mercoledì 30 novembre 2011

BOOK_Gianni Versace. Lo stilista dal cuore elegante


Autore di una moda seducente e sensazionale, stilista idolatrato dalle rock star e dai vip degli anni ’90, uomo semplice e riservato. Ecco chi era Gianni Versace. Un ritratto poliedrico che emerge dal libro “Gianni Versace. Lo stilista dal cuore elegante” di Tony Di Corcia e reso tale dal ricordo di 25 personaggi del mondo della moda, dello spettacolo e della cultura. Dal giornalista all’imprenditore, all’editore, all’étoile, passando per la top model e il compagno di classe: ciascuno ha espresso il proprio vissuto legato a Versace, con tutto il suo carico di emozioni e suggestioni. Un ritratto globale multisfaccettato, caleidoscopico, composto da tanti singoli ricordi, che pur nella loro eterogeneità arrivano alle medesime considerazioni, ribattezzando Versace a ragion avveduta lo stilista dal cuore elegante. Già, perché oltre che artista nel senso più puro del termine, Versace - anche una volta raggiunta la consacrazione mondiale - ha sempre mantenuto intatto un senso di umanità fatto di generosità, tolleranza, comprensione. Un ritratto che svela gli aspetti meno patinati ma non meno privi di valore, anzi. Proprio quegli aspetti che lo hanno contraddistinto nell’ascesa del made in Italy e del suo nome nel gotha della moda mondiale. La storia di Versace è quindi sì la storia di uno stilista ma prima ancora di un uomo, vista l’inalterata autenticità di quegli aspetti più affettivi e semplici anche nel momento in cui liberava l’artista che c’era in lui. Ma non solo. È anche la storia della moda italiana che, dagli atelier romani al prêt-à-porter milanese, ha scritto pagine indelebili dell’eleganza e dello stile internazionale. E quindi con lo stesso interesse che fiero affermava di possedere Versace – “..Tutto mi interessa. Sono un curioso, un onnivoro. Non vorrei morire mai” – addentriamoci nelle pagine di questa lettura, caricata di tutti quegli elementi che possono indurre alla riflessione. Per capire che dietro un simile personaggio si sono nascoste sfumature dalla rara preziosità. In un libro che si legge tutto d’un fiato e al termine del quale si ripercorrono volentieri alcuni passaggi…per rivivere l’uomo Versace.

martedì 29 novembre 2011

LEISURE_Christmas time: Louis Vuitton e l'arte circense




E se aria natalizia deve essere, cosa meglio del circo può evocare suggestioni festaiole?? Chez Louis Vuitton il Natale quest’anno diventa circense, facendo plauso alla tradizione più nobile di quest’arte.
Simbolo per antonomasia di viaggio, Vuitton si avventura ora in una nuova esplorazione. Protagonisti: borse equilibriste e manichini funamboli. Per un gioco delle parti in bilico tra magia e realtà. Per un lusso che non ha confini e sempre di più attiene a uno stile di vita onnicomprensivo. Dall’equilibrio stabile, s’intende!

LEISURE_Christmas time by Dolce & Gabbana: vetrine gourmandes





È ormai aria di Christmas time a Milano. E il duo modaiolo Dolce & Gabbana - per il quale nutro una personale venerazione – puntuale si presenta a questo appuntamento annuale, celebrandone i fasti con sontuose tavole apparecchiate in vetrina. Vetrine che si vestono a festa nel rispetto di una rituale tradizione che ogni volta si rinnova, arricchendosi per la fascinosa estrosità e per la spettacolare magnificenza. Ecco quindi arrivare dalla Sicilia con amore cassate e cannoli che svettano su splendide alzate, cedri e arance candite, piccole delizie di marzapane, tripudi di fichi d’india e melegrane. Tovaglie dai ricchi merletti, pomposi velluti e troni imponenti, insieme a trofei di rose e opulenti chandelier carichi di cera colata fanno il resto, riportando ai giorni nostri lo sfarzo prezioso di un’antica atmosfera da Gattopardo. E ancora tripudio di sicilianità con i celeberrimi carretti colmi di bijoux golosi e modaioli, incorniciati da scintillanti luminarie (già comparse nel corso dell’ultima sfilata primavera-estate della griffe)…. In ogni caso, sempre per veri e propri intenditori gourmand: croccante di mandorle e torrone si alternano a pezzi cult della maison (ballerine, mini it bag, stampe animalier). A voi l’ardua scelta!

lunedì 28 novembre 2011

ABOUT_Meglio essere o apparire?

