venerdì 30 novembre 2012

STYLE_The Aviator diventa prezioso...










Ray-Ban: un nome, una garanzia. Qualunque mossa faccia, questo marchio lascia un segno indelebile nella storia dell’occhialeria, caratterizzandosi per esclusività, versatilità ed eccellenza produttiva. Modelli che divengono inconfondibili per le loro forme, trasformandosi, di diritto, in vere e proprie icone di stile. Creazioni emblematiche, che marcano la scena dell'eleganza, cavalcandone l’onda della notorietà e finendo sui volti dei personaggi più in voga. Innegabile, infatti, il legame senza eguali di Ray-Ban con il mondo del cinema. O, ancora, sposano le realtà più affascinanti della vita quotidiana: come scordare, infatti, la riuscitissima liaison con l’aeronautica nella seconda metà del secolo scorso e la conseguente nascita di uno dei modelli per antonomasia – l’Aviator – della Maison?
Sulla scia di una simile e perpetua esclusività, Ray-Ban ha cavalcato decenni di storia, arrivando a festeggiare, nel 2012, il suo 75esimo anniversario: tratti irrinunciabili, la manuale maestria e la dovizia produttiva; aspetti innovativi, la continua ricerca del meglio, con uno sguardo avveniristico sul futuro, ancorato a lapalissiane certezze stilistiche. Questi i fattori di successo grazie ai quali Ray-Ban ha potuto imporsi con determinazione sulla scena internazionale dell’occhialeria, divenendo il punto di riferimento nel suo settore.
Fervida e competente, arguta e integerrima, la Maison ha via via proposto collezioni sempre alla moda, accattivanti quel tanto che basta per mantenere un fedele rispetto alla più classica delle tradizioni, che vuole un richiamo piuttosto palese alle forme di un tempo, quintessenza di epoche passate ed emblema di ricordi e suggestioni.
Ecco perché, il celeberrimo modello Aviator continua a mietere vittime anche nel XXI secolo: rinvigorito nello spirito, ma intatto nella sua personalità.
Ed ora, approda sulla scena con una versione tutta nuova, esclusiva al punto giusto per essere rigorosamente in edizione limitata: 7500 esemplari al mondo, in un inedito modello pieghevole in oro giallo e bianco 22 carati. Ray-Ban Aviator Folding Ultra, il nome, un occhiale unico, la sua essenza. Ultimo arrivato nella famiglia degli Aviator, insieme a Ray-Ban Ambermatic 2012 Limited Edition – la capsule collection lanciata nel marzo scorso e caratterizzata da una lente ambrata che si scurisce in base alle condizioni di luce e temperatura – celebra i 75 anni di leggenda e di spirito Never Hide.
Una leggenda iniziata nel 1937 per questo particolare modello e che ha segnato il destino e la storia della “goccia” più famosa a livello mondiale. Nato per proteggere gli occhi dei piloti della US Air Force dai riflessi della luce solare in alta quota, Ray-Ban Aviator è il mito dall’inconfondibile forma a goccia, dal design essenziale e allo stesso tempo innovativo. Conosciuti in origine come “anti-riflesso”, gli occhiali sono stati poi ribattezzati per enfatizzare la loro efficacia nel bloccare (Ban) i raggi solari (Ray). Dallo specifico e destinato utilizzo aeronautico alla diffusione al pubblico di massa, il passo è stato breve, tanto da coniare, nel 1937, il nome ufficiale: Ray-Ban Aviator. Il modello diviene subito un classico e da allora non ha mai smesso di rappresentare un’autentica incarnazione del mito nonché l’oggetto del desiderio delle nuove generazioni, che ambiscono a reinterpretarne lo stile, traendo ispirazione dagli esempi di spirito ribelle che li hanno preceduti. Un’icona di stile e di design, che non dimentica la vocazione tecnologica del marchio. Da sempre Ray-Ban è sinonimo di qualità e superiorità nella scelta dei materiali e nella ricerca innovativa con l’introduzione delle lenti realizzate con il sistema P3 Plus. Filtro polarizzante e color enhancement, trattamento anti-flesso e sistema idrorepellente sono le caratteristiche straordinariamente racchiuse in un’unica lente dalle eccellenti prestazioni, che garantisce una definizione cromatica superiore e una visione ottimale in tutte le condizioni di luce. Grazie al color enhancement, i colori risultano ali occhi nitidi e brillanti. Il trattamento anti-riflesso riduce la percentuale di luce che raggiunge l’occhio, assicurando confort e limpidezza dell’immagine. Inoltre, l’innovativo sistema idrorepellente delle lenti P3 Plus - facendo scivolare con facilità le gocce d’acqua dalla superficie - garantisce lenti ancora più pulite e protette rispetto a quelle normali.
Ricerca e tecnologia si uniscono nel primo modello folding in assoluto nella famiglia dei Ray-Ban Aviator. Un meccanismo brevettato ed unico permette a questa versione di snodarsi e mantenere allo stesso tempo alte performance di resistenza. Otto sono le cerniere su cui si piega RAY-BAN AVIATOR FOLDING ULTRA: sui terminali, tra il terminale e la montatura frontale e sul ponte. A corollario, impareggiabili note di stile: terminali ricoperti in vero cuoio così come la custodia impreziosiscono la limited edition disponibile in due calibri (55 e 58) nelle seguenti varianti colore: RB 3479 KQ 003 N4 in oro bianco con lenti P3 Plus Crystal Blue Polar; RB 3479 KQ001 N5 in oro giallo con lenti P3 Plus Crystal Green Polar; RB 3479 KQ001 M7 in oro giallo con lenti P3 Plus Crystal Brown Gradient Polar.
Un’edizione limitata nel tempo e nel numero, ma non nello spirito, volto a riconfermare l’unicità del marchio e dei suoi valori, quali autenticità, tradizione, qualità e avanguardia tecnologica.

