino, il lucente verde bosco e il celeste. Morbida al tatto e alla vista, invece, in nappa plongé, ottenuta da pellame di capra, plasmato su un mood selleria arrotolabile. Vera cromia cool, il nero. Classica e amante della tradizione in vitello grana dollaro, tipica lavorazione adorata delle griffe di accessori. Numerosi i colori disponibili: bianco, blu royal, giallo canarino, mandarino, verde militare e rosa bubble. Particolare e pronta a calamitare sguardi e attenzioni, la versione in vitello di Marsiglia ricamato, speciale texture con borchiature, rivetti, infilatura sottosella. Vera e propria ispirazione mexican, che ricorda le vecchie borse a sella del Far West. Due super colori: galvaniche fumé nero opaco e terra. E infine, dulcis in fundo, la limted edition con pelli di cocco Louisiana, provenienti dall’archivio storico di famiglia. Irresistibili i colori: verde prato, giallo canarino, blu royal, mandarino e testa di moro.
Ogni borsa Fedra è timbrata, numerata e firmata, nel rispetto di una tradizione che fa del prestigio e dell’eccellenza le chiavi di volta per perseguire un ideale iconico di stile ed eleganza, impassibile allo scorrere del tempo e sempre pronto a brillare di luce propria. 

martedì 26 febbraio 2013

PEOPLE_Romeo Santamaria: una passione che viene dal passato




Giornate di moda a Milano dove si è conclusa la fashion week, che ha presentato al grande pubblico le tendenze per la prossima stagione autunno/inverno, in un susseguirsi di sfilate, presentazioni e appuntamenti glamour. Al centro lei, la moda, celebrata dai grandi marchi e da nuovi talenti con collezioni che hanno declinato una creatività sapientemente dosata all’effettiva portabilità di capi e accessori che fanno la differenza per forme stilistiche, gusto estetico e senso dello stile.
A far da sottofondo, un crocevia di persone e culture, nell’enfatizzazione di una società sempre più cosmopolita e interrelata, in cui la moda troneggia quale vero e proprio fenomeno autenticatore dell’affermazione sociale e identitaria di ciascuno di noi. Siamo quello che vestiamo, in poche parole, così come vestiamo quello che siamo. Ecco perché le settimane della moda attirano sempre così tanto pubblico: perché, in un certo modo, complici show spettacolari ed effetti sorpresa, propongono in chiave romanzata uno spaccato della società in cui viviamo, implicandone tendenze, valori, intuizioni e ispirazioni.
Una società, quella attuale, che essendosi trovata in molti casi troppo avanti rispetto alle sue effettive disponibilità cognitive, deve necessariamente fermarsi, compiere un passo indietro e guardare al passato per recuperare un’eredità di stile da attualizzare in chiave moderna, compiendo quella sana contaminazione temporale grazie alla quale affacciarsi sul futuro con una solida consapevolezza della tradizione.
Ecco, quindi, vecchie glorie che tornano agli onori della cronaca, complice l’apertura di vetrine nei salotti della moda internazionale. Ne è un esempio la boutique di borse e accessori in pellami preziosi Romeo Santamaria, aperta il 23 febbraio in via Della Spiga 5 a Milano. Un marchio che vanta le proprie origini in una bottega artigiana milanese, fondata nel dopoguerra da Santo Santamaria, e sviluppata a livello internazionale dal figlio Romeo. Il brand ora rivive una seconda giovinezza al punto da presentarsi in grande spolvero con l’intento di presidiare le fasce più alte di mercato. Fiero e consapevole dei propri punti di forza e basandosi su un recupero attento e scrupoloso della tradizione produttiva, il marchio ha strutturato uno strutturato progetto di lancio, accompagnato da una campagna stampa e outdoor firmata Giovanni Gastel. Concept creativo è l’espressione Inside Beauty: una bellezza interiore, raccontata in chiave riservata e personale, proprio come la borsa protagonista della creatività, “Opera”.Opera” è la shopping bag icona della Maison, portavoce dei suoi valori fondamentali: realizzata in pelle di coccodrillo, svela la sua particolare texture solo al suo interno, quasi a evocare un lusso privato, intimo e mai ostentato, dove la ricerca del bello e del sogno è riservata solo a chi la sceglie. In un’epoca di ritorno alle origini, dove non vi è bisogno di gridare quello che si ha o si è e in cui ogni orpello manifesto deve lasciare spazio al sussurro, l’evocazione assume un ruolo cruciale. Ogni dettaglio, sia che riferisca allo stile piuttosto che alla forma, deve fare la sua comparsa in modo discreto e non invasivo, stimolando il gusto e la ricerca personale a un gioco di rimandi e visioni che affondano la loro ragione d’essere in un recupero della tradizione, chiave di volta per interpretare il futuro. Romeo Santamaria conosce bene questa tradizione e la rispolvera nel migliore dei modi, creando borse e accessori per una donna consapevole del prestigio ad esso associati e che non ha bisogno di ostentare in quanto conoscitrice ed estimatrice del valore intrinseco di simili oggetti del desiderio. Questa è la donna di oggi: esperta ed esteta, ma mai enfatizzante il proprio status; attenta ai dettagli e amante del bello, ma in ogni caso discreta e riservata. Lei non grida, casomai sussurra ed evoca, invitando a un viaggio incantato nel meraviglioso mondo dei significati. 