Quante volte ci siamo trovati di fronte al dilemma “meglio essere o apparire?”. Aristotele suggerirebbe di propendere per un giusto mezzo, prediligendo una mediazione ideale tra i due estremi. Ma quando mai l’uomo è in grado di trovare un equilibrio ponderato? Solitamente non ha mezze misure – perché nemmeno le ama – e privilegia o una o l’altra dimensione.
Si può quindi concludere affermando che una esclude l’altra o siamo di fronte a due facce della stessa medaglia che, in ciascuno di noi, secondo proporzioni diverse, trovano convivenza? I fattori coinvolti, che spingono verso una o l’altra realtà, sono molti: da quelli più soggettivi ad altri decisamente contestuali. E quindi: carattere, personalità, circostanze specifiche, frangenti particolari. Probabilmente se ci troviamo calati in situazioni in cui prevale una componente emozionale e personale, l’essere prenderà il sopravvento e quasi sicuramente saremo noi stessi, o almeno la parte che più vi si avvicina. Al contrario, quando siamo nei classici contesti da ansia da prestazione, tenderemo probabilmente ad indossare quello che secondo noi è il nostro habitus migliore, nell’aspettativa di raggiungere il nostro risultato, nella speranza di non deludere quanto gli altri si aspettano da noi (o che noi ci siamo prefigurati si aspettino), nel desiderio di soddisfare la nostra inclinazione più narcisistica.
E quindi essere come persona e in quanto tale, con pregi e difetti - ma pur sempre apprezzabile per schiettezza e lealtà - o apparire in qualità di personaggio, con un caleidoscopico modo di atteggiarsi, con parvenze a noi estranee ma prese in prestito per sembrare migliori (di chi e al cospetto di chi?), soggiogati dalla ricerca esasperata di un ideale del tutto immaginario e facili prede delle insidie tese da un’attitudine che non ci appartiene?
E proprio a questo punto, una grande domanda canonica, che pare sempre suonare un po’ come retorica, si impone anche in questo caso: ma l’abito fa il monaco? Premia quindi di più mostrarsi per quello che si è o indugiare in un’immagine scarsamente veritiera quanto poco credibile? La ricetta miracolosa sicuramente non esiste e molto dipende dalle implicazioni vuoi personali vuoi contestuali (di milieu per così dire).
Una disputa che racchiude tutta la gran complessità della natura umana, dove spesso i confini sono molto labili, quasi indecifrabili, e le contaminazioni tra le diverse sfumature inevitabili.
Quel che è certo è che bisogna diffidare dalle imitazioni – prima o poi il trucco cola - e preferire una reale essenzialità, anche se semplice, ma sicuramente più premiante e duratura. Se poi si vuole edulcorare il tutto con un po’ di frivolezza ben venga: in giusta dose senz’altro non può far male. D’altra parte, lo stesso Giorgio Armani docet, affermando che “l’apparire ha breve durata, ma l’essere è per la vita”.

LEISURE_5 anni de L'Uomo Vogue




Che ci fanno Sean Penn, Robert De Niro, Andres Serrano, Rupert Murdoch, Al Gore, Nelson Mandela, Usher, Elton John, Keith Richards e molti altri ancora tutti insieme? Non si tratta di grandi eventi charity o prestigiose première, bensì della celebrazione dei 5 anni de L’Uomo Vogue a firma Franca Sozzani. 87 cover iconiche domenica 27 novembre hanno trovato esposizione della sede milanese della prestigiosa casa d’aste Sotheby’s. Personaggi e opinion leader simbolo della nostra era che, tramite le pagine della rivista, hanno donato un ritratto di sé biografico e al tempo stesso di stile, rilasciando interviste e interpretando la moda del momento secondo il loro personale punto di vista. Una moda, quindi, che non termina con le passerelle ma, al contrario, da lì inizia. Una moda indossata, vissuta e interpretata da persone “normali” nel senso di estranee al più stretto panorama modaiolo. Questo forse il plauso maggiore da attribuire a L’Uomo Vogue: coinvolgere artisti, musicisti, scrittori, attori, registi, sportivi, creativi, attivisti provenienti da tutto il mondo. Per celebrare la cifra del genio e la straordinarietà del talento. Complici 23 grandi firme della fotografia internazionale – da Bruce Weber a Steven Meisel, passando per Pierpaolo Ferrari e Francesco Carrozzini – per la resa di un personaggio che diviene persona.

venerdì 25 novembre 2011

ABOUT_Black Friday, Happy Friday!