giovedì 29 novembre 2012

ABOUT_La Rive Gauche parisienne







Rive Gauche: letteralmente “riva sinistra” (della Senna, s’intende), ma anche epiteto della linea prêt-à-porter di Yves Saint-Laurent e, più in generale, un termine volto a indicare specificatamente un fenomeno di costume diffusosi nella seconda metà del secolo scorso nella Ville Lumière. Correva l’epoca dei trionfalismi imperiali dell’haute couture: maestosità, opulenza, magnificenza di linee, volumi, tessuti e forme, cura estrema del dettaglio…in altre parole, una tale pomposità da tradursi in capi d’abbigliamento unici, dall’esclusiva disponibilità, realizzati, spesso, a immagine e somiglianza del committente.
Per oltre un secolo, dalla metà dell’800 in poi, l’haute couture ha dominato la scena dello stile parigina e, su più larga scala, internazionale, ponendosi come un punto di riferimento, difficilmente avvicinabile, a quanti ambiscano a vestir bene. Una pietra miliare della storia della moda, che ha scritto alcune delle pagine più emblematiche, popolando la riva destra della Senna di prestigiosi atelier e esclusive boutique, il più delle volte, ritrovo dell’alta classe borghese e aristocratica del tempo.
Con gli anni, però, l’haute couture è andata un po’ appannandosi, complici i cambiamenti delle abitudini di vita e di consumo nonché l’emancipazione femminile e la conseguente evoluzione del senso dello stile: l’ennesimo caso a dimostrazione di quanto moda, società e cultura siano tra loro legate indissolubilmente. La crisi dell’haute couture, ha spinto così alcuni dei suoi creatori più celebri a varcare il fiume per tentare una nuova avventura stilistica sulla riva sinistra. Ecco svilupparsi, a poco a poco, il nuovo centro di gravità della moda parigina, situato tra la piazza di Saint-Germain-des-Prés e quella di Saint Sulpice, dominata dall’omonima chiesa, simbolo di un puro tradizionalismo ottocentesco (nel gergo parigino, sulpicien significa “cattivo gusto”). Eppure, proprio qui, in questa zona dalla dubbia semantica terminologica, nel 1966 il celebre Saint-Laurent, già installato nell’avenue Georges V, sulla riva destra, decide di creare la succursale Saint Laurent-Rive Gauche. Un’iniziativa seguita da molti altri nomi: Fèraud e Castelbajac aprono loro boutique a Saint Sulpice; Sonia Rikiyel, Givenchy, Kenzo e Paco Rabanne nelle strade limitrofe. A poco a poco, è un costellarsi di celebri firme, desiderose di intraprendere un nuovo cammino, proponendo al pubblico un nuovo concetto di moda e di stile. Un’evoluzione lenta e graduale di un quartiere un tempo terreno inespugnato di scrittori e artisti, Sartre in testa: a nulla è valsa la petizione promossa dagli intellettuali dell’epoca per impedire l’invasione della moda dagli anni ’40 ai ’60. In men che non si dica, la presenza dei più importanti nomi della moda si è fatta sempre più fitta: Christian Dior, Giorgio Armani, Gianni Versace, Yohji Yamamoto, Issey Miyake, sono solo alcune delle firme che marchiano le vie di questa zona parigina, abolendo, una volta per tutte, l’ideologica e sociale distinzione tra rive gauche e rive droite. Per una Parigi che, all’unisono, canta le note più armoniche dello stile. 