venerdì 22 febbraio 2013

STYLE_Il nuovo Zoo di Krizia





Krizia, la signora della moda italiana, anche per l’autunno/inverno 2013/14 stupisce ancora. E non lo fa gridando mode ostentate, mises tanto improbabili quanto azzardate, abbinamenti dall’effetto immediato ma fugace, bensì proponendo, come da sua tradizione, uno stile d’avanguardia, visionario e lungimirante quel tanto che basta per guardare al futuro con il benestare della tradizione, coniugando sapientemente heritage e slancio avveniristico, sulla scia di un’originale lettura interpretativa. Il tutto in bilico tra realtà e fantasia. È così che nasce il nuovo Zoo di Krizia, che tanto piacerebbe a Jorge Luis Borges al punto da essere inserito in una nuova edizione del suo famoso “Manuale di zoologia fantastica” o “libro degli esseri immaginari”, che lo scrittore invitava a sfogliare “come chi gioca con le forme mutevoli svelate da un caleidoscopio”.
Uno zoo tutto particolare, composto da animali onirici, frutto di contaminazioni fra specie, che danno vita ad accoppiamenti imprevisti: la zebra si mescola con la giraffa o con la tigre, la volpe con la mongolia o la marmotta, il visone meticciato addirittura con un’inedita creatura geometrica. Il risultato è sorprendente sia sotto forma di pelliccia, sia come stampati o ricami o dévorè. Una meraviglia che si capta già dalla prima uscita: un’ispirazione pantera mixata al biker, in un gioco di flessuose silhouette in pelle nera che offrono un’immagine enigmatica.
Un intrecciarsi di accostamenti che porta all’esaltazione del mix, identificandolo quale caposaldo dell’intera collezione. Maschile e femminile, luci e ombre, Oriente e Occidente (leggibile un'influenza Samurai) si fondono in un rinnovato gioco di contrasti, in una sorta di canone inverso.
 E' una moda pensata per una donna fiera e combattiva, ma pronta a difendere certe sue fragilità nascoste sotto simboliche armature, seduttivi bustini di pelle nera trattata come una leggera corazza traforata al laser, con strisce intrecciate, lacci, e poi nervature, plissé e matelassé a creare volume ed enfatizzare le spalle. Queste ultime sono diritte nei capi in tessuto, rotonde in quelli in pelle, addirittura a pagoda in certi accessori-catafratta d'ispirazione giapponese, in pelle traforata e legata con punti metallici.
Maschile e femminile giocano in un rimando d’ispirazioni e intuizioni, mischiando le carte al punto da contaminarne la reciproca appartenenza: ecco, quindi, che le giacche, i tailleurs, i cappotti prendono spunto da un guardaroba sartoriale da vero gentleman - con tanto di smoking - reinterpretato per irresistibili femmes fatales. Et voilà!, pronti a incantare con la loro silhouette, pantaloni dal taglio asciutto e abiti di gusto couture, ma attualizzato. Il plissé, dettaglio immancabile in ogni collezione firmata Krizia, viene ripreso con un nuovo gessato, che induce un inatteso chiarore sulla cresta delle onde o in un disegno a losanghe o in pelle.
I materiali sono preziosi, sia nella loro natura che nei trattamenti: pelle, camoscio, pelliccia reinventata, cachemire, seta, doppio raso spesso tagliato al vivo, velluto dévoré, laminati al platino, ricami all over. Il tutto all'insegna del mix.
Per quanto concerne le note cromatiche, si passa dal nero assoluto al platino, che illumina con effetti optical, alla dolcezza dei beige polverosi, sino alle gradazioni sempre più accese del vinaccia, per culminare nel rosso lacca. Sera in platino rilucente, ça va sans dire.
Altro tratto distintivo del dna Krizia, la maglieria, interpretata per la prossima stagione fredda con nuovi effetti hand made, o pieni e vuoti, in una rete con filato in contrasto, in un mix di lana e nylon trasparente. Tricot avvolgenti danno luogo a cappotti lunghi anche con fodera fiammante; spalmature lucenti; effetti plissé, metal-caleidoscopici; intarsi animalier che creano forme in movimento.
Nulla è lasciato al caso, diventando parte integrante di uno stile avveniristico. Sul côté accessori, largo spazio a gorgiere, collari e bracciali in pelle traforata; scarpe gioiello, con tacco platino 12 cm e decori brillanti in platino o cristallo e motivi di maculati immaginari; stivali aperti con leggere trame di lacci e intrecci, e così certi sandali; anelli con teste di fiere geometrizzate.
La donna Krizia avanza fiera e sicura, avvolta da quell’alone di prestigio ed esclusività che l’accompagna nella frenesia urbana, distinguendola per l’eccellenza del suo stile, emblema di un’eleganza senza tempo. Unica e magistrale.