Black Friday. Venerdì nero. Una traslazione letterale che svilisce sensibilmente il significato di una giornata tanto attesa dagli americani come quella odierna: il primo venerdì successivo al Thanksgiving Day – il Giorno del Ringraziamento – e, tradizionalmente, inizio ufficiale dello shopping natalizio.
Implicazioni culturali a parte, rappresenta un giorno importante anche dal punto di vista commerciale, indicando la predisposizione agli acquisti e con essa la capacità di spesa. Un giorno atteso quindi da grandi e piccini, ma anche da analisti finanziari e di borsa, che su di esso elaborano trend e previsioni.
Tornando agli aspetti per così dire più folkloristici, durante il Black Friday i negozi e le catene commerciali applicano prezzi speciali e particolari promozioni, invogliando all’acquisto. Sull’etimologia si è dibattuto a lungo tirando in ballo Philadelphia e il traffico stradale congestionato che si sviluppa per l’occasione in quel giorno, ma anche i libri contabili dei commercianti che dal colore rosso (simbolo di perdite) passano al nero (ossia guadagni) proprio per merito dell’aumento delle vendite.
Fatto sta che per i retailers ha da sempre rappresentato l’inizio del periodo più proficuo dell’anno. Per i cittadini una piacevole occasione per vivere un assaggio di Natale proprio durante il week end del Ringraziamento, festività cristiana introdotta nel lontano 1621 dai Padri pellegrini in segno di gratitudine per la fine della stagione del raccolto. Pranzi sontuosi la celebrano con il tacchino a farla da padrone, cucinato nei modi più svariati e caratteristici delle varie zone degli States.
Regna sovrano un clima di festa, in cui problemi e preoccupazioni sono messi temporaneamente da parte, sopraffatti da un entusiasmo squisitamente pre-natalizio.

giovedì 24 novembre 2011

STYLE_Teschio mania



Strano a dirsi, ma mai come ora il teschio impazza nell’utilizzo iconografico di brand e maison di moda, facendola da padrone su accessori e capi d’abbigliamento. Una vera e propria “Skull mania” per una buona dose di fortuna, buoni auspici ed esiti propiziatori. E non bisogna essere ad ogni costo scaramantici per subirne il fascino decorativo.
Il cugino d’Oltralpe Gas Bijoux lo celebra con un braccialetto in doppia versione – argentata e dorata – con tanto di strass a rendere ancora più brillante il suo significato portafortuna. Chez John Richmond adorna monili e anelli. Idem dicasi di  Philipp Plein e delle sue t-shirts.
Ma a celebrarlo in ogni dove e in ogni come, lui: angelo e demone della moda, spirito tanto dissacrante quanto osannante, tripudio di un estro creativo difficilmente eguagliabile nel trasformare il grottesco in fiaba. Proprio lui: Alexander McQueen. Per lo stilista il teschio si è spinto oltre il mero significato simbolico ed è divenuto per così dire icona dello stile della maison, con tutto il suo carico di personalità e determinazione. La stessa determinazione con cui McQueen ha trovato nell’oscurità una bellezza radiosa e immortale, che con i tratti di una bella addormentata nel bosco è tornata ai giorni nostri, lasciando l’incanto di un luogo fiabesco per avventurarsi nella frenesia metropolitana. Ma con un compagno inseparabile: il teschio. Eccolo trionfare su sciarpe, scarpe - applicato su ballerine ultra flat e decollétées con plateau e ricamato su eleganti velvet pump, clutch con impugnatura a quattro dita - il cui antenato è un antico tirapugni, bracciali smaltati e anelli. Lasciamoci sedurre e diamogli libera interpretazione!