mercoledì 28 novembre 2012

BOOK_Studio Picone Roma rivive nelle pagine di un libro




Di monografie dedicate alla moda e ai suoi grandi nomi, si sa, ve ne sono innumerevoli. Antologie illustrate con meravigliose immagini, corredate da precise didascalie - custodi di preziosi segreti e curiosità - ripercorrono l’estro creativo di una Maison piuttosto che di un’epoca, mettendone in evidenza i tratti caratterizzanti sotto forma di particolari cifre stilistiche.
In questi giorni, tra gli scaffali di un sì nutrito archivio illustrato, si è aggiunto un importante volume, testimonianza di una delle pietre miliari della storia della moda. Si tratta, infatti, della monografia dedicata a Giuseppe Picone, personalità di spicco, che ha segnato il panorama creativo italiano. Nato a Napoli nel 1926, l’artista-stilista ha iniziato come ceramista, creando il personaggio icona del “pretino”, un omino stilizzato con il tipico cappello da prete, destinato a divenire il marchio di riconoscimento del suo stile e, più in generale, di Giuseppe Picone stesso, al punto da essere ripreso e declinato in tutta la sua produzione artistica.
Nel 1958 apre a Roma uno studio-laboratorio, che, da subito, si pone come uno dei punti di riferimento per quel magico periodo chiamato Dolce Vita. Importante e ricercato stampatore di stoffe, Giuseppe Picone si orienta con naturale dimestichezza nell’universo dei tessuti alla moda, complice una manualità senza eguali, creando abiti eleganti e raffinati. A corollario, quasi a sancire l’autenticità stilistica di simili creazioni, il suo marchio “Studio Picone Roma”.
Grande estimatore della creatività nordica, tra cui svetta su tutti Marimekko, Giuseppe Picone ha fortemente influenzato la scena del costume italiano, contribuendo, come pochi altri ancora, allo sviluppo di quel fenomeno che in seguito sarebbe stato definito “Made in Italy”, uno stile di vita prima ancora che un insieme di abiti e accessori, caratterizzato da un’unicità esemplare e da una sperimentazione inusuale di tecniche e lavorazioni. Ingredienti fondamentali per una resa eccellente come quella della moda italiana.
Nel corso della sua carriera stilistica, ha partecipato a numerosi appuntamenti sia nazionali che internazionali, venendo a contatto con le culture più disparate, continua forma d’ispirazione per le sue interpretazioni visionarie.
Ora, tutto questo e molto altro ancora, è ripercorribile in un libro, che riassume la sua intera opera artistica, raccogliendo una ricca e stimolante selezione di molte sue creazioni: dalle ceramiche ai motivi grafici stampati sulla stoffa, ai disegni per prestigiose aziende giapponesi. Una summa enciclopedica d’immagini e testimonianze che illustrano ed esprimono al meglio l’universo di Giuseppe Picone, rimandando a un’epoca fatta di arte e cultura, dalle innumerevoli contaminazioni, dove le molteplici forme espressive parlano di sé all’unisono, in un raro incontro di slanci e motivazioni.
La monografia è stata curata da Sophie Morichi e da Dominique Giroud, moglie di Giuseppe Picone e custode del suo importante archivio. Intitolato “Archivio Studio Picone Roma”, il volume è proposto sia in version italiana che inglese. Pubblicato da A&Mbookstore Edizione, il libro è distribuito nelle più grandi librerie al prezzo di 50 euro.