STYLE_Foulard print


L’estate 2012 vedrà il ritorno prepotente della stampa foulard. Per abiti, camicie, gonne, pantaloni. Si parla di ritorno perché come si può dimenticare la celebre collezione Miami di Gianni Versace datata anni ’80? Un caleidoscopico intrecciarsi di colori, un cocktail vitaminico di vitalità, una miscela effervescente di forme e leggerezze. Proprio come la spensieratezza di quei tempi…
E oggi? Oggi come allora… pochi giorni fa nel flagship store milanese della Medusa sembrava di respirare la stessa aria 80s, in un clima di euforico entusiasmo. Perché? Semplice: in vetrina trovavano sistemazione manichini interamente vestiti di camicie con stampe foulard. In un arcobaleno di colori: dalla classica combinazione nero/bianco/oro - triade must della maison - ad altre più variopinte e calorosamente anticipative dell’estate che sarà – azzurro/rosa/oro in testa. Camicie come camicie ma anche annodate in vita e reinterpretate a gonne, in un’enfatizzata celebrazione del capo che per antonomasia per gli archivi della maison ha da sempre significato foulard print.
Una premonizione svelata di quella che sarà una delle principali tendenze della prossima stagione? Ebbene sì…la primavera/estate 2012 sarà un trionfo di colori, vuoi forse il momento di crisi che investe il mondo intero, imponendo di lanciare ogni qual si voglia segnale di ottimismo. Quasi a portare una sferzata di slancio positivo e fiducioso, almeno nel nostro abbigliamento. E guarda caso lo fa strizzando l’occhio agli anni ’80, l’epoca dell’opulenza par excellence, della Milano da bere, della socialité très puissante, dell’ottimismo sfrenato. E lo fa recuperandone una delle note più intonate: il colore.
E allora apriamo le ante del nostro guardaroba al sole, anche perché abbiamo l’imbarazzo della scelta: D&G (la loro ultima collezione tra l’altro, per cui imprescindibile non poterne avere almeno un capo), Missoni, Matthew Williamson in testa.

BEAUTY_Nuova regia per Tom Ford: protagonista la linea make-up e skincare


Il re mida del fashion, l’uomo dal fascino incantatore, dal glamour pubblicitario e dalla lungimiranza ingegnosa – lui, sua eccellenza Tom Ford - ha colpito ancora. E questa volta con la sua linea cosmetica che, da un lato,  va ad affiancare i profumi e la private bland di fragranze (classic, Neroli Portofino e White Musk) e, dall’altro, attrae a sé sempre più pubblico femminile.
Con tanto di presentazione alla stampa tout court, finalmente da venerdì 11 novembre è acquistabile anche da noi in Italia la quintessenza del make-up dal lusso evocativo. Tutto è cominciato con l’eau de parfum Black Orchid nel 2007 ed ora esiste un intero universo della cura del sé targato Tom Ford. Complice la passione dello stilista per la bellezza che, come affermato da lui stesso, si porta dentro da sempre: “…Ero io, da ragazzo, a consigliare a mia madre come sistemarsi i capelli o quali colori scegliere per il maquillage”. Un maquillage che parte dallo sguardo e dagli occhi, considerati da Ford la chiave della seduzione – “si bacia con la bocca ma si seduce con gli occhi” – e avvolge il viso in un languido gioco di acclamata sensualità. E quindi palette da 4 ombretti, matite, smalti declinati in 16 nuances (molto graditi per l’inverno red carnal, bordeaux lust, plum noir), rossetti&gloss, fondotinta compatti e fluidi, trattamenti completi composti da prodotti demaquillantes, basi per trucco e primer,…e molto altro ancora. Per una donna che sa bene chi è e cosa le dona di più. Proprio come la donna tanto adorata da Tom Ford: decisa e determinata, sicura di sé – “Provo disagio verso quelle signore che cambiano tinta ogni stagione. Ciascuna deve avere le sue nuances preferite”. Tutto ovviamente nel rispetto del più classico significato emozionale associato all’immaginifico fantasmagorico fordiano. Perché comprare Tom Ford implica andare oltre il semplice acquisto e vivere una vera e propria esperienza, spingendosi al di là del reale fino ad arrivare al surreale, accolti da un’allure ovattata, spinti all’abbraccio di una sublime eleganza. Se volete acquistare un cosmetico vi consiglio di recarvi nel flagship store di via Verri 3 a Milano, per vivere e assaporare il prestigio e l’esclusività di questa esperienza. Un mausoleo del lusso, dove stile, eleganza e fascino imperano indisturbati, declinati nei colori e nei materiali tanto cari allo stilista. Accolti all’entrata dalla marmorea consolle gestatoria, base espositiva per i profumi e per la private bland: fermarsi qualche istante oblige per testare le deliziose note olfattive (io adoro tobacco and vanilla!). Dopodiché via libera alla cosmesi, nell’adiacente saletta, tutto marmo, specchi e vetrine. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le esigenze. A corollario due nuove eau de parfum: Santal Blush e Jasmin Noir. Per un nero che ritorna, tanto adorato da Ford da metterlo nella sua prima storica fragranza Black Orchid - dove tutto è nero...dal flacone alle note di testa e di fondo (orchidea, vaniglia, cioccolato e legni in primis) – da renderlo nota cromatica dominante delle sue collezioni e tonalità par excellence nei suoi flagship stores.

PRONTI, VIA!

Buongiorno a tutti!
Eccomi qua, ai blocchi di partenza, pronta a intraprendere questa nuova esperienza. Un viaggio, anzi di più…un sogno che diventa realtà. E che mi porta a condividere con voi pensieri, riflessioni, opinioni. Ma su cosa? Semplice e immediato: su tutto ciò che ci circonda! Focus d’attenzione la moda - mia grande passione – che però non sarà trattata da un punto di vista settoriale, tipico da fashion editor. In primis perché non ne ho le competenze sufficienti e poi perché vi sono bravissimi esperti che con cura e amore dedicano il loro lavoro quotidiano a ciò. Della moda parlerò ma in senso lato. Non bisognerà quindi essere una fashion addicted per seguire il blog. La moda diverrà lo spunto da cui partire per parlare di tutto il resto. Mostre, inaugurazioni, letteratura…parleremo di tutto e di più. Non ci soffermeremo tanto sulla materia trattata quanto sulla socialità che ci circonda e che trova validazione in molti aspetti della nostra vita quotidiana. Moda e Modi quindi, intendendo tutto quello che si muove attorno a noi, che ci succede ogni giorno, che rientra nella nostra routine troppo spesso sottovalutata. Insomma…tutto quello che può suscitare curiosità ed entusiasmo o, semplicemente, invita a qualche istante di approfondimento. Evoluzione dal e involuzione nel quotidiano per trovarne lo straordinario. Ecco lo spirito del blog: scovare la straordinarietà della quotidianità, definizione che adoro e che amo far mia per sintetizzare quanto intendo realizzare insieme a voi. “La Vie C’est Chic!” recita il blog. Uno chic che si può scovare in ogni piccola sfumatura della nostra vita, cominciando proprio da quelle più apparentemente insignificanti. Perché tutto nasconde una natura ben più ricca della semplice apparenza. A noi – e soltanto a noi – l’arduo compito di trovare gli occhi giusti per vedere, riconoscere, cogliere e far nostra ogni piccola speciale esperienza che ci viene regalata ogni giorno.

L’entusiasmo è tanto e così pure la curiosità. In egual misura il timore e l’apprensione. Molte le domande dal tenore “Sarò all’altezza? Ci riuscirò? E poi di cosa parlerò?”. Ma la voglia di fare è troppa e una buona dose di adrenalina fa il resto, ponendo fine a interrogativi e perplessità e spronando ad agire. Agire per seguire cuore e intuito…perché proprio come affermava Steve Jobs “cuore e intuito sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario”. Libero sfogo quindi alle aspirazioni perché diventino realtà, con buona pace di quanti faticano a prefigurarsi il sublime del sogno. Con una giusta dose di trasporto emozionale e desiderio di far bene riposta nel bagaglio a mano; pronta a incontrare il fascino per il nuovo, per l’inconnu e per tutte le belle scoperte da fare.
Una sfida allettante e allo stesso tempo piacevole.
Questo lo spirito del blog!
Ma per capirne di più, cosa vi è di meglio se non seguirmi e accompagnarmi in questa avventura?? Vi aspetto! E con voi ogni vostro suggerimento!