lunedì 26 novembre 2012

LEISURE_Baccarat fa brillare New York













Nel mondo della cristalleria, vi è un nome che non ha bisogno di presentazioni perché porta con sé una tradizione produttiva e una maestria esecutiva che solo rare realtà possono vantare: Baccarat. Una Maison che, fiera della sua heritage, è stata protagonista di un passato prestigioso, divenendo firma degli ambienti più esclusivi. Col medesimo orgoglio e rinvigorito nello spirito, il marchio guarda al futuro, complice la celebrazione di un anniversario importante come quello che si accinge a festeggiare nel 2014: 250 anni di storia, prima ancora che di creazioni meravigliose e di uno stile di vita che ha fatto del cristallo abbinato all’arte l’elemento principe.
Sulla scia di queste considerazioni, la Maison ha annunciato nei giorni scorsi l’apertura del nuovo Baccarat flagship store a New York per il mese di maggio 2013. Situato al 635 di Madison Avenue, all’angolo con la 60esima strada, il negozio, progettato dall’architetto e designer Rafael de Cárdenas, avrà una superficie di 260 metri quadri e un concept volto a rappresentare una nuova filosofia distributiva, incentrata sulla presentazione dell’intero universo Baccarat: oggetti per la tavola, illuminazione, decorazione e gioielli. A dimostrazione di come la Maison rientri a pieno titolo in ogni sfumatura di una brillante esistenza, permeandone l’essenza con la sua lucentezza e donandone la fuglida preziosità.
“Il nuovo flagship store, nel cuore di New York, sarà il primo del suo genere al mondo e un nuovo punto di arrivo per la prestigiosa “art de vivre” Baccarat. Lo store di Madison Avenue creerà continuità fra il patrimonio storico e la modernità, offrendo oggetti che esprimono virtuosismo, glamour e autentico lusso in un setting contemporaneo” commenta Markus Lampe, CEO di Baccarat. “Da 250 anni Baccarat è la scelta preferita di famiglie reali come anche di celebrità e vogliamo invitare i clienti più esigenti a scoprire gli ‘oggetti del desiderio’ della Maison sperimentandone, al contempo,  il lifestyle unico”.
A creare un concept che possa coniugarne le due anime – tradizione d’ingegno e modernità – rappresentando, nel frattempo, la storia e le capacità di altissimo artigianato, è stato chiamato Rafael de Cárdenas. L’elegante progetto offre una sorprendente alternanza di legni pregiati e pietre scure, dove le superfici sfaccettate dell’ingresso riflettono gli scintillanti lampadari “icone” del brand, mentre i materiali caldi, che ricoprono gli ambienti adiacenti, interagiscono con gli oggetti in esposizione, creando un linguaggio contemporaneo che conferma Baccarat come una maison del lusso, interprete del design d’alta gamma.
Ma non è tutto…nel 2014, anno del 250° anniversario, gli amanti del brand avranno un’ulteriore possibilità di vivere il lifestyle Baccarat su scala ancora più importante complice l'apertura dell’atteso Baccarat Hotel&Residences New York, joint venture tra Starwood Capital Group e Tribeca Associates. Situato in una delle aree più prestigiose di Manhattan, a due passi dalla Fifth Avenue e di fronte al MOMA, Baccarat Hotel&Residences New York coniugherà design sofisticato un livello di servizio e qualità eccezionali.
Con una storia gloriosa lunga tre secoli, Baccarat resta, ora più che mai, un simbolo di bellezza senza tempo e di lusso impareggiabile. L'apertura del nuovo flagship consentirà a Baccarat e alla sua leggenda di vivere per i prossimi 250 anni.

BACCARAT
Baccarat (Paris, Euronext, BCRA) è un marchio di lusso francese, leader nel settore di prodotti esclusivi in cristallo di alta gamma. Dall’anno della fondazione - nel 1764, in Lorena -  Baccarat è sinonimo di un savoir-faire unico nonché simbolo dell’art de vivre alla francese. Da 250 anni, il marchio è fonte d’ispirazione per i più rinomati designer da tutto il mondo. Spaziando dagli elementi d’illuminazione all’arte della tavola, dagli oggetti decorativi unici ai raffinati gioielli sino al flaconnage per essence creato su misura, i prodotti del marchio e l’eccellenza della tradizione della Maison sono distribuiti a livello globale e internazionale.
Per scoprire l’universo Baccarat: www.baccarat.com. shopping on line www.baccarat.it

Rafael de Cárdenas / ARCHITECTURE AT LARGE
Dal 2006 Rafael de Cárdenas/ARCHITECTURE AT LARGE opera nel mondo del design con uffici a New York e Londra. Lo studio ha lavorato per numerosi progetti residenziali e commerciali, architettura, mobili e oggetti. Più interessato a creare ambienti di atmosfera che alla ripetizione di stili definiti, de Cárdenas/ARCHITECTURE AT LARGE ha lavorato per clienti di diversi settori – Nike, OHWOW, Barneys, Ford Models, Jessica Stam, Aaron Young - e i suoi lavori sono stati pubblicati, tra gli altri, da Elle Décor, Vogue Paris, The New York Times , Wallpaper, Frame, AD Collector ecc. Nel 2011 de Cárdenas ha lanciato la sua prima colezione di arredi con la Johnson Trading Company. Nello stesso anno è stato nominato membro del Consiglio Baccarat, di cui fanno parte sette designer incaricati di tracciare la vision di Baccarat nel futuro.
www.architectureatlarge.com